Per l'ufficio studi di Confcommercio nonostante la difficile congiuntura economica "ci sono i presupposti per avere un Natale non peggiore di quello dello scorso anno". Insomma, "non ci saranno crolli particolari ma, spiega il direttore dell'ufficio Mariano Bella, "il sentimento resta negativo".
Per l'80,9% del campione preso in considerazione da Confcommercio ci sono attese per un Natale dimesso (in calo rispetto all'86,3% registrato nel 2010). L'88,2% dichiara che farà regali (il 2,4% in meno rispetto allo scorso anno). Resta costante la quota di persone che gradisce il rito del regalo natalizio (poco meno del 50%).
Quando le domande si fanno più precise emergono però maggiori criticità. Risultano infatti penalizzati editoria, abbigliamento ed elettrodomestici. Qualche cedimento anche sulla tecnologia e questa è una novità rispetto al passato. Bene, in senso relativo, alimentari, vini, profumi, cosmetici e giocattoli. Raddoppia invece la quota di consumatori che acquisterà il regalo online (oltre il 13%).
"Variazioni congiunturali negative su Pil e consumi sono attese già tra il terzo e il quarto trimestre del 2011", dice Confcommercio che ha elaborato gli ultimi dati disponibili. Secondo l'Ufficio studi, "saremmo in recessione", ma per avere la conferma si dovranno attendere nuove stime, prima di tutte quelle che l'Istat pubblicherà nelle prossime settimane. Confcommercio puntualizza che si tratta di previsioni e di valutazioni ancora "grezze e approssimative".
"Le difficoltà sono evidenti. Ma speriamo che le vendite possano reggere perché regge ancora il clima di fiducia delle famiglie", dice il presidente della Confcommercio Carlo Sangalli, commentando i dati sui consumi diffusi oggi dall'Ufficio studi.
"Quello che invece ci preoccupa e anche tanto - aggiunge Sangalli - è il nuovo consistente calo dei consumi, che tra settembre e ottobre ha, di fatto, azzerato gran parte del recupero registrato nei mesi estivi, e il permanere, a livello nazionale e internazionale, di uno scenario di emergenza. Bene, quindi, che nella manovra sia stata intrapresa la via del rigore e dell'equità, ma occorre scongiurare il ricorso a ulteriori aumenti dell'imposizione sui consumi che avrebbero effetti recessivi, colpirebbero particolarmente i livelli di reddito medio-bassi e non gioverebbero certo al recupero di evasione Iva".