Cagliari, 8 Lug 2025 - La seduta del Consiglio regionale della Sardegna si è aperta sotto la presidenza del presidente Piero Comandini che dopo le formalità di rito ha aperto la discussione sulla proposta di legge nazionale n. 1 (Deriu e più) “Introduzione dell'elezione diretta del Presidente della Provincia e del Consiglio provinciale”.
Il relatore e primo firmatario, Roberto Deriu (capogruppo Pd), si è rimesso agli atti e ha chiesto una sospensione di dieci minuti. Alla ripresa Deriu ha confermato la remissione agli atti che illustrano il provvedimento. In sostanza la proposta di legge ha come obiettivi la modifica della legge 7 aprile 2014, n. 56 per introdurre l'elezione diretta del Presidente della Provincia e del Consiglio provinciale e rafforzare così la democrazia rappresentativa e la legittimazione popolare degli enti locali.
Aperta la discussione generale, il capogruppo di Sinistra Futura, Luca Pizzutto, è intervenuto per esprime piena condivisione alla norma “che ripristina le province democraticamente elette”.
Favorevole alla proposta legislativa il capogruppo di Fratelli d’Italia, Paolo Truzzu che ha parlato di “fallimento della legge Delrio”. «L’applicazione pratica della riforma – ha insistito l’esponente della minoranza - ha dimostrato che il sistema delle autonomie locali non regge senza rappresentanti eletti dai cittadini». Truzzu ha inoltre posto l’accento sulla opportunità che venga introdotta nella legge l’elezione diretta anche del sindaco metropolitano di Cagliari a Sassari: «Non è accettabile che possa essere eletto soltanto dagli elettori delle due città ma deve essere eletto da tutti gli elettori dei Comuni ricompresi nelle città metropolitane». Quanto all’iter parlamentare della proposta di legge nazionale, Truzzu è stato chiaro: «Auspichiamo che la volontà del governo e del parlamento sia quella di restituire ai cittadini la possibilità di scegliere i propri amministratori negli enti intermedi».
Sulla stessa lunghezza d’onda l’intervento di Antonello Floris (FdI) che ha rimarcato le critiche alla riforma Delrio e sulla politica del taglio dei costi alla politica ha dichiarato: «Non si dovevano eliminare le province e i risparmi prospettati allora non ci sono stati, perché i costi della politica da tagliare non sono quelli per il funzionamento degli enti intermedi».
Il capogruppo di Sardegna 20Venti, Antonello Peru, ha sottolineato la mancata firma del suo gruppo consiliare alla proposta di legge sottoscritta da tutti i capigruppo consiliari. A giudizio dell’esponente della minoranza, infatti, il testo non prevedendo l’elezione diretta del sindaco metropolitano con la partecipazione al voto di tutti gli elettori delle città metropolitane, creerebbe un vulnus di democrazia e disparità tra i territori. Peru ha quindi ricordato la presentazione di un emendamento finalizzato a scongiurare tale rischio e a risolvere tale questione: «Sosteniamo il provvedimento soltanto se sarà accolta la nostra proposta migliorativa».
Antonio Solinas (Pd), ha salutato con favore la discussione della proposta di legge («dopo la cancellazione delle province riapriamo il dibattito proponendo al parlamento italiano l’elezione diretta dei presidenti e del consiglio») ed ha definito “un errore” la cancellazione delle province («le unioni dei comuni, non avendo personalità giuridico sono state un fallimento»). «Dopo dieci anni non è più rinviabile l’elezione diretta delle amministrazioni provinciali – ha dichiarato il consigliere della maggioranza». In conclusione del suo intervento, Solinas si è rivolto alla Giunta per ricordare due scadenze improrogabili: entro domani l’esecutivo deve approvare la definizione degli ambiti territoriale alla luce dei referendum svolti e entro il 30 luglio devono essere indette le elezioni da svolgere entro il 30 settembre».
