La seduta pomeridiana del Consiglio regionale si è aperta sotto la presidenza della Presidente Lombardo. Dopo le formalità di rito, la Presidente ha comunicato di aver nominato Mario Bruno Presidente della Giunta per le elezioni e Michele Cossa Presidente della Commissione per la Biblioteca.
Luciano Uras, capogruppo del gruppo Misto, ha chiesto l'inversione dell'ordine del giorno per iniziare la discussione della mozione 138 e poi procedere con l'esame degli altri punti all'ordine del giorno. Mario Floris, Assessore degli Affari Generali, ha espresso la contrarietà della giunta alla richiesta di Uras. La Presidente Lombardo ha poi messo in votazione la proposta: non essendo stata raggiunta la maggioranza di due terzi richiesta dal regolamento, l'assemblea ha proseguito i lavori nel rispetto della stesura originaria dell'ordine del giorno.
Giulio Steri, capogruppo dell'Udc-Fli e relatore del provvedimento, ha detto fra l'altro che "la legge è giunta all'esame dell'aula dopo la decisione di fiscalizzare gli effetti dell'introduzione del fondo pensioni. La norma ha registrato alcune difficoltà applicative. Il fondo, inoltre, chiude i bilanci da anni in deficit con particolare riferimento della quota a carico dell'amministrazione regionale, arrivata a circa il 7.5%. Occorre perciò intervenire per garantire i diritti acquisiti dei dipendenti che hanno maturato la pensione sia quelli che dovranno andarci".
"D'altra parte - ha aggiunto Steri - c'è la volontà diffusa dell'aula di chiudere il fondo, come previsto peraltro da diverse proposte di legge presentate sulla materia con la stessa finalità. Le difficoltà fondo"nascono da una serie di fattori strutturali e non. Per trattamenti di fine rapporto e contributi si lavora con un sistema totalmente retributivo, in distonia con il sistema nazionale che è contributivo e si tratta di una divaricazione è destinata ad aumentare, con un progressivo sbilancio fra contributi versati e prestazioni percepite. Col provvedimento di oggi si eviteranno gli effetti negativi di un emendamento approvato senza adeguata riflessione in sede di approvazione della legge 16".
Luciano Uras, capogruppo del gruppo Misto, ha dichiarato che non voterà la legge, e non solo perché "non è stata esaminata dalla commissione. Oggi questo è l'ultimo dei problemi in relazione alla previdenza integrativa dei dipendenti regionali. E' nato nel 1965 come fondo di previdenza integrativa obbligatoria, ma appartiene allo Stato la competenza a legiferare in materia, mentre le regioni possono legiferare su fondi previdenza volontari. Il fondo, negli anni, si è rivelato molto oneroso per la regione e molto vantaggioso per alcune categorie di dipendenti regionali, col risultato che i nostri figli e e i nostri nipoti dovranno pagare le conseguenze di quanti sono andati in pensione dopo soli 27 anni di servizio col 100% dello stipendio".
"Ho sempre sostenuto - ha ricordato Uras - la necessità di cancellare questo istituto, fin da quando svolgevo l'attività di sindacalista della Cgil. Siamo in presenza del tipico caso di costo inaccettabile per le finanze pubbliche, che pesa sulle casse regionali per circa 6-7 milioni l'anno, senza dimenticare che in questi anni si è intervenuti nella materia pensionistica con provvedimenti dolorosissimi per tutti i lavoratori. In altri termini, si tratta di un favore ad una parte della burocrazia regionale che in passato ha goduto di privilegi ingiustificati. I dirigenti costano alla regione più di 22 milioni l'anno e non è giusto che a queste retribuzioni già molto elevate sommino vecchi privilegi. C'è un progetto di riforma complessivo - ha concluso Luciano Uras - già in carico alla commissione Autonomia, perché allora utilizzare una scorciatoia che non risolve nulla? In alternativa sarebbe sufficiente restringere la fase transitoria, ora estesa fino al dicembre 2012".
Nel suo intervento Nanni Campus (Pdl) ha dichiarato di essere stato additato dai dipendenti regionali come colui che, assieme al collega Rodin, ha creato un danno ai dipendenti regionali. "Noi abbiamo presentato un emendamento nel collegato perché quella del F.i.t.q. era oramai diventata una spesa insostenibile a carico della collettività sarda. Una spesa insostenibile perché nessuno ha mai messo mano a una legge del 1965, che molti di noi non conoscono". Campus ha spiegato che il F.i.t.q. è un fondo complementare pensionistico, alimentato dal versamento da parte del dipendente per un 5 per cento dello stipendio mensile e da una quota uguale a carico dell'Amministrazione regionale. "Oggi sono intervenute due riforme pensionistiche e il F.i.t.q. è diventato anacronistico". L'esponente della maggioranza ha anche spiegato come tale fondo funziona: "Un dipendente dopo 15 anni ha diritto al 50 per cento dell'ultimo stipendio, un ulteriore al 25 per cento dopo 25 anni e il 100 per cento dopo 35 anni di attività lavorativa. Che sia un privilegio è scontato. Mi è stato detto che bisognava posticipare l'entrata in vigore dell'emendamento perché non ci sono i soldi per pagare 3077 pensionati perché vengono a mancare 1 milione di 300mila euro all'anno, visto che è stato bloccato, con questo emendamento, il versamento del 5 per cento a carico dei lavoratori - e ha aggiunto - I soldi ci sono: basta che quel 5 per cento che la Regione non verserà più per le nuove pensioni venga spostato per integrare la quota mancante del contributo dei lavoratori".
