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Comenius, stamattina la visita della delegazione nella sale storiche del palazzo della provincia

«Per rafforzare l’Europa sul piano sociale, economico e politico deve radicarsi quel forte senso di appartenenza cui si può ambire solo se operiamo per la costruzione di una nuova identità culturale del cittadino europeo». Con queste parole il presidente della Provincia di Sassari, Alessandra Giudici, ha accolto questa mattina nel palazzo della Provincia, in piazza d’Italia, una delegazione del progetto Comenius, cui aderiscono numerose scuole di Italia, Spagna, Polonia, Portogallo e Turchia.

«E se l’obiettivo è questo, come crediamo, è corretto il cammino intrapreso a iniziare dalla costruzione di un sistema dell’istruzione più omogeneo, che conceda a tutti le stesse opportunità di crescita culturale, sociale e occupazionale», come fa eco l’assessore provinciale dell’Istruzione, Rosario Musmeci. La rappresentanza dei Paesi partner è in visita proprio in questi giorni a Sassari, dove a fare gli onori di casa sono gli insegnanti e i dirigenti scolastici degli istituti coinvolti direttamente nel progetto di scambi e di visite finalizzate alla reciproca conoscenza tra cittadini di tutti gli Stati coinvolti, a iniziare da studenti e – come in questo caso – da docenti.

«Siamo ben lieti di ospitarvi oggi in questo palazzo, che è il principale esempio di architettura monumentale della città e del territorio, ma anche e soprattutto il simbolo di 150 anni di storia dell’Italia Unita», ha detto il presidente Giudici. «Il progetto Comenius e le iniziative a esso legate sono un ottimo strumento per costruire una Comunità internazionale più coesa sul piano politico, ma anche sociale e culturale», ha aggiunto l’assessore Musmeci. «Per costruire l’Italia è stato fondamentale fornire agli italiani uguali condizioni di istruzione e uguali conoscenze – è la riflessione di presidente e assessore – per un’Europa che vogliamo sempre più unita e protagonista dello scenario geo-politico globale, è necessario fare altrettanto». Le diversità, le specificità di ciascun popolo e di ciascuno Stato, ma anche le peculiarità regionali all’interno di ogni Paese, «restano una ricchezza da valorizzare e da difendere – ha concluso Alessandra Giudici – ma dobbiamo lavorare per consentire soprattutto alle nuove generazioni di maturare un più forte senso di appartenenza all’Europa».

 

 

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