La seduta si è aperta sotto la presidenza della Presidente Lombardo. Dopo le formalità di rito l’assemblea è passata all’esame del punto all’ordine del giorno, il DL n. 265/A.
Luciano Uras, (Misto) ha sollevato una questione pregiudiziale sull’ordine del giorno in base all’articolo 86 del Regolamento. Per una serie di ragioni, ha spiegato: la prima riguarda la priorità con cui procedere nei lavori consiliari, che per noi devono essere incentrati sugli interventi di contrasto alla crisi ed alla povertà. La seconda è fondata sul fatto che il nuovo piano paesaggistico ora all’esame della giunta inciderà profondamente e pesantemente, attraverso la solita pratica derogatoria, sul provvedimento in esame. Di conseguenza il consiglio dovrebbe occuparsi della materia urbanistica senza conoscere la nuova disciplina paesaggistica. Inoltre, logica vorrebbe che la pianificazione paesaggistica fosse essere un intervento di legislatura, che prescinde dall’alternarsi delle maggioranze. Anche perché la mancanza di certezze ha un impatto fortemente negativo sulla programmazione degli enti locali. Il Piano casa in vigore, ha concluso Uras, ha prodotto, al netto della propaganda, 7000 posti in meno nell’edilizia anziché 400.000 in più come era stato pomposamente annunciato. Se poi il centro destra intende proseguire, presenteremo solo emendamenti abrogativi.
Giampaolo Diana, capogruppo del Pd, ha detto che “fra ieri e oggi il consiglio ha fatto un lavoro importante per iniziativa dei gruppi e dell’ufficio di presidenza, anche se non si è riunito. E la prossima settimana si potrà rimediare alla figuraccia della precedente a proposito della proposta di riduzione dei consiglieri. Quindi, secondo l’esponente del Pd, “l’ordine del giorno non deve proseguire in questa maniera, ma l’aula deve recuperare il senso dell’etica della responsabilità istituzionale, guardando ai problemi veri della Sardegna, al dramma economico ed ai suoi riflessi sociali ancora più drammatici prodotti dalla crisi. Partendo da questa premessa, Diana ha sostenuto che il Piano casa non è priorità, perché siamo convinti che attacca pesantemente il Ppr e su questa materia non devono proseguire i lavori. È opportuno perciò che la proposta sia riportata in commissione: sarebbe l’unica occasione che resta al consiglio per dimostrare la volontà di recuperare il senso di responsabilità perduto, tornando in sintonia con la società sarda. Se il centro destra si ostinerà nella sua decisione, si assumerà la responsabilità gravissima di privilegiare il pagamento di cambiali da far riscuotere a qualcuno.
Matteo Sanna (Udc-Fli) si è espresso in modo contrario alla pregiudiziale, sostenendo che il disegno di legge in esame è comunque una priorità, anche se non l’unica. E intanto riduttivo definirlo Piano casa; è una legge che introduce norme chiare e certe per tutti e più di 17000 famiglie sarde ne hanno usufruito, questi sono i dati veri. Inoltre, molti emendamenti di questo disegno di legge vengono dall0opposizioni e sono stati recepiti perché hanno migliorato il testo. Anche la discussione dell’aula potrà dare ulteriori contributi positivi. Il dato delle 17000 famiglie, ha dichiarato inoltre Sanna, è importante anche per un altro aspetto. La maggioranza degli interventi che hanno ottenuto la concessione sono piccoli ampliamenti di povera gente, che non può avere una casa e non può sostenere gli alti costi del mercato immobiliare. Una situazione, va detto, causante in parte anche da alcune scelte della passata legislatura. Abbiamo promesso in campagna elettorale regole uguali per tutti, ha aggiunto Sanna, “ed è un impegno che vogliamo mantenere. Non accettiamo di essere arruolati fra gli speculatori e respingiamo l’accusa di dover pagare cambiali a qualcuno. È dovere di tutti i consiglieri di dare risposte ai cittadini, abbandonando le speculazioni estremistiche.
Il capogruppo del Pdl on. Mario Diana ha annunciato il voto contrario perché l’intendimento del centrosinistra “è solo quello di far decadere il termine ultimo per il Piano casa”. Dopo aver precisato di essere disponibile ad andare avanti ad oltranza e di non voler svilire il Piano paesaggistico regionale, l’on. Diana ha citato la frase di un autorevole esponente dell’Ance, l’associazione dei costruttori: “Se non ci fosse stato il Piano casa che sta attenuando un’economia asfittica, saremmo tutti con i libri in tribunale”.