Secondo Campus con questo emendamento "ci sarà un risparmio di 18 milioni all'anno per la Regione, a fronte di un risparmio di 5 milioni di euro dalla riduzione dei consiglieri regionali, che ritengo giustissima". Campus ha concluso affermando che è necessario "incidere sui privilegi e non sui diritti". Pierpaolo Vargiu (capogruppo dei Riformatori sardi - Liberaldemocratici) ha chiesto la verifica del numero legale. La seduta è proseguita regolarmente dopo che la presidente Lombardo ha accertato la presenza in aula del numero di consiglieri regionali prevista dal Regolamento.
La presidente ha, quindi, dato la parola ad Antonio Solinas (Pd): "Diceva bene Steri: si cerca di rimediare all'approvazione a voto segreto dell'emendamento all'ultimo collegato". Secondo l'esponente del Pd la norma ha avuto un effetto drammatico perché è stata soggetta a interpretazione. "Sono d'accordo con Campus che sia necessario riformare e aggiornare il fondo in base alla realtà dei tempi di oggi". E ha aggiunto: "Voterò a favore della proposta di deferire di tre mesi l'entrata in vigore della norma. Diamo il tempo alla Prima commissione di metter mano al fondo, portando in Aula entro il 30 dicembre di quest'anno il testo elaborato per la cancellazione di certi privilegi". Solinas ha anche ricordato che sarebbe opportuno verificare anche altri fondi, che gravano sulle casse della Regione. come quello dei dipendenti dell'ex Ersat o del Consiglio regionale.
Il capogruppo Idv, Adriano Salis, ha chiesto il voto segreto sul disegno di legge sotto esame: "Lo faccio perché non se ne può più dei continui rinvii dei pochi interventi che intendono riformare il 'Moloch' del Consiglio regionale e della Regione in senso più ampio". A suo avviso si tratta di agire con coraggio e rigore sulla scia dell'autocontenimento dei costi della politica avviato in mattinata con la proposta di legge nazionale per la riduzione del numero dei componenti del Consiglio regionale. Ritenendo necessario dare un segnale, l'esponente dell'Italia dei Valori ha detto che il Fondo integrativo dei dipendenti regionali è riuscito negli anni a rimanere in piedi. "Sicuramente perderemo qualche voto, ma non si può pensare di riformare la Regione se abbiamo paura", ha aggiunto Salis riferendosi alle tante pressioni ricevute, ricordando che nei prossimi mesi si dovrà intervenire in tanti settori nei quali "probabilmente saremo costretti a fare tagli. In questo periodo di crisi drammatica che colpisce duramente migliaia di sardi - ha concluso - diventa necessario intervenire su chi gode di "privilegi oggi assolutamente incomprensibili e inaccettabili".
Il capogruppo del Pd, Giampaolo Diana, si è chiesto quali siano i motivi della richiesta di differimento al prossimo 31 dicembre dell'applicazione dell'art. 12 della legge 16/2011. A suo avviso ci si trova in presenza di una interpretazione unilaterale, da parte degli uffici, non rispondente al dettato della norma, comprensibile e scritta chiaramente. "Forse - ha ipotizzato l'esponente del Partito Democratico - si vuole vanificare e mortificare la volontà del Consiglio regionale". Per questo motivo ha chiesto una sospensione affinché si rifletta: "Sono stanco di essere sottoposto ad un dibattito che non dipende da noi, ma dall'arroganza e tracotanza di chi interpreta le norme in maniera differente da quanto ha voluto far intendere il legislatore". Diana, ricordando che gli effetti si scaricano sulle retribuzioni dei dipendenti, ha concluso il suo intervento dicendo di non essere disposto a coprire chi non ha responsabilità legislative.
Luciano Uras, capogruppo del gruppo Misto, ha posto, ai sensi dell’art. 2 dell'art. 86 del regolamento del consiglio, una condizione sospensiva sulla prosecuzione della discussione generale, anche sulla base di quanto dichiarato da Giampaolo Diana. "La discussione - ha detto - può essere sospesa per la seduta odierna riprendendo l'esame del provvedimento in altra data. La stessa proposta di differimento, come ha sottolineato l'on. Campus, determina l'aumento degli oneri finanziari a carico della regione e, come tale, è priva di copertura".
