Un boato, come un terremoto, e il fango che travolge le case di via Roma. Così una serata di pioggia torrenziale trasforma Saponara, paese 'presepe' della collina Peloritana, in un inferno.
Un costone roccioso staccatosi dalla montagna 'inghiotte' una palazzina del piccolo borgo di Scarcelli uccidendo tre persone: un bambino di 10 anni, Luca Vinci, un laureando in medicina, Beppe Valla, di 28, e suo padre Luigi, di 55, operaio delle acciaierie a Milazzo, sindacalista della Fiom. Sono i componenti di due nuclei familiari che abitano nello stesso edificio. Quando il fiume di fango investe la palazzina il piccolo Luca è con la mamma, Piera, 28 anni, incinta, e il compagno della donna, Gianluca. Sono loro a estrarlo dalla melma che lo sommerge, ma è troppo tardi: il bimbo è già morto. In casa Valla, al piano superiore, al momento della tragedia ci sono tre persone: madre, padre e il figlio Beppe; l'altro figlio, un ragazzo di 25 anni, si trova fortunatamente a Villafranca Tirrena. La donna si aggrappa disperatamente all'inferriata di un balcone e viene salvata da alcuni vicini. Per padre e figlio, scesi al piano terra per rendersi conto di quanto sta accadendo, non c'è niente da fare. Il corpo del ragazzo viene estratto dal fango nel primo pomeriggio di oggi, per il padre si scava ancora. Per entrambi dovranno intervenire i carabinieri del Ris con il compito di ricomporre le salme smembrate dal peso del fango.
All'inizio la tragedia sembra assumere dimensioni ancora più pesanti. Nella notte, mentre si scava ancora a mani nude, la Protezione civile regionale parla di quattro morti e altrettanti dispersi. Poi il bilancio, pur nella sua drammaticità, viene parzialmente ridimensionato. Due donne, di 28 e 50 anni, vengono salvate dai vigili del fuoco poco prima di essere completamente sommerse dal fango. La macchina dei soccorsi è immediata, anche se i collegamenti sono rallentati da frane e smottamenti che investono la strada statale ionica e alcune provinciali. Sul posto arrivano i vigili del fuoco, la brigata Aosta dell'esercito, la protezione civile, carabinieri e volontari. Ma la tragedia e' gia' consumata. Si salvano le persone rimaste bloccate nelle case, soprattutto ai piani alti e sui balconi.
"E' stata un'esperienza terribile mi è sembrato di morire - racconta Enza, 45 anni - ho sentito un boato e ho pensato al terremoto. Poi ho visto due metri di fango coprire la mia casa. Sono fuggita dal balcone, passando sul tetto dell'edificio vicino". Così hanno fatto in tanti a Saponara per fronteggiare quello che il capo Protezione civile nazionale, Franco Gabrielli, definisce "un evento eccezionale". Nulla a che vedere con Giampilieri, insomma. Anche perché, spiega il sindaco Nicola Venuto, "a memoria d'uomo non era mai accaduto niente del genere" e la zona "non era considerata a rischio". Una valutazione condivisa anche dagli abitanti, soprattutto dai più anziani. Carmelo, 75 anni, agricoltore non si da' pace: "la zona e' tenuta pulita, è coltivata, non è possibile...".
La collina è franata, sottolinea lo stesso Gabrielli, per l'enorme quantità di pioggia caduta: 260 millilitri in 12 ore. E la Procura di Messina, che nei giorni scorsi aveva inviato 18 avvisi di conclusione indagine nei confronti di amministratori e tecnici indagati per l'alluvione di Giampilieri che costò la vita a 37 persone, apre un fascicolo a carico di ignoti con le stesse ipotesi di reato: disastro colposo e omicidio colposo.
Ma non ci sarà un'altra Giampilieri sul piano degli interventi assicurano i ministri dell'Interno, Annamaria Cancellieri, e dell'Ambiente, Corrado Clini, a Messina per un vertice sull'emergenza maltempo. "La nostra presenza qui - spiega il responsabile del Viminale - è su delega del presidente Monti per assicurare la vicinanza del governo con la popolazione". Clini auspica "l'aggiornamento della mappa sulla vulnerabilità idrogeologica. E Gabrielli annuncia l'intenzione del premier di trovare una strada legale per sbloccare i 162 milioni per le alluvioni di Giampilieri e San Fratello.
Il sindaco di Saponara, intanto, dispone l'evacuazione di 12 famiglie nella zona "a rischio". Ma molte persone hanno già deciso di andare via da sole. "Non resto qui - afferma Maria, mentre con i bagagli si avvia verso la sua auto - ho visto la morte con gli occhi e stanotte voglio dormire tranquilla. Ho troppo paura, vado via...". Non è l'unica, anche se c'è un'eccezione, Carmela, 75 anni che stende i panni mentre gli altri abitanti sono in fuga: "ma dove devo andare ho sempre vissuto qui e se devo morire meglio che accada a casa mia", dice con un filo di rassegnazione. Con gli occhi guarda il cielo coperto di nuvoloni mentre da lontano arriva il suono sordo di violenti tuoni che minacciano pioggia. Sarà un'altra notte di paura a Saponara.