Press "Enter" to skip to content

Lavoro, audizioni in Seconda Commissione sulla proposta di legge n.58 per il contrasto del dumping contrattuale nei lavori pubblici.

Cagliari, 20 Nov 2025 – L’introduzione di un salario minimo di 9 euro all’ora, misure per la qualità del lavoro, la salute e la sicurezza dei lavoratori. Sono questi gli obiettivi della proposta di legge n.58 per il contrasto del dumping contrattuale negli appalti pubblici su tutto il territorio regionale (primo firmatario Alessandro Solinas M5S) all’esame della Seconda Commissione del Consiglio regionale che questa mattina ha sentito in audizione i rappresentanti di Cgil, Confindustria e Confartigianato.

«Si tratta di una proposta estremamente interessante di cui abbiamo discusso anche con il livello nazionale del sindacato – ha detto il segretario della Cgil Fausto Durante – condividiamo l’obiettivo di garantire condizioni contrattuali e salariali migliori per il lavoro in regime d’appalto. Auspichiamo che il provvedimento venga approvato in tempi rapidi». Il segretario della Cgil ha quindi segnalato alcune piccole correzioni per agganciare la norma regionale alla più recente legislazione nazionale per l’applicazione dei contratti collettivi di lavoro e al decreto legislativo n.36/2023 per evitare i subappalti a cascata.

Positivo anche il giudizio del responsabile dell’Area Lavoro di Confindustria Fulvio Nieddu: «Apprezziamo il coinvolgimento delle forze datoriali su un tema che ci sta molto a cuore e che riguarda la qualità e la sicurezza del lavoro». Sul fronte del salario minimo indicato in legge, Nieddu ha invitato il parlamentino a valorizzare i contratti collettivi nazionali: «In molti settori il limite dei nove euro è già superato. La legge in discussione tenga conto della nuova legge nazionale n.144 del 2025 che recepisce la direttiva europea sul salario minimo. Questa normativa traccia una direzione e fa un riferimento preciso ai contratti collettivi più applicati».

Più critica la posizione del segretario regionale di Confartigianato Daniele Serra: «Condividiamo gli obiettivi della proposta di legge per assicurare più qualità nel lavoro questo però deve avvenire tenendo conto delle diverse realtà. Alcune disposizioni come quelle sui criteri di premialità rischiano di penalizzare le piccole e le microimprese». Secondo Serra, le aziende artigiane fanno già molto per assicurare più qualità nel lavoro: «Non dipende da loro il mancato aumento degli stipendi. Si tenga conto che oltre il 50% dei costi se ne va in contributi e tasse».

Secondo Confartiginato, va chiarito meglio come le norme regionali andranno a integrarsi con quelle nazionali scongiurando il rischio di una sovrapposizione o, nel peggiore dei casi, di una conflittualità. «Il faro deve essere quello dei contratti collettivi nazionali, è il modo migliore per tutelare i lavoratori – ha detto Serra – la soglia del salario minimo deve discendere dai contratti collettivi, è sbagliato inserirla in legge». Un accenno infine alla mancata previsione di una dotazione finanziaria: «Senza risorse il costo rischia di rimanere esclusivamente sulle spalle delle imprese».

Il primo firmatario della proposta di legge Alessandro Solinas ha apprezzato i suggerimenti arrivati dai sindacati e dalle forze datoriali: «Quello del salario minimo è un tema di principio e non tecnico – ha detto l’esponente di M5S – la norma si può adeguare in futuro tenendo conto di realtà come quelle rappresentate dalle microimprese. Sui maggiori costi per i datori di lavoro non ci sono rischi: sarà cura della Regione prevedere misure adeguate negli appalti pubblici». Com

More from ARCHIVIOMore posts in ARCHIVIO »
More from POLITICAMore posts in POLITICA »

Comments are closed.