Stefano Tunis (S20Venti), ha ripercorso le diverse fasi della riforma Delrio, evidenziandone la difficile attuazione soprattutto in Sardegna. L’esponente della minoranza ha parlato di atti contrari “agli interessi specifici di enormi quote di territorio sardo che hanno accentuato il fenomeno dello spopolamento”. Tunis ha quindi invitato il Consiglio a valutare positivamente la proposta emendativa presentata dal suo gruppo per l’elezione diretta dei sindaci metropolitani con la partecipazione al voto di tutti gli elettori della città metropolitana e non soltanto di quelli dei rispettivi capoluoghi: il nostro obiettivo è riconsegnare al corpo elettorale la scelta degli amministratori nei territori.
Il presidente della commissione Enti Locali, Salvatore Corrias (Pd), ha ripercorso le diverse fasi di discussione e confronto nel parlamentino dell’Autonomia e ricordato come la proposta di legge “richiami i sardi alla necessità della democrazia che le province rappresentano”. «I sardi – ha aggiunto con tono polemico - l’avevano infatti dimenticato come dimostrano gli esiti del referendum del ’95 che aveva chiesto l’abolizione della province».
Per Corrias è necessario un ritorno alla democrazia e riportare le Istituzioni nei territori. E sui costi ha affermato che la Sardegna ha le province più piccole di Italia che “costano molto meno di un dicastero romano”. Per Corrias questa proposta di legge è una risposta di democrazia e si è augurato che a Roma abbia un iter celere e non finisca chiusa in un cassetto.
Franco Mula (FdI), ha ripercorso le tappe che avevano portato all’esito del referendum per l’abrogazione delle Province, sottolineando che in quel momento c’era una tale disaffezione dalla politica che i cittadini avessero detto sì, probabilmente, anche all’abolizione dei Comuni. Mula ha ribadito che l’approvazione della Legge Delrio fu una decisione sbagliata del Pd. “E’ stato un errore”, ha detto, “come lo è stato quello dell’istituzione delle Unioni dei Comuni”. Poi rivolgendosi al presidente Corrias, il consigliere di FdI ha evidenziato che se il 30 settembre ci saranno comunque le elezioni di secondo livello, questa legge non ha molto senso, “nonostante noi l’abbiamo firmata”.
Francesco Agus (capogruppo dei Progressisti) ha affermato, riferendosi alle Province, che “quello che è successo negli ultimi 20 anni passerà alla storia come un esercizio pessimo della nostra autonomia speciale”. Per il consigliere la proposta di legge in esame “non va analizzata per l’effetto che avrà”, nell’immediato, ma “per il suo significato esclusivamente politico: rappresenta e certifica il pensiero della maggioranza e della minoranza di oggi” sul tema delle Province.
Alberto Urpi (Sardegna al Centro 20Venti) ha sottolineato che 316 hanno una popolazione sotto i 5000 abitanti e 130 sotto i 1000, evidenziando che “la legge del Pd e Delrio è stata un’offesa per piccoli comuni e per gli amministratori dei piccoli comuni”. Critico anche nei confronti del governo Meloni: “E’ assurdo che dopo due anni e mezzo di governo Meloni andiamo a votare con una legge contestata e fatta dal Pd”. Urpi si è detto deluso perché il governo nazionale aveva assicurato che la legge Delrio sarebbe stata cancellata.
Per Angelo Cocciu (Forza Italia) questa legge può essere esposta a impugnazione. Però la commissione ha voluto fare un altro passo in avanti per far sì che le province siano trasformate da secondo livello a primo livello. Una proposta azzardata - ha aggiunto Cocciu – anche perché in questo momento le elezioni previste dal governo sono di secondo livello. D’altronde - ha aggiunto – la differenza tra primo e secondo livello è solo di natura politica. Per Cocciu è importante restituire il potere democratico alle province.
Dopo Cocciu ha preso la parola l’assessore Spanedda che ha detto: “Ribadisco che la Giunta vede favorevolmente questa proposta di legge perché va nella direzione di un maggiore coinvolgimento delle comunità locali”.
Chiusa la discussione generale e votato il passaggio agli articoli, il presidente Comandini è passato all’esame dell’articolo 1 e dei relativi emendamenti.
