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Kiev attacca le raffinerie russe, Zelensky: “Ecco le sanzioni più efficaci”.

Kiev, 15 Sett 2025 – I droni ucraini hanno colpito une delle più grandi raffinerie di petrolio della Russia, quella di Kirishi, situata nella regione di Leningrado. Lo ha dichiarato il governatore regionale Alexander Drozdenko. La raffineria di Kirishi è una delle più grandi in Russia e ha una capacità di lavorazione di oltre 17 milioni di tonnellate di petrolio all'anno. La difesa aerea russa ha intercettato tre droni nell'area di Kirishi, secondo Drozdenko. I rottami di un drone abbattuto si sono però schiantati sul sito della raffineria, innescando un incendio. L'incendio e' stato poi spento e non ci sono state vittime, ha aggiunto il governatore. Riprese video e foto di residenti locali, pubblicate dal canale di informazione russo di opposizione Astra, sembrano mostrare una grande esplosione e fiamme che si alzano dalla raffineria di Kirishi dopo l'attacco. 

La raffineria di Kirishi, nota anche come Kirishinefteorgsintez o Kinef, è una delle due principali raffinerie di petrolio russe per volume, insieme alla raffineria di petrolio di Ryazan. Controllata da Surgutneftegaz, l'impianto raffina circa 17,7 milioni di tonnellate all'anno (355 mila barili al giorno) di greggio russo, pari al 6,4% del totale del Paese. La raffineria si trova a oltre 800 chilometri dal confine con l'Ucraina.
L'agenzia di intelligence militare ucraina (Hur) ha dichiarato di aver già effettuato un attacco alla raffineria di Kirishi nel marzo 2025. L'ultimo attacco alla raffineria arriva poco dopo uno dei più grandi attacchi con droni contro l'Oblast di Leningrado durante la guerra su vasta scala. I droni del Servizio di Sicurezza dell'Ucraina (Sbu) hanno attaccato Primorsk, il più grande porto petrolifero russo sul Mar Baltico, nella notte del 12 settembre. Dopo l'attacco del drone ucraino, sono scoppiati incendi presso una delle navi e una stazione di pompaggio, costringendo alla sospensione delle spedizioni di petrolio, ha riferito una fonte del Sbu al Kyiv Independent.
Le forze ucraine hanno intensificato gli attacchi all'industria petrolifera russa nell'ultimo anno, costringendo a sospensioni operative e aggravando la carenza di carburante a livello nazionale. Kiev considera le raffinerie di petrolio russe validi obiettivi militari, in quanto finanziano e alimentano la macchina da guerra di Mosca.

"Le sanzioni più efficaci, quelle che funzionano più rapidamente, sono gli incendi alle raffinerie di petrolio russe, ai suoi terminal, ai suoi depositi di petrolio. Limitare significativamente l'industria petrolifera russa significa limitare significativamente la guerra". Lo ha detto il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, nel consueto discorso serale. 

"La guerra russa è essenzialmente una questione di petrolio, di gas e di tutte le altre risorse energetiche", ha ribadito Zelensky, ringraziando ancora le forze speciali dei servizi di sicurezza ucraini, "che hanno svolto un ottimo lavoro di recente a Primorsk, colpendo il più grande terminal petrolifero russo sul Mar Baltico". "I danni sono ingenti, tutto è stato verificato. E questo è tangibile per il nemico", ha assicurato il presidente ucraino, secondo cui "le nostre forze speciali tengono d'occhio anche il porto di Ust-Luga e tutti gli altri punti di accesso russi al mercato mondiale". "Oggi, i droni del servizio di sicurezza ucraino sono in grado di operare a distanze di oltre mille chilometri", ha concluso.

Il presidente polacco, Karol Nawrocki, ha firmato una risoluzione che autorizza la permanenza sul territorio della Repubblica di Polonia di soldati stranieri della Nato nell'ambito dell'operazione "Sentinella dell'Est". Lo ha annunciato l'Ufficio per la sicurezza nazionale di Varsavia secondo quanto riportano i media polacchi.

Il ministero degli esteri romeno ha convocato l'ambasciatore russo a Bucarest, al quale ha consegnato una nota di protesta per lo sconfinamento di un drone russo nello spazio aereo della Romania. Al diplomatico, riferiscono i media regionali, è stato rilevato che tale episodio costituisce una "violazione della sovranità della Romania", con la richiesta di "adottare misure" al fine di evitare incidenti analoghi in futuro.

La Romania ha condannato "con fermezza" domenica l'intrusione di un drone russo nel suo spazio aereo durante un attacco contro la vicina Ucraina il giorno prima, affermando che le azioni di Mosca costituiscono una "nuova sfida" per la sicurezza del Mar Nero.  Il Paese membro della Nato "condanna fermamente le azioni irresponsabili della Federazione Russa e sottolinea che esse rappresentano una nuova sfida per la sicurezza e la stabilità regionale nella regione del Mar Nero", ha dichiarato il Ministero della Difesa in un comunicato, aggiungendo che "tali incidenti dimostrano la mancanza di rispetto della Federazione Russa per il diritto internazionale". 

“L'incursione della Russia nello spazio aereo rumeno costituisce ancora una volta una palese violazione della sovranità dell'UE e una grave minaccia alla sicurezza regionale. Stiamo lavorando a stretto contatto con la Romania e tutti gli Stati membri per proteggere il territorio dell'Ue”. Lo scrive su X (Twitter) la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, aggiungendo poi in lingua rumena "suntem solidari cu România", ossia “siamo solidali con la Romania”.

Il presidente degli Stati uniti Donald Trump ritiene che le sanzioni imposte dai Paesi europei contro la Russia non siano abbastanza severe, (ma sono sempre più di quelle che ha imposto lui, cioè inesistenti per paura del suo stimato amico e dittatore Putin) dal momento che continuano ad acquistare risorse energetiche russe. "Stanno comprando petrolio dalla Russia. Quindi non possiamo essere gli unici a essere in una guerra totale. Ma l'Europa sta comprando petrolio dalla Russia. Io non voglio che lo comprino, e le sanzioni che stanno imponendo non sono abbastanza dure", ha detto il leader americano. "Sono disposto - ha aggiunto - a imporre sanzioni, ma loro dovranno inasprire le loro sanzioni in misura commisurata a ciò che sto facendo".

L'Ucraina ha bisogno di oltre 100 miliardi di euro per finanziare la sua difesa nel 2026, nel pieno dell'invasione russa. Lo ha dichiarato il ministro della Difesa di Kiev, Denys Shmyhal. "Se la guerra continua, avremo bisogno di almeno 120 miliardi di dollari per il prossimo anno", ha affermato, visto che gli sforzi di pace restano in una fase di stallo. Anche se i combattimenti cessassero, "avremo bisogno di una somma leggermente inferiore" per "mantenere il nostro esercito in buone condizioni" in caso di un nuovo attacco russo, ha aggiunto alla conferenza annuale sulla strategia europea di Yalta a Kiev. Il ministro non ha specificato quanto di questa somma l'Ucraina sarà in grado di finanziare con risorse proprie, dato che il Paese, che sta affrontando un'invasione russa dal febbraio 2022, è estremamente dipendente dal sostegno militare ed economico esterno. "L'Ucraina spende il 31 per cento del suo Prodotto Interno Lordo (Pil) per la difesa, la quota più alta al mondo", ha affermato la deputata Roksolana Pidlasa, presidente della commissione bilancio del Parlamento. Secondo lei, "un giorno di guerra costa attualmente all'Ucraina 172 milioni di dollari", rispetto ai 140 milioni di dollari di un anno fa.  

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