Cagliari, 17 Ago 2025 - Il rifiuto del cessate il fuoco da parte di Putin, per l'ex capo del Pentagono e della Cia Leon Panetta, è “uno schiaffo in faccia a Trump” che sancisce il fallimento del vertice di Anchorage e richiederebbe l'applicazione delle “gravi conseguenze” minacciate alla vigilia dal capo della Casa Bianca. Ora che però si discute di un accordo di pace complessivo, secondo Panetta, due sono gli elementi irrinunciabili: “Le eventuali concessioni territoriali non dovranno essere riconoscimenti ufficiali - afferma in una intervista a La Repubblica - e gli Usa dovranno unirsi agli europei per fornire garanzie di sicurezza all'Ucraina, lasciando aperta la porta per l'ingresso nella Nato”.
Quindi l'assenza della tregua, richiesta pubblicamente da Trump prima del vertice, sancisce il fallimento? “Esatto. Sommata all'assenza di una direzione chiara per la soluzione della guerra”, prosegue Panetta. Alla vigilia Trump aveva minacciato gravi conseguenze, se Putin non avesse accettato. Cosa dovrebbe fare adesso? “Le aveva minacciate e dovrebbe mantenere la parola, perché tirarsi indietro vuol dire perdere la credibilità. È stato lento a premere il grilletto, non può permettersi di esserlo ancora dopo il rifiuto del cessate il fuoco”. Per Panetta, dunque, le conseguenze dovrebbero essere: “Sanzioni secondarie e misure economiche più dure contro Mosca, e ulteriori forniture militari all'Ucraina per difendersi”.
Continuano a trapelare i dettagli della telefonata post-vertice tra Donald Trump, Volodomyr Zelensky e i leader Ue. E al contempo anche le volontà e le mosse di Trump per arrivare alla pace. Secondo quanto appreso ieri dal New York Times, il presidente degli Stati Uniti sosterrà un piano che prevede la rinuncia di Kiev alla regione del Donbass - composto dalle regioni di Donestk e Lugansk - che i russi dopo tre anni di guerra non sono riusciti a conquistare interamente. Per Trump, questa condizione - che in base alle testimonianze fornite al Guardian da due fonti con conoscenza diretta dei colloqui in Alaska è stata richiesta da Putin durante il vertice - favorirebbe un accordo di pace con il congelamento della linea del fronte nella regione ucraina meridionale di Kherson e Zaporizhzhia.
Il sostegno di Trump alla cessione della regione ucraina del Donbass alla Russia arriva mentre il presidente degli Stati Uniti ha espresso il suo sostegno per giungere direttamente a un accordo di pace e non a un temporaneo cessate il fuoco, e si scontra rappresenta con le volontà dell'Ucraina e degli alleati europei che si oppongono a tale accordo. Kiev e i vari leader europei temono che un accordo diretto alla pace, saltando un cessate il fuoco preliminare, dia a Mosca un vantaggio nei colloqui.
“Come al solito, è stato un summit che non ha messo al centro la vita umana. Putin dice di volere un accordo su ampia scala, ma intanto ha posto il veto sul cessate il fuoco e continua a bombardare l'Ucraina, i civili, e aree come il Donbass. Nel mio paese ne subiamo le tragiche conseguenze ogni giorno”. Lo afferma in un'intervista a la Repubblica la premio Nobel Ucraina per la pace 2022, Oleksandra Matviichuk.
“Non dimentichiamolo mai - aggiunge -: Putin non ha iniziato questa guerra perché vuole ‘soltanto’ occupare le nostre città o territori. Vuole cancellare l'identità, la lingua e l'esistenza stessa dell'Ucraina. Trump, che pure ripete di voler interrompere la strage di civili, non dovevamo accogliere Putin sul tappeto rosso, legittimando un dittatore, bugiardo e assassino, su scala mondiale”.
Un precedente inquietante? “È un pessimo esempio per il mondo intero. Oramai uccidere, imprigionare decine di migliaia di ucraini, rapire altrettanti bambini, occupare nazioni sovrane, merita un tappeto rosso. Ma so anche che questa non è la fine di questa tragedia. Abbiamo davanti una maratona, in nome del rispetto dei diritti umani e dei confini internazionali”. Cosa possono fare gli ucraini? “Siamo un popolo ancora più resiliente di quanto crediamo - prosegue - Matviichuk -. Stiamo resistendo per tutta l'Europa, che deve continuare a sostenerci e salvare. Non dovete considerare questa resistenza scontata. Perché è durissima, in una guerra simile, cercare di fermare l'esercito russo”.
