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Dichiarazione di Silvio Lai (PD): “Vicenda Moby: cinque navi vendute, linee incerte e tariffe fuori controllo. Serve un nuovo patto sulla continuità marittima e un tavolo urgente tra Regione e MIT. Presentata un’interrogazione urgente a Salvini e Urso”.

Roma, 7 Nov 2025 – «La vendita di cinque navi principali del gruppo Moby e la chiusura dei rapporti con MSC segnano un passaggio delicatissimo per la continuità marittima con la Sardegna. Non si tratta solo di una vicenda societaria, ma di una questione che tocca da vicino il diritto dei cittadini sardi alla mobilità, l’occupazione marittima e la sostenibilità economica dei collegamenti con la penisola.»

Lo dichiara Silvio Lai, deputato e segretario regionale del Partito Democratico, dopo aver presentato un’interrogazione parlamentare ai Ministri delle Infrastrutture e dei Trasporti Matteo Salvini e delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso.

«Le cinque navi poste in vendita da parte di Moby-Tirrenia – Aki, Wonder, Athara, Janas e Ale 2 – sono le stesse che garantiscono ogni giorno le principali rotte tra la Sardegna e i porti di Genova, Livorno, Civitavecchia e Arbatax. L’operazione di vendita all’asta per 229 milioni di euro, legata al concordato e alla chiusura del debito verso MSC, comporta che Moby non sarà più proprietaria diretta della flotta ma ne conserverà solo l’uso, in leasing per quindici anni. È un passo che consente di chiudere i conti con i creditori, ma lascia aperte molte domande sul futuro industriale e sulla reale solidità della compagnia.»

Secondo Lai, «questa vicenda deve essere seguita con grande attenzione dal Governo, perché i collegamenti marittimi non possono dipendere da operazioni finanziarie complesse né da rapporti di leasing che potrebbero mettere a rischio la continuità del servizio. Per i sardi, il collegamento con la penisola non è una rotta commerciale qualunque: è un diritto essenziale e una garanzia di cittadinanza.»

Il deputato dem sottolinea anche le difficoltà vissute dai cittadini negli ultimi anni: «L’attuale bando di continuità territoriale, in scadenza nel 2026, ha rappresentato un arretramento pesante. Le tariffe, soprattutto nel periodo estivo, sono diventate proibitive persino per i residenti. Famiglie che devono spostarsi per lavoro, studio o cure mediche si trovano a pagare cifre inaccettabili. È evidente che la continuità marittima, così com’è, non funziona più.»

Per questo, Lai chiede «la convocazione immediata di un tavolo nazionale con il MIT, il MIMIT, la Regione Sardegna e le organizzazioni sindacali, per verificare se Moby sarà in grado di garantire il servizio nel 2026, ma soprattutto per riscrivere da zero il nuovo bando per il 2027, che deve correggere gli errori di oggi e restituire ai sardi un servizio efficiente, accessibile e stabile.»

Un’altra emergenza riguarda il trasporto merci, che si avvia verso un ulteriore aumento dei costi:

«L’introduzione del sistema ETS per il trasporto marittimo – denuncia Lai – rischia di scaricare completamente i nuovi oneri ambientali sui cittadini e sulle imprese della Sardegna. Si tratta di una misura che, se non compensata da interventi governativi, può aggravare lo svantaggio competitivo dell’isola e aumentare il costo di tutti i beni essenziali.»

«Il Governo – conclude Lai – non può restare spettatore. Serve un piano complessivo sulla continuità territoriale marittima che metta insieme sicurezza, tariffe, ambiente e lavoro. Non è solo una questione economica, ma di coesione nazionale e di rispetto per una regione che vive la condizione dell’insularità ogni giorno». Com

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