La presidente on. Lombardo ha messo in votazione la questione pregiudiziale. Per alzata di mano il Consiglio l’ha respinta.
Intervenendo sull’ordine dei lavori, Pietro Pittalis (Pdl) ha chiesto che si richiami in Aula il disegno di legge, all’esame della Prima Commissione, con il quale la Giunta propone la riduzione dei numero dei consiglieri regionali da 80 a 60.
La presidente on. Lombardo ha spiegato che la Giunta deve proporlo alla Conferenza dei capigruppo e che la decisione deve essere unanime.
Intervenendo sul regolamento, Gavino Manca (Pd) ha accusato la Giunta di essere “totalmente inadempiente” sul problema dei lavoratori dei Csl e ha sollecitato la convocazione della Commissione d’inchiesta sulla mancata applicazione delle leggi regionali. Nonostante una risoluzione approvata all’unanimità il 13 settembre, ha spiegato, al 6 ottobre non risulta preso alcun tipo di impegno. Inoltre, rispetto a quanto dichiarato in audizione dal direttore generale dell’Assessorato degli Enti Locali, Manca ha aggiunto di essere in possesso di una nota dello stesso Assessorato che “dice cose opposte”: “Non è possibile che gli indirizzi del Consiglio vengano disattesi”.
La presidente Lombardo ha ricordato di averlo già fatto presente all’assessore del Lavoro Antonello Liori e ha sottolineato che sarà suo preciso dovere sollecitare la Giunta.
Intervenendo sull’ordine dei lavori, il capogruppo del Misto on. Luciano Uras, in qualità di presidente della Commissione d’inchiesta, ha contestato le comunicazioni “non ufficiali” in base alle quali non sembra che si stia andando verso la nomina di commissari ad acta. Ha poi criticato un sistema che da anni lascia le leggi inapplicate. Uras ha chiesto una deroga per poter convocare la Commissione al termine della seduta perché “intendo proporre alcune iniziative”. Oltre queste, ha annunciato di voler procedere con un esposto alla magistratura.
La presidente Lombardo ha ricordato che, per la deroga, occorre l’accordo dei capigruppo. Poi ha dato la parola a Matteo Sanna (Udc-Fli) per l’illustrazione della relazione di maggioranza presentata al disegno di legge 265/A.
Sanna ha spiegato che, davanti alla grave crisi socio-economica, occorrono misure straordinarie e che il testo all’esame dell’Aula punta, innanzitutto, a chiarire gli aspetti critici emersi nell’applicazione della legge 4 del 2009. In particolare, si punta alla proroga del Piano casa per un anno e a semplificare le procedure amministrative in materia edilizia e paesaggistica. Il relatore di maggioranza ha ricordato che non è in pericolo la tutela dei territori, ma che si intende proporre una visione che non sia più solo vincolistica. Sanna ha ricordato che le modifiche proposte scaturiscono da un confronto con le amministrazioni locali e con le associazioni di categoria in un’ottica di sviluppo che successivamente dovrà passare attraverso la rivisitazione del Piano paesaggistico e una nuova legge urbanistica. Sfidando i contestatori a citare, tra gli oltre 17.000 interventi autorizzati, un solo caso di speculazione o di lottizzazione selvaggia, ha aggiunto che i Piani Casa della Sardegna e del Veneto sono gli unici che hanno prodotto risultati. “Non c’è alcuna cambiale all’incasso con il mondo del mattone. C’è l’esigenza di dare risposte ai cittadini – ha concluso l'on. Sanna - Questa è una legge per i sardi che chiedono di essere aiutati con strumenti snelli e leggi eque.”
