Fiducioso nell'approvazione della riforma del lavoro,orgoglioso dei sondaggi favorevoli al governo e ottimista sulla trasformazioneeconomica del Paese, nel segno dell'unità nazionale. Come un rappresentante dieccellenze locali, Mario Monti prosegue il suo viaggio "promozionale"asiatico facendo tappa in Giappone, dove per prima cosa ha incontrato a Tokyoil ministro delle Finanze Jun Azumi, prima di visitare il Nikkei, il colossonipponico dell'informazione economico-finanziaria.
Obiettivo del roadshow asiatico attirare gli investimentidegli imprenditori, scoraggiati dalla crisi che attanaglia l'Europa. Ilpensiero del premier, marcato stretto dai cronisti anche in trasferta, correperò alla questione del lavoro: "E' una riforma che certamente provocaalcuni risentimenti e discussioni anche aspre in questo momento nel paese, maho l'impressione che la maggioranza degli italiani percepiscano questa riformadel lavoro come un passo necessario nell'interesse dei lavoratori". Montisi dice fiducioso che la riforma passerà, come già avvenuto con quella dellepensioni: "Credo nella persuasione", aggiunge auspicando chel'approvazione del disegno di legge avvenga prima dell'estate.
Il punto cruciale è quell'articolo 18 che uscirebbestravolto dalla riforma e che fuori e dentro il Parlamento ha i suoi difensori:"Le imprese hanno paura di assumere perché è molto difficile licenziareanche per ragioni economiche", spiega Monti nella sua conferenza stampa alNikkei.
"Nonostante il calo degli ultimi giorni, a causadelle misure sul mercato del lavoro, il Governo gode di un forte consensonei sondaggi di opinione, ma i partiti no". Il presidente delConsiglio Mario Monti parla questa volta al gruppo editoriale nipponicoNikkei e sottolinea come quella dell'esecutivo tecnico "è e deveessere un'eccezione, quindi la vita politica tornerà ai partiti".
Poi, però, arriva l'immancabile sassolino levato dallascarpa: i partiti "quando torneranno al potere saranno un po' diversiperché più consapevoli di prima rispetto alla richiesta di governance daparte degli italiani, mentre in passato l'offerta è stata carente".
"I partiti politici - ha aggiunto Monti - hannovisto come l'opinione pubblica sia più matura di quanto pensassero: la gentesembra apprezzare un modo meno esasperato di gestire le questioni".
Monti ha comunque difeso la stabilità del sistemapolitico italiano evidenziando come la nascita del suo governo sia legataalla "consapevolezza delle forti difficoltà" in cui si trovavail paese, e anche grazie "al consenso del mio predecessore",ovvero Silvio Berlusconi. A questo proposito, ha sottolineato Monti,"non è facile trovare un leader che si dimetta senza essere statobattuto in Parlamento".
"Spero che questo sia un anno di trasformazione perItalia - ha concluso - non solo per rimediare alle cause della crisi,per consolidare la situazione finanziaria e per porre le basi diuna crescita piu' forte".
"Non ho neanche letto i giornali". E' asciutta lafrase con cui Mario Monti risponde ai cronisti che gli chiedono un commentoall'accordo raggiunto ieri a Roma sulla riforma elettorale. Al termine dellaconferenza stampa nell'ambasciata italiana a Tokyo, per fare il punto dellagiornata, il presidente del Consiglio sembra voler confermare così l'intenzionedi tenere distinti i temi della missione dalle cose italiane.