Il tentativo perpetrato dal presidente della regione Ugo Cappellacci nell’incontro di Tramatza con le associazioni di volontariato di scaricare sulle Province il mancato funzionamento del sistema regionale di protezione civile, e’ stato non solo un atto maldestro perché il volontariato di protezione civile e’ un volontariato consapevole oltre che molto ben informato, ma è stata anche la rivelazione del fatto che il governatore non abbia la minima conoscenza degli atti che la stessa Regione ha approvato.
La polemica parte ancora una volta dal fondo unico. Nel 2008 con delibera 52/29 del 3 ottobre 2008, la Giunta regionale assegnò alle otto Province un importo complessivo pari a 580.000 euro ripartito sulla base del numero di associazioni e del numero di soci. Rispettivamente 108 e 5009 con un importo di 115.8 euro circa a volontario da utilizzare per i rimborsi per le spese sostenute (telefono, corrente elettrica, sede, visite mediche, bolli, assicurazioni etc. etc.) e per i contributi per gli acquisti di mezzi ed attrezzature.
L’anno successivo le risorse sono state trasferite alle Province attraverso il fondo unico con un taglio alla fonte che portò l’importo complessivo a 450.000 euro (130.000 euro in meno) come riferito nella nota prot. 28441 del 5.07.2010 dall’assessorato regionale agli enti locali e finanze al servizio regionale di protezione civile il quale poi ne inviò copia alle associazioni ed alle Province in data 7 luglio 2010 .
L’importo di 450.000 euro e’ stato confermato per il triennio e mai rimpinguato nonostante l’aumento delle associazioni, degli adempimenti e degli interventi. Il che porta ad una diminuzione sensibile dei 115 euro citati in precedenza.
Nel frattempo però e’ rimasta nel cassetto la delibera 52/27 del 3 ottobre 2008 relativa al programma di utilizzo delle risorse finanziarie annualità 2007 del fondo regionale di protezione civile (l.n. 388) per un importo pari a 4.798.215,49 euro destinato al potenziamento del sistema degli enti locali, alla colonna mobile regionale, alle iniziative a favore degli enti locali (programmi operativi e piani territoriali di protezione civile); agli interventi di tipo b della legge 225/92.
Tali somme non sono mai state iscritte in bilancio. Nel 2008 e nel 2009 i fondi della legge 388 non sono stati neppure programmati per un importo totale che si aggira sui dieci milioni di euro. Fondi nazionali e vincolati.
Nonostante il mancato rifinanziamento di quel fondo da parte dello Stato la Regione ha pensato bene di non destinare neppure un euro di risorse proprie alla protezione civile fatta eccezione per quanto riguarda il funzionamento della propria struttura.
A tutto questo si potrebbero aggiungere tutte le altre inadempienze rispetto alla legge n. 3: i mezzi inutilizzati, l’assenza di linee guida sulle varie attività di protezione civile, l’assenza di protocolli indispensabili a far funzionare il servizio nel modo corretto, il mancato avvio della rete radio.
Resta infine il totale silenzio rispetto ad un documento firmato da sette Province su otto, esclusa Olbia-Tempio, inviato al presidente Cappellacci lo scorso mese di maggio in cui si chiedeva l’immediata attivazione di un tavolo Regione/Province. Quella era la sede legittimata a discutere le problematiche della protezione civile.
Ma quella richiesta è rimasta senza risposta.
Quel documento era stato inviato anche al capo dipartimento della protezione civile il quale in una nota del 27 giugno aveva chiesto riscontro alla regione sollecitandola ad “informare lo scrivente circa gli sviluppi ed i provvedimenti adottati per la risoluzione di quanto segnalato”. Anche il Prefetto Gabrielle è in attesa di una risposta. Red-com