Washington, 15 Lug 2025 – Ieri il presidente Donald Trump ha dichiarato che gli Stati Uniti imporranno “dazi molto severi” alla Russia entro 50 giorni se non verrà raggiunto un accordo per fermare la guerra in Ucraina. Seduto fianco a fianco con il segretario generale della Nato Mark Rutte nello Studio Ovale, Trump ha detto ai giornalisti di essere deluso dal presidente russo Vladimir Putin e ha osservato che il commercio è “ottimo per risolvere le guerre”. Ha anche affermato di avere raggiunto un accordo per inviare armi all'Ucraina. Seduti di lato nell'Ufficio ovale sono presenti anche il vicepresidente JD Vance, il segretario di Stato Marco Rubio e il segretario alla Difesa Pete Hegseth.
Il presidente Donald Trump ha affermato lunedì che le armi che gli Stati Uniti invieranno alla Nato per sostenere l'Ucraina nella sua guerra contro la Russia includeranno sistemi missilistici Patriot e batterie. “Si tratta di un complemento completo con le batterie”, ha affermato Trump quando gli è stato chiesto se avrebbe inviato specificatamente missili Patriot. “Ne avremo alcuni molto presto, entro pochi giorni... un paio di paesi che dispongono di Patriot li scambieranno e li sostituiranno con quelli che hanno”.
Rinsaldare i rapporti con l'America di Donald Trump e rilanciare l'economia di un Paese devastato da oltre tre anni di invasione: questi gli obiettivi che si è posto Volodymyr Zelensky mettendo mano al più grande rimpasto di governo dall'inizio della guerra. I piani del presidente ucraino prevedono un cambio fino al vertice dell'esecutivo, che sarà rappresentato dall'attuale vicepremier Yuliia Svyrydenko. Cambierà anche il rappresentante diplomatico a Washington: sarà l'attuale ministro della Difesa Rustem Umerov.
Sulla scelta della 39enne Svyrydenko, che guida il ministero dell'Economia, hanno probabilmente pesato due fattori: è considerata una stretta alleata di Andriy Yermak, il potente capo di gabinetto di Zelensky, e vanta forti legami con la squadra di Trump, dopo aver guidato i colloqui insieme al segretario al Tesoro Scott Bessent, che hanno portato all'accordo sui minerali (quanto mai vantaggioso per gli Usa). A lei verrà affidato il compito di "trasformare il potere esecutivo", traducendo in fatti le necessità di "cambiamenti" invocate da Zelensky: dal nevralgico settore della difesa, per "incrementare la produzione nazionale di armi", all'economia, con uno snellimento sensibile dell'apparato statale che "riduca significativamente le spese non essenziali", ha sottolineato il presidente ucraino dopo i faccia a faccia con la premier incaricata e con il capo del governo uscente Denys Shmyhal, che passerà alla Difesa.
Per Umerov c'è in ballo un ruolo forse ancora più delicato, quello di ambasciatore negli Stati Uniti: avrà il compito di mantenere saldi i rapporti con un alleato diventato imprevedibile da quando è cambiato l'inquilino della Casa Bianca. Lo sa bene l'attuale rappresentante a Washington, Oksana Markarova, immortalata con le mani nei capelli durante la sfuriata di Trump e Vance a Zelensky nello Studio Ovale lo scorso febbraio. Markarova pagherà l'essersi inimicata il partito repubblicano, dopo che a settembre aveva organizzato una visita di Zelensky con alcuni esponenti dei democratici a un deposito di armi nello stato chiave della Pennsylvania durante la campagna del 2024: un'iniziativa condannata dallo speaker della Camera Mike Johnson, che aveva chiesto le sue dimissioni.
Se Yuliia Svyrydenko avrà l'ok del parlamento diventerà la seconda premier donna nella storia dell'Ucraina, dopo la pasionaria della Rivoluzione Arancione Yulia Tymoshenko.
Zelensky lo scorso anno ha rinviato le elezioni presidenziali e parlamentari a causa della guerra e secondo il suo entourage il rimpasto è lo strumento più efficace per ridare nuova linfa all'azione di governo. Ma tra le file nell'opposizione crescono i malumori per metodi considerati sempre più autoritari e accentratori.
Germania e Stati Uniti si stanno preparando congiuntamente a consegnare all'Ucraina due ulteriori sistemi di difesa aerea Patriot, per un valore di circa due miliardi di euro. La Germania finanzierà la consegna. Lo ha dichiarato il ministro della Difesa tedesco Boris Pistorius dopo un incontro con il suo omologo statunitense Pete Hegseth a Washington.
I dettagli "sembrano risolvibili per entrambi, quindi ci metteremo al lavoro rapidamente", ha affermato Pistorius. Il ministro tedesco ha anche spiegato che il contributo degli Stati Uniti rimane "indispensabile per la nostra sicurezza collettiva". Ha ribadito che la Germania è "pronta ad assumersi maggiori responsabilità per la deterrenza e la difesa dell'Europa". "La Germania continuerà a svolgere un ruolo guida e affidabile nell'Alleanza", ha proseguito Pistorius, riferendosi alla decisione del vertice Nato dell'Aia di investire il cinque percento del Pil nella difesa in senso più ampio. Secondo la Commissione per la pianificazione del bilancio, entro il 2029 la Germania spenderà già il 3,5 percento del suo Pil per la difesa, ha aggiunto Pistorius.
Da un lato, "è molto positivo che il presidente Donald Trump stia prendendo una posizione forte sulla Russia. Dall'altro, 50 giorni sono un tempo molto lungo, se pensiamo che stanno uccidendo civili innocenti ogni giorno". Lo dice l'Alta Rappresentante dell'UE Kaja Kallas, a Bruxelles a margine dell'incontro tra l'Ue e il vicinato meridionale. Per Kallas, "è chiaro che dobbiamo tutti esercitare maggiore pressione sulla Russia affinché anche loro vogliano la pace. È positivo che gli americani stiano facendo dei passi in questa direzione. E spero che anche loro forniscano aiuti militari, come stanno facendo gli europei", conclude. Un funzionario della Casa Bianca, citato dall'agenzia britannica Reuters, ha affermato che Trump si riferiva ai dazi del 100% sulle esportazioni russe e alle cosiddette sanzioni secondarie, che prendono di mira i paesi terzi che acquistano le esportazioni di un paese. Tali sanzioni secondarie sono ampiamente considerate come suscettibili di avere un impatto molto più grave sull'economia russa rispetto alle misure imposte in precedenza, che hanno permesso alla Russia di continuare a vendere petrolio ad acquirenti come la Cina e l'India, guadagnando centinaia di miliardi di dollari”.
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