Il tasso d'inflazione annuo a ottobre è salito al 3,4% dal 3% di settembre. E' il dato più alto da ottobre 2008. Lo rileva l'Istat nelle stime provvisorie, che indicano un aumento dello 0,6% su base mensile, il rialzo maggiore da giugno 1995. Pesano gli effetti della manovra, in particolare dell'incremento dell'Iva.
Altro dato preoccupante è la disoccupazione record under25. Il tasso di disoccupazione in generale a settembre è balzato all'8,3%, dall'8,0% di agosto. Una stima provvisoria che ci riporta ai livelli del novembre 2010. Ma è il tasso di disoccupazione giovanile (15-24 anni) a fare il balzo più grande: a settembre e' salito al 29,3%, dal 28,0% di agosto. Si tratta del dato più alto dal gennaio 2004, ovvero dall'inizio delle serie storiche.
Il tasso di occupazione maschile, pari al 67,7%, diminuisce di 0,2 punti percentuali rispetto ad agosto, restando invariato su base annua. Quello femminile, pari al 46,1%, registra una diminuzione di 0,2 punti percentuali sia in termini congiunturali sia tendenziali. La disoccupazione maschile cresce del 4,4% rispetto al mese precedente e del 3,3% nei dodici mesi; anche il numero di donne disoccupate aumenta rispetto ad agosto (+3,1%) e su base annua (+3,8%). Il tasso di disoccupazione maschile aumenta di 0,3 punti percentuali nell'ultimo mese, portandosi al 7,4%; anche quello femminile mostra un aumento della stessa entità e si attesta al 9,7%.
Rispetto all'anno precedente il tasso di disoccupazione maschile sale di 0,2 punti percentuali e quello femminile di 0,3 punti percentuali. L'inattività aumenta dello 0,1% in confronto al mese precedente sia nella componente maschile sia in quella femminile; nei dodici mesi gli uomini inattivi diminuiscono dello 0,2%, mentre le donne inattive aumentano dello 0,5%.
L'aumento dell'IVA fa schizzare l'inflazione a ottobre che sale a quota 3,4 per cento toccando i massimi da ottobre 2008. Colpiti tutti i beni e servizi, anche quelli che non sono direttamente coinvolti dall'incremento dell'imposta.
Se il carburante cresce, inevitabilmente questo rialzo si riflette a cascata su tutti i beni che vengono trasportati quindi anche su quelli che hanno mantenuto l'Iva al 4% compresi i generi alimentari. Lo sottolinea la Confederazione Italiana degli Agricoltori.