In vista della prossima apertura della caccia al cinghiale, il Servizio Sanità animale della Asl di Nuoro invita i cacciatori alla collaborazione nella lotta a trichinellosi e peste suina africana.
Dove vige il divieto, in seguito al ritrovamento di cinghiali con positività virologica alla Peste suina africana (in provincia di Nuoro si tratta dei territori di Dorgali, Oliena, Orgosolo, Desulo, Aritzo, Belvì e Tonara) è infatti possibile cacciare con un’autorizzazione in deroga in virtù del decreto A/36 del 5 settembre 2011, ma solo con l’impegno cioè dei cacciatori a far analizzare, prima della macellazione, milza, sangue e diaframma dei cinghiali abbattuti e custodirne le carcasse fino all’espletamento di tutti gli accertamenti sanitari di laboratorio.
La procedura è la seguente: è necessario infatti fare precisa richiesta al Servizio veterinario della Asl, il quale ha facoltà di concedere l’autorizzazione previo placet del Corpo forestale e di vigilanza ambientale ed indicare nella richiesta i nominativi di tutti i componenti la compagnia di caccia, il nome del capo caccia e un suo recapito telefonico, il luogo di raccolta dei cinghiali e il nome del responsabile del locale nel quale sono custoditi i cinghiali. Le compagnie che richiedono la deroga, sono tenute a predisporre un sistema di raccolta di campioni di milza, sangue e diaframma per ogni cinghiale abbattuto, organi che dovranno poi consegnare ai Servizi veterinari della Asl, inoltre, i cacciatori che fanno parte di tali compagnie, hanno l’obbligo di custodire le carcasse degli animali fino a quando i campioni consegnati non avranno ottenuto l’esito degli esami di laboratorio, finalizzati a verificare la presenza in particolare di trichinellosi e Psa. In caso di esito positivo di tali accertamenti, gli stessi cacciatori dovranno mettere a disposizione le carcasse per la distruzione.
Dalla Asl di Nuoro hanno sottolineato che la collaborazione dei cacciatori è di fondamentale importanza per la riuscita del campionamento e il raggiungimento del numero minimo di campioni da prelevare, pari ad almeno 96 cinghiali controllati. Qualora non venga raggiunto l’obiettivo, la zona infetta non potrà essere revocata e permane quindi il divieto di caccia. Com.