La Presidente Lombardo, sul punto, ha invitato l'assemblea ad ascoltare prima la posizione della giunta, per poi votare la questione sospensiva.
L'Assessore degli Affari Generali, Mario Floris, non ha nascosto le sue perplessità, ma ha avvertito che è necessario "sgombrare il campo da equivoci e dubbi. Un conto è parlare della riforma complessiva della previdenza o del permanere di un certo sistema, altro è pensare a come far fronte agli oneri spettanti a pensionati che hanno versato contributi: questo non può essere messo in discussione da nessuno. L'art. 12 della legge 16 non dice da nessuna parte che si risolvono una volta per tutte i problemi posti dal fondo di previdenza integrativa. Occorre un disegno di legge organica sulla materia, come si è detto, ed è stato fatto sia dalla giunta regionale che da alcuni gruppi consiliari; l'insieme di queste proposte è all'esame della commissione".
"L'art. 12 - ha proseguito Floris - nella pratica ha portato alla cessazione delle iscrizioni ed al blocco della corresponsione delle prestazioni. Ciò ha dato luogo a complesse problematiche, sia dal punto di vista applicativo che finanziario. L'interruzione dei flussi in entrata non solleva la regione dall'obbligo di fare fronte al pagamento di assegni per oltre 1 milione di euro a circa 3000 pensionati della regione. Nello stesso tempo, nei confronti di molti dipendenti si sta operando una trattenuta relativa a prestazioni che non hanno ricevuto e non riceveranno mai. Si sta chiedendo di esaminare la legge di riforma per riformare il fondo, che sarà trasformato da retributivo in contributivo dal gennaio del 2012. Quanto al disequilibrio finanziario sedimentatosi negli anni, è dipeso da molte leggi regionali che hanno consentito l'accesso alle prestazioni anche a quanti non avevano mai versato contributi".
Ha assunto la presidenza il vice Presidente Cossa, che ha posto in votazione la proposta di sospensiva di Uras. Il consiglio non ha approvato e successivamente si è passati allo scrutinio sul passaggio agli articoli. Adriano Salis (Idv) ha chiesto il voto segreto.
Antonio Solinas (Pd) ha comunicato che non parteciperà al voto, perché si ritiene "in conflitto di interessi con la sua posizione di dipendente dell'amministrazione regionale". Carlo Sanjust (Pdl) ha dichiarato la sua astensione, "come in ogni circostanza in cui l'aula vota a scrutinio segreto"."L'aula ha quindi proceduto alla votazione sul passaggio agli articoli, con il seguente esito: favorevoli 32, contrari 28, astenuti due: il consiglio ha approvato.
Luciano Uras, capogruppo del gruppo Misto, ha sottolineato che questa disposizione "comporta oneri spesa per la regione e non ha copertura finanziaria. Certamente la riforma del fondo di previdenza non si farà entro il 31 dicembre. Quando arriverà la legge finanziaria ci dovremo porre una serie di problemi di coerenza; molti diranno che dobbiamo ridurre la spesa pubblica ed allora dovrà emergere che le risorse della regione sono, come ha detto l'on. Campus, del popolo sardo, e dovrà essere amministrato col massimo rigore. Ha ragione l'Assessore Floris - ha aggiunto - quando dice che in passato si sono fatte regalìe. Saranno invece contenti coloro che, di proroga in proroga, matureranno trattamenti di tutto rispetto a cominciare dalla retribuzione detta di posizione. Diventerà difficile a quel punto, se non impossibile, per il centro destra, accreditarsi come paladini del rigore finanziario"."
Giulio Steri, capogruppo dell'Udc-Fli, ha affermato che è vero che "il fondo assorbe risorse regionali non ci piove, così come occorre che il problema sia risolto. Ma proprio per questo con Mario Diana avevamo preparato una proposta di legge sperando che fosse esaminata prima della pausa estiva. In questa situazione bisogna intervenire in qualche modo, per rimediare ai problemi causati dall'emendamento alla legge 16. Si tratta, con buon senso, di operare con serietà. Siamo disponibili a riesaminare il testo in commissione tenendo presente però che occorrerà anche una concertazione con le organizzazioni sindacali. La copertura del provvedimento è all’interno della finanziaria, ma oggi bisogna fronteggiare una situazione di emergenza, tenendo presente che una proroga di due mesi non provocherà il dissesto delle finanze regionali".
