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Taglia dei ribelli sul Rais, ‘vivo o morto’.

Il Cnt offre 1,6 milioni di dollari a chiunque catturi o uccida Muammar Gheddafi. Il presidente del consiglio di transizione Mustafa Abdel Jalil ha dichiarato che a chiunque consegnera' il rais sara' concessa l'amnistia.

Gheddafi potrebbe essere nascosto da qualche parte nella zona sud di Tripoli, dove sono in corso combattimenti tra i ribelli e le forze lealiste. E' quanto affermano alcuni ufficiali dei rivoltosi, secondo quanto riporta Al Arabiya. Proprio nella zona meridionale della capitale vicino al compound di Bab al Aziziya, c'è l'hotel Rixos, teatro di scontri e dove 35 giornalisti stranieri sono tenuti bloccati dalle forze del Colonnello.

Bombardamenti da parte delle forze lealiste sono in corso nelle zone centrali di Tripoli, secondo quanto afferma un portavoce dei ribelli. Tra gli obiettivi dei colpi d'armi pesanti c'e' ancora il compound di Bab al Aziziya, espugnato ieri dalle forze anti-regime.

"Ci sono cecchini appostati in alto al di fuori del perimetro di Bab al Azizya, ce ne sono decine e non si riesce a capire dove sono". Lo ha detto il capo di un gruppo di insorti libici a Tripoli, Nouri Mohamed, all'Afp. Diverse strade del centro della capitale libica stamani appaiono deserte proprio a causa delle "decine" di cecchini lealisti disseminati in città.

Violenti combattimenti si verificano in queste ore nel quartiere di Bab al Aziziya, a Tripoli, dove sorge il compound-fortezza di Muammar Gheddafi preso ieri dai ribelli. Lo ha constatato l'Afp sul posto. Una spessa colonna di fumo si innalza dal settore del compound, dove sono stati segnalati tiri di armi leggere, di mitragliatrici pesanti, di Rpg e di mortaio, mentre gli scontri si sono allargati anche al vicino quartiere di Abu Slim da dove i ribelli si stavano ritirando. Alcuni combattenti hanno detto di procedere a una manovra per tentare di prendere i lealisti alle spalle, nel settore vicino all'hotel Rixos, dove una trentina di giornalisti stranieri sono confinati da uomini armati.

Il presidente russo Dmitry Medvedev chiede a Muammar Gheddafi e agli insorti libici di avviare negoziati: "Noi vorremmo che i combattimenti cessassero il prima possibile e che le parti si sedessero intorno a un tavolo per raggiungere un accordo sul futuro della Libia", ha detto Medvedev, dopo aver incontrato il leader nordcoreano, Kim
Jong-il, in una base della Siberia. 

"Nonostante gli insorti abbiano avuto alcuni successi a Tripoli, Gheddafi e i suoi sostenitori mantengono ancora una certa influenza, un certo potenziale militare", ha detto Medvedev.

"La gente si avventura timidamente per le strade che sono pattugliate dagli
uomini della ribellione. Mancano cibarie e carburante", riferiscono da Tripoli fonti contattate dall'agenzia vaticana Fides, dopo l'assalto al complesso di Bab
al Aziziya, la residenza di Gheddafi, condotto dalle forze congiunte del Consiglio Nazionale Transitorio (Cnt) di Bengasi e delle locali tribu' berbere, sotto l'ombrello protettivo dei bombardamenti aerei.

Sono ripresi stamani prima dell'alba i bombardamenti aerei della Nato su Tripoli. I ribelli annunciano che oggi marceranno sul quartiere di Abu Salim, sede del carcere dove nel '96 sarebbero stati uccisi 1.300 oppositori. Ma Gheddafi e i suoi non si arrendono. Il rais è tornato a farsi sentire fra ieri sera e stamani con messaggi audio: ha detto di aver fatto una passeggiata in incognito per Tripoli e ha invitato i libici a "ripulire" la città dagli insorti.

Ieri sera il rais aveva diffuso un audio su una radio locale, ripreso dalle tv, in cui diceva che il ritiro dalla sua residenza-fortezza di Bab al-Aziziya era stata una "mossa
tattica" e giurava "morte o vittoria". Il portavoce del governo Ibrahim Mussa in una telefonata a una tv ha detto che il regime può resistere "mesi o anni" e trasformare il paese in un "vulcano". Mussa ha anche annunciato che i lealisti hanno arrestato quattro esponenti "di alto livello" del Qatar e un cittadino degli Emirati arabi che avrebbero aiutato i ribelli. Stamani all'alba, Gheddafi è tornato a farsi sentire con un
audio trasmesso dalla tv siriana al-Rai. Il rais ha detto di aver fatto un giro in incognito per Tripoli e ha invitato i libici a raggiungere la capitale per "ripulirla dai ratti".
I lealisti ieri sera hanno lanciato diversi missili Scud da Sirte verso la roccaforte degli insorti Misurata. Missili Grad sarebbero caduti anche sulla capitale e nella notte i lealisti avrebbero attaccato la città di Ajelat, a ovest di Tripoli, con missili e carri armati.