Luigi Lotto (Pd), relatore di minoranza, ha premesso che “tutti abbiamo presente la grave crisi della Sardegna e del comparto in particolare sofferenza come l’edilizia. Del blocco dell’edilizia sono però responsabili le amministrazioni pubbliche di ogni livello che, a causa di una interpretazione restrittiva del patto di stabilità, non pagano i fornitori spingendo le soprattutto le piccole imprese fuori dal mercato e in alcuni casi verso il fallimento. Questa è una responsabilità del governo nazionale e anche della regione sarda”. Soffermandosi sui contenuti della legge, Lotto ha sottolineato che “così come le sue precedenti versioni, in realtà, stravolge il piano casa nazionale, che peraltro aveva creato artificiosamente il bisogno di ingrandire la propria abitazione. Non è una legge migliorativa, non viene incontro ai tanti cittadini che non hanno una casa, e fa piazza pulita della programmazione urbanistica intaccando pesantemente l’autonomia dei Comuni in materia. E’ una legge che, inoltre, aggira il Ppr consentendo l’edificazione in zone vincolate, in un quadro sostanzialmente speculativo, trascurando la qualità costruttiva e l’efficienza energetica, ristretta ai volumi aggiuntivi”. Il vero problema, ha dichiarato l’on. Lotto, “è che non si è voluto risolvere né prima né ora, cioè rendere compatibile la normativa regionale con la pianificazione urbanistica dei Comuni. Particolarmente pericolosa, inoltre, la parte delle legge che ammette ai benefici anche i titolari di costruzioni abusiva con richiesta di sanatoria o che hanno presentato accertamento di conformità. Così si entra nelle situazioni dei singoli, perché è vero che ci sono grandi abusivi e piccoli abusivi, ma così si sta legittimando la logica secondo cui, alla fine, la legge si può sempre violare senza pagarne il prezzo. Infatti, ci sono alcune norme non ad personam ma ad progettum.”
Gianvalerio Sanna, anch’egli del Pd, ha rilevato in apertura, sul piano generale, di non voler “cercare una contrapposizione fine a se stessa con il centro destra sulla capacità della politica di mantenere la sintonia con il mondo esterno. Non c’è una logica nell’atteggiamento di Matteo Sanna di proseguire nella discussione di questa legge dopo che la giunta ha avviato, in solitudine, il processo di revisione del Ppr che ne è un presupposto giuridico fondamentale. Del resto non si può chiedere coerenza a chi ha ignorato gli appelli al senso di responsabilità, rivolti ai consiglieri dalla Presidente dell’assemblea, insistendo per l’esame di questa legge”. Sanna ha poi affermato che “negli ultimi anni, in Italia, il settore edilizio è crollato del 20%; non sarà mica colpa mia o di Soru? Le elezioni del 2009 sono finite. La revisione del Ppr che ha in mente la giunta è uno stravolgimento enorme; con queste modifiche la legge 4 spazza via la base strutturale della normativa vigente con la rimozione scientifica delle disposizioni di salvaguardia del paesaggio, scaricando fra l’altro una quantità enorme di volumetrie sulle zone turistiche e rimettendo in circolo quanto era stato bloccato nel 2006 con il Ppr”. Di fronte a questo scenario, ha concluso l’esponente del Pd, “il centro sinistra, nella sua totalità, non deve spezzettare il suo giudizio per qualche norma magari accettabile presente nelle legge, ma confermare con forza il suo voto contrario. Il centro destra non riuscirà a bloccare la rabbia della gente con la demagogia di questo provvedimento scellerato, fatto da principianti dell’urbanistica”.
La presidente ha dato la parola a Franco Cuccureddu (Mpa- Gruppo Misto) sull’ordine dei lavori. Il consigliere regionale ha chiesto spiegazioni sul motivo per cui la legge sulla riduzione del numero dei consiglieri regionali non fosse ancora stata inviata al Governo. La presidente Claudia Lombardo lo ha informato che la legge non è stata ancora trasmessa in quanto manca la relazione.
È poi intervenuto Carlo Sechi (Sel – Gruppo Misto): “La Giunta Cappellacci torna in aula con i suoi effetti speciali, ossia quelli del mattone, mentre la gente è in una situazione di grave stato di necessità, di povertà e di sconforto”. Sechi ha sottolineato che questo piano “propone di costruire negli arenile, ed è chiaro che la Giunta voglia giocare senza regole”. Per l’esponente di Sel – Gruppo Misto questa non è una strategia per lo sviluppo: “Non è un Piano casa, oggi un piano casa non avrebbe senso”. L’esponente dell’opposizione ha evidenziato, infatti, che ormai tutti i giornali parlano della crisi del comparto edilizio da nord a sud, con un mercato ormai fermo da tempo. Sechi ha ripercorso tutte le tappe della crisi nell’Isola, dalla situazione delle industrie fino al comparto lattiero- caseario, sottolineando che per tutti questi settori e per tutti i lavoratori coinvolti la Regione non è riuscita a fare niente. “In questa ossessione di costruire state portando la Sardegna alla desertificazione ”. Sechi ha proposto, per rilanciare il turismo in Sardegna, di seguire l’esempio della Corsica e di Minorca “ma bisognerà sicuramente migliorare la rete viaria interna e i trasporti da e per l’Isola”. L’esponente dell’opposizione ha poi annunciato: “Ci opporremo con ogni mezzo contro questa legge”.