Il vicepresidente del Consiglio regionale, Michele Cossa, ha dato la parola ad Adriano Salis (capogruppo dell’Idv), il quale ha posto due domande all'assessore regionale del Personale, Mario Floris. In particolare Salis ha chiesto "come sia possibile discutere una norma bocciata dall'Aula meno di sei mesi fa?". Ma anche "come mai non c'è necessità di una copertura finanziaria per questa legge". Secondo l'esponente dell'opposizione è in corso "un tentativo palese di rimandare sine die il problema - e ha aggiunto -"cercheremo di bloccare nel corso della votazione questa legge che ci porterà solo a vergognarci". Anche Nanni Campus (Pdl) ha trovato non esauriente la spiegazione fornita dall'assessore Floris, al quale ha chiesto nuovamente: "Di questi 21 milioni di incassi quale è la quota che compete al 5 per cento ai dipendenti e quanto è a carico della collettività? Questo potrà aiutarmi a decidere". E ha poi chiesto anche per quale motivo è stata bloccata l'erogazione di trattamento pensionistico a chi ne aveva diritto.
Il capogruppo del Pd, Giampaolo Diana, spiegando di sentirsi in una situazione imbarazzante, ha ricordato che i consiglieri regionali devono essere portatori di interessi generali e non di interessi parte. Ha poi lanciato un appello: "Se quest'Aula si permette il lusso di toccare i diritti acquisiti, allora, attenzione, tutti quanto saranno autorizzati a toccare e a chiedere di toccare i diritti acquisiti di tutti, nessuno escluso". Per l'esponente del Partito Democratico il Consiglio si è trovato in un "pasticcio" dal quale si può uscire in un modo: vista la non possibilità di incidere sul fondo da circa 30 milioni di euro, ha ammesso la necessità di differire l’applicazione della norma, ma con l'impegno cogente che, entro il termine del prossimo 31 dicembre, si arrivi davvero ad una riforma del sistema previdenziale integrativo della Regione.
L'assessore regionale del Personale Mario Floris è intervenuto per chiarire la posizione assunta dalla Giunta nella trattativa con le organizzazioni sindacali: "noi - ha spiegato - abbiamo seguito le indicazioni del Consiglio mentre la controparte ritiene di dover mantenere i diritti acquisiti anche per il futuro. Per quanto riguarda le necessità finanziarie, il rappresentante dell’esecutivo ha escluso il bisogno di una specifica norma poiché i soldi ci sono, cristallizzati e iscritti in Bilancio".
Il vicepresidente del Consiglio regionale, Michele Cossa, ha messo in votazione il disegno di legge 308. Il capogruppo del Misto, Luciano Uras, ha chiesto lo scrutinio segreto. Il provvedimento è stato approvato con 33 voti favorevoli, 25 contrari, uno nullo e un'astensione.
Si è poi discussa la Mozione 148 sul riconoscimento del valore legale del titolo acquisito dai docenti abilitati e abilitandi in Scienze della formazione primaria (infanzia e primaria) e docenti abilitati per l'insegnamento dello strumento musicale A177 nella scuola secondaria di primo grado, ai fini dell'inserimento nelle graduatorie ad esaurimento, con richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio ai sensi dei commi 2 e 3 dell’art. 54 del Regolamento. Luciano Uras (Misto), primo firmatario della mozione, ha evidenziato che la stessa è stata sottoscritta da tutti i gruppi politici e da tutti i consiglieri regionali, con l'assenso della giunta. Il vice Presidente Cossa, non essendoci iscritti a parlare, ha quindi messo in votazione la mozione con il seguente esito: favorevoli 71, contrari nessuno, un astenuto: il consiglio ha approvato.
Infine si è discusse delle nomine: elezione di un rappresentante della regione nel Consiglio di amministrazione dell'Azienda speciale della Fiera internazionale della Sardegna e di 3 segretari del consiglio, espressione dei gruppi Psd'Az, Idv e Misto, come da richiesta dei rispettivi capigruppo accolta dall'Ufficio di presidenza. Lo scrutinio ha dato il seguente esito: nel consiglio di amministrazione dell’Azienda speciale della Fiera internazionale della Sardegna è stato eletto Stefano Figus con 29 voti. Alla carica di segretario del consiglio regionale sono stati eletti Paolo Dessì (Psd'Az.) con 49 voti, Daniele Secondo Cocco (Idv) con 48 voti e Massimo Mulas (Misto) con 48 voti.
Il vice Presidente Cossa ha comunicato che per martedì prossimo 18 ottobre alle ore 11.00 è stata convocata la conferenza dei capigruppo, mentre alle ore 16.00 si riunirà la quarta commissione (Urbanistica) per l'esame degli emendamenti al disegno di legge 265/A –"Piano casa". I lavori del consiglio regionale riprenderanno mercoledì 19 ottobre alle ore 10.00 con all'ordine del giorno l'esame degli articoli e degli emendamenti al disegno di legge 265/A "Piano casa". Red.