“Trump avrà una possibilità solo se contribuirà a una pace giusta e durata per l'Ucraina. Ma adesso voglio ringraziare sua moglie Melania Trump, per quel messaggio accorato e commovente per i bambini ucraini deportati in Russia. Sono cose di cui non si è parlato per nulla” conclude la Premio Nobel.
“Direi che effettivamente il risultato di questo vertice sia tutto da verificare”. Lo afferma in un'intervista a ‘Il Resto del Carlino’ l'ex ambasciatrice negli Stati Uniti e presso la Nato, Mariangela Zappia, a proposito della crisi in Ucraina. “Non sappiamo esattamente quali siano stati i contenuti - aggiunge - e l'esperienza mi insegna che in queste situazioni c'è tanto di non pubblico, tanti dettagli che è bene rimangano riservati. Ciò detto, se fosse stato un vero successo lo avremmo saputo, eccome!”.
“Il vero risultato, capace di innestare una dinamica davvero positiva, sarebbe stato un cessate il fuoco. Mi pare evidente che a questo non sia stato possibile arrivare” va avanti la diplomatica. “Sono tra coloro che pensano che un incontro di questa portata possa comunque avere un valore - prosegue Zappia - se sul tavolo è stato messo tutto: la questione territoriale, le garanzie di sicurezza per l'Ucraina, gli aspetti economici e quelli militari, la questione nucleare, le possibili sanzioni ulteriori”.
“In queste ore - afferma ancora l'ex ambasciatrice - Trump ha parlato con Zelensky e con i leader europei. È un passaggio importante perché è evidente non solo la cosa ovvia, che le condizioni della pace con la Russia devono andare bene all'Ucraina, ma che quelle condizioni sono accettabili anche per l'Europa nel senso che sono rispettose del diritto internazionale e del libero volere del popolo ucraino. Da come finisce questo conflitto dipende molto la sicurezza futura sul continente europeo”. Secondo Zappia gli sviluppi che possiamo attenderci riguardano “la continuazione a ritmo serrato del lavoro politico-diplomatico a sostegno dell'iniziativa americana e per un ritmo giusto e durevole”.
Il ruolo dell'Europa: quale può essere a questo punto? “L'Europa attraverso alcuni dei suoi leader più profilati e rilevanti ha un ruolo centrale. A mio avviso la vera mediazione tra Mosca e Kiev potrà avvenire attraverso le capitali europee rilevanti” conclude.
Vladimir Putin si sarebbe detto “disponibile a discutere di garanzie di sicurezza per l'Ucraina e, venerdì in Alaska, ha proposto a Donald Trump di coinvolgere la Cina come garante, rifiutandosi di accettare la presenza nel Paese di una forza di sicurezza composta da militari della Nato, scrive Axios citando fonti informate”. Il Presidente americano ha, a sua volta, accolto il principio della necessità di fornire garanzie di sicurezza all'Ucraina, escludendo che il compito possa essere affidato a una missione della Nato, precisano fonti di Kiev, auspicando comunque una partecipazione degli Stati Uniti.
Il leader russo avrebbe detto a Trump che “un accordo di pace raggiunto velocemente è meglio di un cessate il fuoco”, come ha riferito il Presidente Usa ai leader europei e a Zelensky. L'Institute for the Study of War cita la disponibilità di Putin a effettuare compromessi, riportata da diverse fonti americane dopo il vertice, precisando però che tale possibile apertura è contraddetta dalle dichiarazioni di Putin e degli altri esponenti russi.
Durante il vertice “Putin ha chiesto a Trump che l'Ucraina ceda alla Russia il Donetsk e il Luhansk (questa seconda regione è già di fatto controllata dalle forze russe, mentre la prima no) e ha espresso la sua disponibilità a congelare, in cambio, la linea del fronte nelle altre due regioni annesse dalla Russia nel 2022, Zaporizhzhia e Kherson”, hanno reso noto diversi media, dal Financial Times, a Bloomberg e Axios. Il Presidente russo avrebbe comunque chiesto a Trump il riconoscimento, come russe, di “queste quattro regioni” e della Crimea.
Fonti ucraine hanno precisato che Trump ha avuto l'impressione che il suo interlocutore in Alaska fosse disposto a trattare sulle porzioni di territorio ucraino che le forze di Mosca controllano a Sumy e Kharkiv (nessuno cita Dnipro). Durante la telefonata, l'inviato speciale della Casa Bianca Steve Witkoff è intervenuto per spiegare ai suoi interlocutori che Putin è disponibile a porre fine alla guerra e a impegnarsi ad astenersi dall'acquisire altri territori ucraini e a non attaccare l'Ucraina e altri Paesi in una nuova guerra.
Comments are closed.