Nota di critica dei deputati Pd Guido Melis (comm. Giustizia) e Giulio Calvisi (comm. Bilancio) sui tagli ai giudici di pace sardi previsti nella bozza di decreto legislativo del governo. "Condividiamo senza riserve l'esigenza di razionalizzare, anche perché in tanti casi l'attuale situazione merita una revisione" - dicono i due deputati. "Ma vorremmo conoscere i criteri adottati, che non possono essere burocratici.
La Sardegna non è la Lombardia. Spostarsi, per un cittadino, specie se anziano, in una regione carente di comunicazioni (basta pensare allo stato delle ferrovie sarde), è spesso difficilissimo, soprattutto in certe zone interne del Nuorese, o del Sarrabus e del Meilogu. Due intere province, quelle del Sulcis e del Medio Campidano, perdono con questa ripartizione ogni presidio del giudice di pace. Aree come il Goceano o il Logudoro (Ozieri) o l'Iglesiente non possono dipendere da un giudice di pace che sta a Sassari o a Cagliari. Ci sono centri - come Olbia - di tale densità demografica e con tali connotazioni e tipologie di reato peculiari da non poter essere accorpate con altre. Stesso discorso vale per Tortoli che non può essere accorpata a Lanusei. Si rischia, per voler risparmiare, di accrescere i costi della giustizia per le comunità, o semplicemente di eludere la domanda di giustizia dei territori più svantaggiati o di quelli con il maggior numero di reati".
Gli on.li Melis e Calvisi concludono affermando: "Speriamo che il ministro, che è certo a conoscenza dei problemi reali, sappia correggere un'impostazione astratta e burocratica che rischia in alcuni casi di far sorgere seri disagi e di scaricare i costi del funzionamento della giustizia sui cittadini. Ci impegniamo a chiederglielo alla Camera e speriamo di far valere in quella sede le ragioni del buon senso". Com