Gaza, 2 Lug 2025 – “Israele ha accettato le condizioni necessarie per finalizzare un cessate il fuoco di 60 giorni” a Gaza, durante il quale si cercherà di porre fine alla guerra, dice il presidente americano Donald Trump - chiedendo ora ad Hamas di accettare la tregua.
"Israele ha accettato le condizioni necessarie per finalizzare il cessate il fuoco di 60 giorni, durante il quale lavoreremo con tutte le parti per porre fine alla guerra", ha dichiarato Trump sui social media. “I qatarioti e gli egiziani, che hanno lavorato duramente per contribuire a portare la pace, presenteranno questa proposta finale. Spero, per il bene del Medio Oriente, che Hamas accetti questo accordo, perché la situazione non migliorerà, anzi, peggiorerà” se non lo faranno.
E a pochi giorni dal suo incontro con il premier israeliano Netanyahu a Washington per "celebrare la vittoria contro l'Iran", Trump sceglie come sempre il suo social media Truth per annunciare che Israele ha accettato le condizioni per un cessate il fuoco a Gaza e, soprattutto, per avvertire Hamas che se non darà il suo ok, la situazione peggiorerà.
L'annuncio arriva dopo i colloqui nella capitale americana tra il ministro israeliano per gli affari strategici Ron Fermer e alti funzionari dell'amministrazione Usa tra cui il vicepresidente Vance, il segretario di Stato Rubio e l'inviato speciale Witkoff. Poche ore prima Trump parlando con i giornalisti in Florida aveva ribadito la sua convinzione che Netanyahu fosse pronto a un accordo e che sarebbe stato raggiunto entro la settimana.
Resta da vedere come Hamas accoglierà la proposta americana, che nelle parole del tycoon suona quasi come un ultimatum. In queste ore oltre 150 organizzazioni umanitarie internazionali, tra cui Oxfam, Save the Children e Amnesty International, hanno pubblicato una dichiarazione congiunta chiedendo lo smantellamento della controversa Gaza Humanitarian Foundation (GHF), sostenuta da Israele e Stati Uniti. Nel frattempo, i raid aerei israeliani proseguono. Si parla di oltre 90 morti in sole 24 ore, tra le vittime dell'attacco all'internet café c'è anche il fotogiornalista palestinese Ismail Abu Hatab.
Un rapporto delle Nazioni Unite cita oltre 60 aziende, tra cui importanti produttori di armi e aziende tecnologiche, denunciando il loro coinvolgimento nel sostegno agli insediamenti israeliani e alle azioni militari a Gaza, definendolo una "campagna genocida". L'avvocatessa italiana per i diritti umani Francesca Albanese, Relatrice Speciale delle Nazioni Unite per i Territori Palestinesi Occupati, ha redatto il rapporto basandosi su oltre 200 documenti presentati da Stati, difensori dei diritti umani, aziende e accademici. Il rapporto, pubblicato nella tarda serata di lunedì, chiede alle aziende di cessare i rapporti con Israele e garantire la responsabilità legale dei dirigenti implicati nelle violazioni del diritto internazionale.
"Mentre la vita a Gaza viene annientata e la Cisgiordania è sotto attacco crescente, questo rapporto mostra perché il genocidio israeliano continua: perché è redditizio per molti", scrive Albanese nel documento di 27 pagine. Accusato le aziende di essere "finanziariamente vincolate all'apartheid e al militarismo di Israele". La missione israeliana a Ginevra risponde che il rapporto è "legalmente infondato, diffamatorio e un flagrante abuso d'ufficio". La missione statunitense presso le Nazioni Unite a New York invita il Segretario delle Nazioni Unite Antonio Guterres a condannare Albanese e a chiederne la rimozione, aggiungendo che "la mancanza di tale azione fino ad oggi ha permesso alla signora Albanese di proseguire la sua campagna di guerra economica contro entità in tutto il mondo".
Il rapporto raggruppa le aziende per settore, ad esempio militare o tecnologico. Cita aziende di armi come Lockheed Martin e Leonardo, sostenendo che i loro armamenti siano stati utilizzati a Gaza. Elenca anche i fornitori di macchinari pesanti Caterpillar Inc e HD Hyundai, sostenendo che le loro attrezzature abbiano contribuito alla distruzione di proprietà nei territori palestinesi. I giganti della tecnologia Alphabet, Amazon, Microsoft e IBM sono indicati come "centrali per l'apparato di sorveglianza israeliano e per la continua distruzione di Gaza". Anche Palantir Technologies è menzionata per aver fornito strumenti di intelligenza artificiale all'esercito israeliano, sebbene non siano stati inclusi dettagli specifici sul loro utilizzo.
Il rapporto amplia un precedente database delle Nazioni Unite sulle aziende collegate agli insediamenti israeliani, aggiornato l'ultima volta a giugno 2023, aggiungendo nuove aziende e dettagliando i presunti legami con il conflitto in corso a Gaza.
"Le vendite di beni militari all'estero sono transazioni tra governi. Le discussioni su tali vendite sono meglio gestite dal governo degli Stati Uniti", ha dichiarato un portavoce di Lockheed Martin. Nessuna delle altre aziende ha risposto immediatamente alle richieste di commento di Reuters. Caterpillar ha precedentemente dichiarato di aspettarsi che i suoi prodotti siano utilizzati in conformità con il diritto umanitario internazionale.
Alphabet aveva precedentemente difeso il suo contratto da 1,2 miliardi di dollari per i servizi cloud con il governo israeliano, affermando che non è destinato a operazioni militari o di intelligence.
Il rapporto sarà presentato giovedì al Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite, composto da 47 membri. Sebbene il Consiglio non abbia poteri giuridicamente vincolanti, i casi documentati dalle indagini delle Nazioni Unite hanno occasionalmente ispirato procedimenti giudiziari internazionali.
Israele e gli Stati Uniti si sono disimpegnati dal Consiglio all'inizio di quest'anno, citando pregiudizi nei confronti di Israele.
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