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Calcioscommesse, valanga che cresce

Una valanga che cresce e rischia di travolgere il calcio italiano. Ma i club si difendono dalle accuse dell'inchiesta sul Calcioscommesse e il Pm di Cremona 'scagiona' i tre azzurri citati in un'intercettazione. La fase 2 di Last Bet promette altri sviluppi, intanto entra nel vivo anche il lavoro della giustizia sportiva.

Oggi un collaboratore di Stefano Palazzi, procuratore della Federcalcio, si è recato in Procura a Cremona e ha acquisito copia degli atti. La Procura federale aveva già aperto un secondo fascicolo, per l'atteso "secondo tempo di una partita che non avremmo mai voluto giocare", come l'ha definita il presidente Giancarlo Abete. Ora Palazzi dovrà studiare le carte e stabilire un calendario di eventuali nuove audizioni: si prospetta un secondo processo sportivo.

"Teoricamente ci possono essere elementi per nuove penalizzazioni - la valutazione di Abete - ma servono fatti nuovi, certi e provati. Non chiacchiere da bar". Il riferimento è al caso dei tre azzurri citati da Santoni in un'intercettazione come "malati di scommesse". "Per noi non ci sono fatti penalmente rilevanti", ha precisato il Pm Di
Martino, al quale interessano le combine e non le scommesse. Il magistrato ha anche precisato, che semmai fossero vere, quelle dichiarazioni riguarderebbero la giustizia sportiva, perché ai giocatori è vietato far puntate sul calcio. 

"C'e' grande rammarico per le persone chiamate in causa: non si può elevare al rango di notizie chiacchiere da bar". E' la stessa amarezza confessata ad amici in queste ore da Gigi Buffon, che già nel 2006 dovette comparire di fronte al Pm di Parma per un'inchiesta su presunte scommesse, uscendone scagionato. Per questo le parole del Pm e quelle dell'avvocato di Santoni ("era una chiacchiera così per dire, il mio
assistito non conosce nessuno dei tre azzurri") e' stata accolta con sollievo dal portiere azzurro.

Cautela ma anche sorpresa c'è da parte delle due Leghe, quella di A e di B, sulla posizione di Stefania Ginesio: la segretaria dell'ufficio del Giudice sportivo che da
intercettazioni con Stefano Bettarini avrebbe fatto da 'talpa' è in questi giorni in malattia. "Non è il momento di processi sommari, e d'altra parte, visto che la A è ferma, non ve ne sarebbe neanche bisogno", dicono da via Rosellini, senza nascondere la sorpresa per aver letto oggi le notizie sulla loro dipendente.

"Valutiamo e acquisiamo notizie, poi valuteremo con l'ufficio legale e il presidente eventuali provvedimenti". Che potrebbero andare dalla sospensione cautelare in su, secondo i rilievi mossi. "E' il momento della sorpresa e del dispiacere - aggiunge il presidente della B, Andrea Abodi - non dei processi sommari. C'è una procedura, e la rispettiamo". Difesa, o in qualche caso catenaccio, è quello dei club di A i cui nomi spuntano dall'inchiesta. La Lazio aveva ribadito ieri la sua "totale estraneità”. Genoa e Lecce tacciono di fronte alle "indiscrezioni", mentre Zamparini presidente del Palermo
tuona: "E' una commedia all'italiana frutto di quattro sfigati: è tutta una millanteria", ricevendo la replica del vicepresidente Figc Albertini: "Non capisce o fa finta di non
capire". "Sgomento" si dice il laziale Mauri, impegnato nel recupero dall'infortunio negli Usa: il suo nome era stato accostato a Zamperini. "E' totalmente estraneo, e si riserva di tutelare la sua immagine da chiunque lo associ a comportamenti illeciti", aggiunte il suo procuratore.

Ma che la preoccupazione nel calcio sia molto maggiore di ogni difesa lo indicano due ct di esperienza. "E' assurdo che contro tutto questo non ci sia difesa", le parole di Prandelli. "E' una mazzata terribile per il calcio italiano, già ci consideravano truffaldini e usavano il termine 'mafia"', il commento amaro di Giovanni Trapattoni.