Cagliari, 2 ottobre 2025 - “Delude apprendere ufficialmente dal ministro Urso che non si potrà più produrre zinco nel polo industriale di Portovesme. Dopo i proclami del 27 dicembre scorso, significa che questi nove mesi di attività non hanno portato ad alcun risultato ma abbiamo solo perso tempo. A ciò si aggiunge l’elemento sconcertante secondo cui non ci sarebbe alcuna possibilità di incidere sui costi dell’energia, e questo significa che è a rischio la ripresa dell’intero comparto produttivo di Portovesme”. Così l’assessore dell’Industria Emanuele Cani al termine del tavolo di aggiornamento sulla vertenza relativa alla Portovesme Srl, tenuto oggi al Mimit.
“L’incontro è stato anche l’occasione per ribadire che sulle altre vertenze Sulcis non emerge ad oggi alcun elemento di novità, fatta eccezione per l’approvazione del Dpcm energia, sul quale la Regione Sardegna ha apportato un contributo determinante.”, sottolinea l’assessore Cani. “Ricordiamo invece al ministro che la Regione, da parte propria, in questi mesi ha impegnato cospicue risorse da destinare all’infrastrutturazione del Consorzio industriale di Portoveseme e contestualmente ha riattivato il tavolo propedeutico a risolvere l’annoso problema del dragaggio del porto, che costituisce un elemento sostanziale ai fini della ripresa produttiva del polo industriale”.
“Convocherò nei prossimi giorni un tavolo con le organizzazioni sindacali per fare il punto su una situazione che appare piuttosto complessa e preoccupante”, annuncia Cani. “Nel contempo – aggiunge – confermiamo la nostra leale collaborazione con il Governo nel far fronte a tutte le problematiche ancora aperte e accogliamo con favore la proposta di un nuovo incontro per ulteriori approfondimenti, in particolare sulla questione delle materie prime critiche”.
“Un incontro mortificante per i lavoratori della Portovesme che attendevano segnali positivi”. Questo il commento dell’assessora del Lavoro Desirè Manca, intervenuta per chiedere garanzie in merito al mantenimento degli attuali livelli occupazionali.
“Alla specifica domanda in merito alle azioni che il Governo intende portare avanti per la conservazione dei circa 900 posti di lavoro, il ministro Urso non ha saputo rispondere. Sono profondamente rammaricata alla luce del fatto che, dopo dieci mesi di interlocuzioni, la Regione Sardegna e i lavoratori si aspettavano che le prospettive paventate dal ministro Urso si concretizzassero. Oggi invece apprendiamo che la strada della produzione di zinco e piombo non è più percorribile. Un clamoroso dietrofront al termine di un incontro totalmente deludente”.
“Prendo atto con grande preoccupazione che non si è addivenuti a una soluzione rispetto alla chiusura della linea zinco – commenta l’assessora dell’Ambiente Rosanna Laconi - ancor più in una fase nella quale la questione delle materie prime ha assunto, a livello comunitario e internazionale, un’importanza cruciale. Riguardo all’oggetto principale della riunione odierna, ovvero la proposta della Portovesme Srl di realizzare all’interno dell’area di stabilimento un impianto per il recupero del litio e di altre materie prime da una miscela di rifiuti denominata Black Mass costituito dai residui delle batterie, seppur prendendo atto della dichiarazione di strategicità del progetto da parte della commissione europea, non posso esimermi dall’evidenziare alcuni aspetti critici, peraltro già sottolineati dalla regione al ministero nell’ambito delle interlocuzioni funzionali al procedimento per la dichiarazione di strategicità in primis non si dispone ancora di un progetto sul quale fare le valutazioni in materia di tutela dell’ambiente, in particolare per quanto attiene alla problematica della qualità e della quantità di rifiuti che residuerebbero dal processo produttivo e del sito richiesto per lo smaltimento dei medesimi rifiuti. In secondo luogo mi preme rimarcare che uno degli aspetti più critici della proposta è costituito dal fatto che in Sardegna sarebbe prevista esclusivamente la prima fase del recupero e non la raffinazione del prodotto. Ciò, di fatto, non consentirebbe lo sviluppo di una filiera completa in ambito regionale, limitando le opportunità di impiego e di sviluppo. Ho infine evidenziato le criticità connesse alla realizzazione dei nuovi impianti all’interno di un’area ricompresa nel sito di interesse nazionale per le bonifiche, aspetto che dovrà essere attentamente analizzato sia in fase di predisposizione del progetto sia in fase di valutazione del medesimo da parte dell’autorità competente”, conclude l’assessora dell’Ambiente Rosanna Laconi. Com
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