Con l'accusa di aver agevolato la 'ndrangheta è finito in manette questa mattina, il giudice Vincenzo Giglio, 51 anni, presidente della sezione 'Misure di prevenzione' del tribunale di Reggio Calabria. Con lui sono finiti in carcere anche Francesco Morelli, componente del Consiglio Regionale della Calabria, eletto nella lista 'Pdl-Berlusconi per Scopelliti' e l'avvocato milanese Vincenzo Minasi.
Morelli, accusato di rivelazione di segreto d'ufficio, rappresenterebbe l'anello di collegamento tra i clan e gli ambienti politici nazionali. L'inchiesta, coordinata dal procuratore aggiunto di Milano, Ilda Boccassini, riguarda la prosecuzione dell'indagine sul clan Valle-Lampada. Anche un altro giudice, in servizio presso il tribunale di Palmi, è stato perquisito: si tratta di Giancarlo Giusti, indagato per corruzione in atti giudiziari.
Tra i dieci arrestati anche un maresciallo capo della Guardia di Finanza, Luigi Mongelli, per l'ipotesi di corruzione e il medico reggino Vincenzo Giglio (omonimo del magistrato arrestato), al quale è contestato il concorso esterno in associazione mafiosa. In carcere anche Francesco e Giulio Lampada, Leonardo Valle e Raffaele Ferminio. Arresti domiciliari invece per Maria Valle, moglie di Francesco Lampada, indagata per corruzione.