Il vice presidente del Consiglio regionale, Michele Cossa, ha sospeso la seduta fino alle 13,24 per mancanza del numero legale. La verifica della presenza in aula dei consiglieri era stata chiesta dal capogruppo del Pd, Giampaolo Diana.
Alla ripresa dei lavori ha preso la parola Renato Soru (Pd) che ha definito questo provvedimento “un cavallo di troia, un colpo di teatro per ingannare noi e i sardi”. Per l’esponente dell’opposizione la maggioranza ha presentato “un cavallo di troia che finge di essere d’aiuto alle famiglie e alle piccole imprese sarde”. Per l’on. Soru: “Il problema delle imprese non viene risolto dal Piano casa, ed è dovuto all’assenza totale di risorse pubbliche da utilizzare per finanziare le grandi infrastrutture. Risorse portate via dai fondi Fas e dal ritardo cronico con cui stiamo spendendo i fondi”. L’esponente del Pd ha poi proseguito: “Questa legge è un cavallo di troia che saccheggerà la Sardegna, distruggerà l’ambiente, cancellando le norme di salvaguardia”, spiegando poi che le norme del Ppr sarebbero comunque venute meno una volta approvati i Puc, ossia i piani urbanistici comunali. “Il Ppr prevede norme generali e astratte. Il problema non è eliminare le norme di salvaguardia ma approvare i Puc”. Soru ha spiegato poi che il Ppr “non erano vincoli, lacci e laccioli, ma regole che avrebbe fatto passo indietro una volta approvato il Puc. Il Ppr è un piano di sburocratizzazione e di semplificazione dentro le regole. Il Ppr – ha proseguito - ha resistito a 1007 ricorsi e in alcune ultime sentenze del Consiglio di Stato viene trattato quasi con termini poetici per la qualità dell’intervento legislativo”. L’esponente dell’opposizione ha spiegato inoltre che nessuno ce l’ha con i costruttori, che “potrebbero ricostruire, restaurare e migliorare”, ricordando che nella scorsa legislatura, a fianco al Ppr, sono stati fatti manuali per il restauro dei centri storici di tutte le zone della Sardegna, e che questo era un modello di sviluppo che si basava sulla tutela ambientale”.
Radhouan Ben Amara (Misto) ha ripercorso in apertura alcuni passaggi degli interventi dei colleghi Gianvalerio Sanna, che ha apprezzato “per la profondità giuridica e la tensione morale” e di Matteo Sanna, che a suo giudizio ha mostrato tratti “socialmente nobili”. La legge, tuttavia, è a suo giudizio “di gran lunga peggiorativa dopo il fallimento del primo piano casa, ed è un inganno proclamare che farà ripartire l’economia della Sardegna. Al contrario, ci saranno conseguenze nefaste per edifici sottoposti a vincoli, emergeranno gli insanabili contrasti con il codice Urbani, si provocheranno effetti devastanti sul fragile sistema urbano dell’isola e sul suo patrimonio architettonico e storico”. Il territorio, ha continuato Ben Amara, “deve essere spazio pesato, un prodotto culturale che dobbiamo coccolare e custodire senza aggressioni, dove una comunità soddisfa i suoi bisogni vitali anche attraverso una sua estetica. Deve tenere in considerazione le realtà geografiche, affettive, simboliche e storiche dei luoghi”. Da questa legge invece, ha continuato l’esponente del gruppo Misto, “deriveranno solo infinti contenziosi fra cittadini e pubblica amministrazione, perché è insanabile la contraddizione fra il Ppr e gli interventi autorizzati ad esempio sulle zone agricole e fasce costiere. La nozione dell’abitare significa praticare l’arte geografica, una alchimia misteriosa che lega l’esterno all’interno, ma qui c’è solo un disegno surreale, manca ritmo, suono, dimensione, si distribuisce lo spazio secondo le convenienze dell’edilizia speculativa e, soprattutto, si aggraverà lo scoppiamento dei territori sotto il martellare incessante della globalizzazione e del consumo sfrenato”.
Il vice Presidente Cossa ha sospeso la seduta. I lavori riprenderanno nel pomeriggio alle ore 16.00. Red