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Csm, prsidente Vietti – Giustizia nella manovra: qusta è una delle priorità che manca nella manovra.

L'unica ad aver sollevato il problema nel corso del dibattito in Parlamento sulle misure anti crisi proposte dal ministro Tremonti era stata Emma Bonino. Ma ora è il vicepresidente del Csm Michele Vietti a dire che "la giustizia civile deve essere nel pacchetto di misure per fronteggiare la crisi", magari pensando a un "processo breve civile".

Nell'intervista al Corriere della Sera Vietti dice di reputare "una grave e preoccupante carenza" il fatto che non ci sia. Perché, spiega, basta leggere l'ultima relazione di Bankitalia per sapere che la giustizia civile ci costa "l'1% del Pil, all'incirca 22 miliardi di euro, quasi quanto metà manovra". Quando vengono ricordati gli oltre 5 milioni di processi arretrati, il vice presidente del Csm fa presente, pur con  un "approccio prudente" che anche per la giustizia civile "ci potrebbero essere le condizioni di necessità e urgenza. Non mi pare che fin qui si sia osato molto".

Per Vietti sono "tre i fronti da aggredire". Primo: l'abnorme accesso alla giustizia civile intervenendo con una modifica dell'articolo 24 della Costituzione che "impone una tutela unicamente giurisdizionale dei diritti"; questo comporterebbe "una scrematura preventiva dei giudizi civili".

E dopo - aggiunge - "ci vuole, diciamo cosi, un processo breve civile, questo si urgente, con durata massima di tre anni per giungere al giudicato", anche per rispettare "il principio di ragionevole durata". Inoltre si può  "ipotizzare una responsabilità disciplinare dei magistrati" che devono condurre in porto le cause e la possibilità di accordarsi sui tempi. Tutto questo, conclude Vietti, si può agganciare alla manovra nella parte "in cui si riduce il numero delle province", e per esempio "trasformare tutti i tribunali infra-provinciali in sezioni distaccate di quello del capoluogo di provincia", oltre allo "smaltimento dell'arretrato civile".