Gaza, 5 Ago 2025 - "La decisione è presa: Israele occuperà la Striscia di Gaza". La notizia arriva nel tardo pomeriggio da fonti di primo piano dell'ufficio del primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu. Secondo alti funzionari dell'esecutivo citati da Channel 12, Netanyahu è convinto che "Hamas non rilascerà altri ostaggi senza la resa completa".
Dunque, l'esecutivo è pronto a ordinare all'esercito l'occupazione dell'intera Striscia, comprese le aree dove si ritiene siano detenuti gli ostaggi. E al capo di Stato maggiore tenente generale Eyal Zamir, che ha mostrato resistenze per il piano di occupazione completo, Netanyahu manda un chiaro messaggio: "se non è d'accordo, si dimetta".

Israele detiene attualmente il controllo su circa il 75% della Striscia di Gaza, ma secondo il nuovo piano, l'esercito dovrebbe occupare anche il territorio rimanente, portando l'intera enclave sotto il suo controllo. L'ennesimo dramma per i milioni di civili e le organizzazioni umanitarie che operano nell'enclave dove la situazione umanitaria è ogni ora più drammatica. Lo stesso esercito ha dichiarato di essere contrario all'acquisizione dell'intera Striscia, che potrebbe anche mettere a rischio la vita degli ostaggi.
All'interno del gabinetto di sicurezza israeliano emergono divisioni. L'ala della destra estrema spinge per l'espansione delle operazioni: sono favorevoli il ministro degli Affari strategici Ron Dermer, il ministro delle Finanze Bezalel Smotrich, il ministro della Sicurezza nazionale Itamar Ben Gvir, il segretario militare, il maggiore generale Roman Gofman, e il segretario di gabinetto Yossi Fuchs. Dall'altro lato, tra coloro che chiedono di proseguire gli sforzi per un cessate il fuoco, figurano il capo di stato maggiore delle IDF, il tenente generale Eyal Zamir, il ministro degli Esteri Gideon Saar, il leader dello Shas Aryeh Deri, il consigliere per la sicurezza nazionale Tzachi Hanegbi, il capo del Mossad David Barnea, il negoziatore dello Shin Bet e il maggiore generale Nitzan Alon, che supervisiona il fascicolo sugli ostaggi per conto dell'esercito.

Lo stato di “emergenza bellica” attivato dopo il 7 ottobre, in base al quale i soldati regolari israeliani erano tenuti a continuare per altri quattro mesi nelle riserve, è stato annullato. Secondo quanto riporta Ynet, l'esercito israeliano ha annunciato la cancellazione dello stato di emergenza bellica perché "i battaglioni sono esausti".
L'esercito israeliano, riferisce Ynet, ha reso pubblica questa decisione dopo la minaccia di Netanyahu al Capo di Stato Maggiore Eyal Zamir: “Se non gli va bene l'occupazione di tutta Gaza, può anche dimettersi”.
Pochi minuti prima del messaggio di Netanyahu a Zamir, quest'ultimo ha annunciato le riduzioni di personale che ridurrebbero i contingenti dell'esercito regolare già nelle prossime settimane.
Il portavoce del governo giordano, Mohammad Al-Momani, ha denunciato "attacchi" israeliani ai camion che trasportano aiuti umanitari dalla Giordania verso la Striscia di Gaza, per impedire loro di raggiungere l'enclave. Secondo Momani, diversi camion sono stati costretti a tornare indietro dopo essere stati aggrediti in Israele. Alcuni degli attacchi hanno provocato feriti. Al-Momani ha chiesto a Israele di intervenire con urgenza per prevenire questi incidenti, riporta l'agenzia Petra.
"Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha dato al primo ministro Benyamin Netanyahu il via libera per lanciare un'operazione militare contro Hamas. Israele e Washington concordano che Hamas non voglia un accordo". Lo riferisce Ynet.
Associated Press ha documentato in queste immagini girate a Zawaida, nella Striscia di Gaza, quel che accade a terra quando vengono paracadutati dagli aerei i pacchi alimentari umanitari - una pratica spesso criticata - e la ressa che si forma tra le persone che cercano di accaparrarsi il possibile. Un uomo con un coltello cerca di strappare un pacco di aiuti a un altro uomo, mentre una donna gridava: "Vergognati!". Un pacco cade su una tenda che ospitava sfollati, ha detto il testimone oculare Ahmed Fleifel, un giovane di Deir al-Balah. Almeno una persona è rimasta ferita ed è stata portata in ospedale con un veicolo privato.
"Ho visto tante atrocità in qualità di alto funzionario umanitario a Gaza. Ora le autorità israeliane stanno cercando di farci tacere": questo il titolo di un intervento pubblicato sul Guardian da Jonathan Whittall, capo dell'ufficio Onu per il Coordinamento degli Affari Umanitari (Ocha) nei Territori palestinesi occupati, a cui Israele non ha rinnovato il visto, accusandolo di "condotta faziosa e ostile".
"Ho preso parte al coordinamento degli sforzi umanitari a Gaza dall'ottobre 2023. Qualsiasi aiuto salvavita sia entrato da allora è stata l'eccezione, non la regola", ha scritto Whithall, aggiungendo che "a più di un anno da quando la Corte internazionale di giustizia ha ordinato a Israele di 'adottare tutte le misure in suo potere' per prevenire atti di genocidio - e nonostante tutti i nostri avvertimenti - stiamo ancora assistendo a carestia, accesso insufficiente all'acqua, una crisi igienico-sanitaria e un sistema sanitario al collasso, in un contesto di violenza continua che provoca l'uccisione di decine di palestinesi ogni giorno, compresi i bambini".
"Impotenti a cambiare questa situazione, noi operatori umanitari abbiamo fatto ricorso alla nostra voce - insieme a quella dei giornalisti palestinesi che rischiano tutto - per descrivere le condizioni spaventose e disumane a Gaza. Denunciare, come sto facendo ora, di fronte a sofferenze deliberate e prevenibili fa parte del nostro ruolo per promuovere il rispetto del diritto internazionale. Ma farlo ha un prezzo", ha rimarcato il funzionario Ocha, ricordando che "dopo aver tenuto una conferenza stampa a Gaza il 22 giugno, in cui ho descritto come civili affamati venissero colpiti mentre cercavano di procurarsi il cibo - quelle che ho definito 'condizioni create per uccidere' - il ministro degli Esteri israeliano ha annunciato in un post su X che il mio visto non sarebbe stato rinnovato".
Ma queste "rappresaglie" nei suoi confronti, come nei confronti delle altre agenzie Onu, "non possono cancellare la realtà a cui abbiamo assistito - giorno dopo giorno - non solo a Gaza, ma anche in Cisgiordania". Perchè se anche in Cisgiordania la situazione sembra diversa da Gaza, ha aggiunto, "l'obiettivo è comune: interrompere la continuità territoriale e costringere i palestinesi a vivere in enclave sempre più piccole".
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