Con 51 voti favorevoli, 2 contrari e 3 astensioni, il Consiglio regionale ha approvato un ordine del giorno che impegna la Giunta ad assumere le iniziative presso il Governo al fine di: rivisitare complessivamente la presenza delle servitù militari in Sardegna; contemperare le esigenze nazionali di sicurezza con quelle della tutela delle popolazioni e dei territori; riesaminare i pareri e le concessioni rilasciate a favore della installazione dei radar militari costieri, dei tralicci e delle apparecchiature; sollecitare la riconvocazione delle conferenze di servizio coinvolgendo i cittadini direttamente interessati.
In precedenza, l'assessore degli Enti Locali Nicolò Rassu aveva invitato tutti a fare dei ragionamenti obiettivi. Dichiarando di non conoscere le motivazioni strategiche che avevano spinto il Governo ad acquistare apparecchiature radar israeliane, Rassu aveva detto di non credere che la potestà autonomistica della Regione possa bloccare tutto. Piuttosto, si era augurato, occorrerebbe chiamare l'autorità governativa ad un tavolo di trattativa sulla questione delle servitù militari che restano di interesse generale dello Stato. L'assessore aveva poi dichiarato di attendere "con curiosità e interesse" la lettura della sentenza del Tar che ha sospeso l'installazione dei radar a Tresnuraghes, Sant'Antioco e Fluminimaggiore: "Probabilmente si potrà trarre spunto per normare in materia e limitare l'invasione, detto tra virgolette".
I lavori del Consiglio riprenderanno martedì 13 settembre alle ore 10 per proseguire l'esame della proposta di legge sul turismo golfistico. Red