Colpi di armi pesanti sono stati uditi a Tripoli provenienti dalla zona dell'Hotel Rixos,
l'albergo dei giornalisti -non lontano dal compound di Bab al Aziziya- dove da due giorni sono bloccati diversi reporter stranieri. Lo riferiscono giornalisti della Reuters sul posto.

La Gran Bretagna si prepara a chiedere una risoluzione all'Onu per lo sblocco a vantaggio dei ribelli di tutto o parte dei dei 12 miliardi di sterline di beni libici
congelati in Gran Bretagna. La Gran Bretagna non invierà comunque truppe di terra in Libia: lo ha detto il vice-primo ministro Nick Clegg dopo la riunione del Consiglio di Sicurezza Nazionale a Londra. "Non si parla di truppe di terra. Non si parla di
un'invasione della Libia", ha detto Clegg a SkyNews.

La Francia è stata la prima potenza occidentale a riconoscere il CNT come unica autorita' legittima della Libia. Sarkozy ha invitato Jibril in Francia oggi, prima di partire per una visita ufficiale in Cina e Nuova Caledonia. Ieri l'Eliseo ha proposto l'organizzazione in tempi rapidi a Parigi, in data da definire, di una "conferenza internazionale di sostegno alla Libia". Dovrebbero partecipare i circa 30 paesi e
organizzazioni che fanno parte oggi del "gruppo di contato" sulla Libia.

Alla corsa al dopo gheddafi partecipa anche l'Italia. Il presidente del Consiglio Silvio
Berlusconi incontrerà domani mattina in Prefettura a Milano il primo ministro del Consiglio Nazionale Transitorio libico Mahmud Jibril.

Il principe ereditario al trono di Libia, Mohammed el-Senussi, è pronto a tornare in Libia se il popolo lo chiede. In un'intervista al settimanale Die Zeit il 39enne principe, che dal 1988 vive in esilio a Londra, spiega di essere "incredibilmente felice ed orgoglioso del mio popolo nel vedere sventolare su Tripoli la bandiera della libertà".

El-Senussi, che chiede l'instaurazione in Libia di "uno Stato democratico", si dice "pronto a servire", se i libici glielo chiederanno, ma questo "deve essere il popolo a deciderlo". El-Senussi afferma di avere già avuto contatti con responsabili politici francesi e di avere incontrato gli ambasciatori a Tripoli di Francia e Gran Bretagna. Riguardo alla situazione attuale nel suo Paese, l'erede al trono nega la possibilità di un disfacimento dello Stato, poiche' "la Libia non è l'Afghanistan, l'Iraq o lo Yemen", in quanto "il sistema delle tribù è completamente differente. Le tribu non vogliono il potere, ma solo una vita normale. I libici non sono musulmani fanatici".

Gheddafi:"Vittoria o morte", il Rais resiste contro il mondo intero.

Gheddafi non molla e nelle ultime ore è tornato a farsi vivo con due messaggi audio: "Vittoria o morte", tuona il leader libico alla radio mentre un portavoce del regime minaccia di trasformare la Libia in un 'vulcano' sostenendo che il governo di Gheddafi resisterà mesi o addirittura anni. Quasi a evocare quanto appena dichiarato, le forze lealiste hanno lanciato una offensiva nella notte sparando fra l'altro diversi missili Scud dalla zona di Sirte, città di origine del leader libico, verso l'enclave di Misurata, controllata dai ribelli.

Mentre il mondo si chiede che fine abbiano fatto il colonnello e i suoi figli dopo che gli insorti hanno espugnato il compound di Bab al-Aziziya, Gheddafi parla con una radio locale di Tripoli: "la ritirata dal bunker è stata una mossa tattica", ha sostenuto il rais. Nel discorso, citato dalle tv satellitari Al Orouba e Al-Rai, Gheddafi ha giurato "vittoria o morte contro l'aggressore".

"Tutti i libici devono essere presenti a Tripoli - ha detto Gheddafi in un secondo messaggio audio diffuso dai circuiti internazionali - giovani, uomini e donne delle tribù devono percorrere Tripoli e rastrellare i traditori". "Sono stato un poco in giro a Tripoli con discrezione, senza essere visto dalla gente - ha aggiunto - e... non ho sentito che Tripoli fosse in pericolo".

A tripoli si continua a combattere. Le esplosioni, in rapida successione, hanno fatti tremare i muri degli edifici a chilometri di distanza. L'area colpita  è presumibilmente nella zona di Abu Slimi, che sarebbe il prossimo obiettivo dell'avanzata degli insorti.  Lungo la strada che porta dal compound di Gheddafi (devastato ieri) al famigerato carcere speciale del regime, passando per l'hotel Rixos dove si trovano gli inviati stranieri, si leva alta una colonna di fumo.