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Il criminale di guerra Netanyahu vuole chiedere a Rubio la possibilità di annettere a Israele la parte di Cisgiordania occupata dallo Stato ebraico. La maggior parte della comunità internazionale è contraria

Tel Aviv, 14 Sett 2025 - Il segretario di stato Usa Marco Rubio dovrebbe discutere, nel suo viaggio in Israele, della possibilità di un'annessione israeliana di parti della Cisgiordania occupata in risposta all'annunciato riconoscimento dello stato di Palestina da parte di numerosi paesi occidentali entro la fine del mese, all'assemblea generale dell'Onu. Lo riferisce Axios citando funzionari israeliani e statunitensi. Il premier israeliano Benjamin Netanyahu, secondo un funzionario israeliano, vuole capire nel suo incontro con Rubio se Trump sosterrebbe l'annessione nonostante il rischio di un collasso degli accordi di Abramo già minacciato dagli Emirati. 

La maggior parte della comunità internazionale considera la Cisgiordania un territorio occupato e riterrebbe qualsiasi annessione israeliana illegale e provocatoria. Gli Emirati Arabi uniti hanno avvertito l'amministrazione Trump e il governo israeliano che l'annessione della Cisgiordania danneggerebbe in modo significativo il trattato di pace tra Abu Dhabi e Israele e i più ampi accordi di Abramo, compromettendo le speranze del presidente Usa di ampliarli. 

Due funzionari israeliani hanno detto ad Axios che Rubio, in riunioni private, ha fatto intendere di non opporsi ad annessioni in Cisgiordania e che l'amministrazione Trump non si metterebbe di traverso. Le affermazioni israeliane hanno destato allarme all'interno dell'amministrazione Trump, soprattutto perché non esisteva una posizione chiara degli Stati Uniti sul tema e si aveva l'impressione che il governo israeliano stesse cercando di mettere all'angolo Washington, ha detto un funzionario statunitense. 

Negli ultimi giorni ci sono state diverse riunioni interne alla Casa Bianca e al dipartimento di Stato per definire una linea pubblica che non lasciasse spazio a interpretazioni sulla posizione degli Usa. La principale preoccupazione espressa da funzionari della Casa Bianca e del dipartimento di Stato in questi incontri è che un'annessione israeliana di parti della Cisgiordania porterebbe al collasso degli accordi di Abramo e macchierebbe l'eredità politica di Trump, ha detto un funzionario statunitense. Una fonte informata ha detto che gli Emirati hanno ribadito chiaramente la loro posizione al dipartimento di Stato prima del viaggio di Rubio in Israele.

Nel frattempo l’esercito criminale israeliano Israele continua l'operazione a Gaza city, spingendo decine di migliaia di abitanti al giorno a fuggire dalla principale città della striscia verso sud: secondo le stime dell'esercito, sarebbero già 280 mila quelli evacuati finora. Il premier Benyamin Netanyahu, al termine dello shabbat, interviene un post su x in inglese lasciando intendere che il raid di martedì a Doha per eliminare la leadership di Hamas non è andato come sperava. "i capi terroristi di Hamas che vivono in Qatar non si preoccupano del popolo di Gaza. Hanno ostacolato tutti i tentativi di cessate il fuoco per trascinare la guerra all'infinito. Sbarazzarsi di loro eliminerebbe il principale ostacolo al rilascio di tutti gli ostaggi e alla fine della guerra", ha scritto, usando il condizionale. 

E mentre la leadership qatarina prepara il summit dei paesi arabi per mettere nero su bianco una condanna comune all'attacco israeliano su Doha, gli Stati Uniti rassicurano il Qatar della loro alleanza. Venerdì il presidente statunitense ha ospitato per una cena alla Trump tower di New York il premier qatarino Mohammed Bin Abdulrahman al-thani. "ottima cena con il presidente degli Stati Uniti", ha affermato su x il vice capo dello staff Hamad al-muftah. Missione in America messa a punto proprio per affrontare il tema dei rapporti tra i due alleati dopo i 12 missili lanciati da Tsahal sulla palazzina dove era riunita la leadership di Hamas che da anni vive nella lussuosa ospitalità di Doha. Durante l'incontro, a cui ha preso parte anche l'inviato Usa Steve Witkoff, sarebbero stati affrontati la questione del raid israeliano, l'accordo di cessate il fuoco a Gaza e l'intesa sulla difesa strategica tra Washington e Doha. A Washington Al-thani ha incontrato pure il vicepresidente J.D. Vance e il segretario di stato Marco Rubio. Quest'ultimo atteso in Israele nelle prossime ore dove è già prevista una visita al muro del pianto insieme con Netanyahu. 

La visita, sottolineano da giorni i commentatori, viene intesa come un forte sostegno da parte dell'alleato americano in vista della dichiarazione di uno stato di Palestina all'Onu. Rubio, prima di imbarcarsi per Tel Aviv, ha ribadito che gli stati uniti "non sono contenti" degli attacchi aerei israeliani contro i leader di Hamas in Qatar, ma che questo non cambierà lo status di alleanza di Washington con Israele. Fonti molto vicine a Hamas hanno fatto sapere che il capo negoziatore dell'organizzazione e più alto in grado nella leadership, Khalil al-hayya, principale obiettivo del raid, è rimasto "ferito nell'attacco israeliano". 

Ma la gravità delle sue condizioni non è stata comunicata. Intanto, mentre le diplomazie lavorano alacremente ai loro protocolli, l'ultimo 'grattacielo del terrore' è stato abbattuto sabato con due missili di precisione: la torre Burj al-nur vicino alle tende degli sfollati di Gaza city si è afflosciata davanti ai residenti che riprendevano la scena da poca distanza. L'esercito israeliano ha avvisato la popolazione solo poco prima con un messaggio in arabo sui social, indicando di allontanarsi con urgenza e dirigersi a sud, verso la zona umanitaria di Al mawasi. Dove, secondo le stime si sono già spostati in 280 mila, su circa un milione, forse 800mila, persone nell'area della città di Gaza. La Palestine football association ha reso nota la morte, in un raid israeliano di venerdì, del giovane Mohammed ramez al-sultan, giocatore dell'Al-hilal sports club, rimasto ucciso insieme a 14 membri della sua famiglia. 

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