L’opposizione con Truzzu ha ritirato tutti gli emendamenti tranne il 5. Per Deriu (Pd), relatore di maggioranza, “questa è una tappa importante per chi ha lottato per la conservazione delle province, che non sono enti per i cittadini ma per i territori, per connetterli. Territori montani, rurali e costieri accomunati da un senso comunitario: là nasce l’autonomia promossa dalla Costituzione. Va ascoltato dal legislatore il senso di comunità che le persone sentono tra loro, una comunità politica che postula la necessità di essere autogovernata. Dopo 13 anni di lotta continua, questo è un bel giorno. Il giorno in cui questo corpo legislativo contrasta l’idea sbagliata. Dunque, una vera democrazia è possibile”.
Sull’articolo 1 Peru ha detto: “Sottoscrivo le parole di Deriu, tutte. È necessario dare gambe a questo testo, dando sovranità al popolo sardo”.
L’articolo 1 è stato approvato e così l’emendamento di sintesi 5.
Approvato anche l’articolo 1 bis.
A nome del gruppo FdI Piga ha detto: “Un ente intermedio serve, che abbia un nuovo ruolo e con uno schema geografico diverso. Ma quella di oggi è una norma manifesto, che sancisce valori e riafferma l’elezione diretta dei rappresentanti”.
Il Consiglio ha approvato la proposta di legge nazionale 1 Naz/A all’unanimità con 50 favorevoli.
Il presidente Comandini ha sospeso i lavori per una conferenza dei capigruppo.
Alla ripresa il presidente Comandini ha messo in discussione il doc 24/17 che prevede la nomina del nuovo componente nella commissione paritetica Stato Regione. Al posto del dottor Giovanni Deiana, dimissionario, è stata presentata la candidatura del professor Gian Mario Demuro, ordinario di diritto costituzionale all’Università di Cagliari.
Il documento è stato approvato con la nomina di Demuro e l’Aula ha discusso ex articolo 102 del Regolamento la pl 116 che prevede una procedura di snellimento per l’erogazione dei contributi pubblici a favore di soggetti anche di natura privata (compresi Gal e Flag) “esonerandoli dal rilascio di fideiussioni e altre garanzie finanziarie” quando svolgono “funzioni o attività con finalità pubblicistiche o di interesse generale quando incaricati di attuazioni, strategie, programmi o interventi approvati dalla Regione o da autorità pubbliche”.
Per l’on. Antonio Solinas (Pd) “il parere è favorevole perché i Gal sono soggetti che svolgono attività di animazione locale”. Per l’on. Piscedda (Pd) “lo stesso meritorio discorso si deve fare per gli enti del terzo settore, chiamati spesso al rilascio di fideiussioni che investono direttamente i presidenti”. Favorevole anche Truzzu (FdI), secondo cui “la legge è giusta ma è inaccettabile che un assessorato agisca in un modo e un altro nel modo opposto”. Anche dai Riformatori parere favorevole e pure da Sinistra futura. Per Diego Loi (Avs) 2è opportuno ricomprendere in questi vantaggi anche le piccole associazioni culturali locali, che spesso rinunciano ai contributi perché non possono prestare idonea garanzia”.
Per i Progressisti favorevole anche Francesco Agus, per Sardegna 20/20 sostegno da Alberto Urpi. Anche Emanuele Cera (Forza Italia) ha detto: “Di fatto i Gal sono bloccati per questa ragione, milioni di euro di risorse utili sono bloccati”.
Anche Di Nolfo (Uniti con Alessandra Todde) ha detto: “Sostegno al provvedimento”. Così anche tutti i consiglieri del gruppo Pd, del Misto e Cinque stelle.
Per l’on. Comandini “la proposta non riguarda soltanto Gal e Flag ma tutti i soggetti chiamati a oggi a prestare fideiussioni a fronte di programmi, progetti e contributi regionali”.
L’aula ha approvato gli articoli 1, 2 e 3 prima di votare favorevolmente il testo finale della proposta di legge 116, che è stata approvata all’unanimità.
Il presidente ha concluso i lavori che riprenderanno alle 16.
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