Cagliari, 8 Giu 2025 - Urne aperte in tutta Italia per il voto sui cinque quesiti referendari su lavoro e cittadinanza. Si vota oggi dalle 7 alle 23 e domani lunedì 9 giugno dalle 7 alle 15. Immediatamente dopo inizierà lo spoglio delle schede. Decisivo il dato sull'affluenza, visto che affinchè il referendum sia valido servirà che si esprima almeno il 50%+1 degli aventi diritto. Al voto oggi anche 13 Comuni sopra i 15mila abitanti - tra cui Taranto e Matera - per il ballottaggio delle elezioni amministrative locali.
La parola sui referendum, dopo settimane di scontro politico, passa agli elettori. L'elettore, ricorda il Viminale, potrà esprimere il proprio voto tracciando un segno sul "Si" o sul "No", accanto al quesito riportato sulla scheda. Chi vota sì chiede di abrogare la norma, chi vota no chiede di mantenerla. Cruciale è il quorum (del 50 per cento più uno degli aventi diritto) senza il raggiungimento del quale l'esito sarà comunque negativo.
Coloro che non hanno la tessera elettorale (ad esempio perché smarrita, rubata o deteriorata), che hanno esaurito gli spazi delle timbrature o hanno cambiato indirizzo e non sanno in che sezione votare, potranno scaricare online sul portale di Roma Capitale un Attestato di voto Sostitutivo e recarsi direttamente con questo al seggio per votare. Questa soluzione - possibile in forza dell'art. 7 del Dpr 299/2000 e attivata da Roma Capitale in questi giorni prima del voto per i referendum di oggi e domani - permetterà ai cittadini, che per vari motivi si accorgeranno all'ultimo momento di non poter utilizzare la tessera elettorale, di non dover andare per forza in Municipio o all'Ufficio Elettorale Centrale di via Petroselli per ottenerne un duplicato e consentirà loro di ottenere comodamente e rapidamente online un attestato sostitutivo, evitando le lunghe code agli sportelli degli uffici elettorali tipiche dei giorni del voto e di quelli immediatamente precedenti.
Il servizio è attivo sul Portale di Roma Capitale. Per accedervi il cittadino dovrà autenticarsi tramite verifica della propria identità digitale. Potranno richiedere online l'attestato sostitutivo della tessera elettorale i cittadini italiani iscritti nelle liste elettorali di Roma Capitale, sia i residenti sia coloro che sono iscritti all'Anagrafe Italiani Residenti all'Estero (Aire) di Roma. Potranno inoltre utilizzare l'attestato sostitutivo anche tutti coloro che sono residenti a Roma ma che dimorano in altri Comuni e che non hanno con sé la propria tessera elettorale o che non hanno uno specifico indirizzo di riferimento come ad esempio:
- gli elettori fuori sede che si trovino a dimorare in un Comune al di fuori della Città Metropolitana di Roma per motivi di studio, lavoro o cure mediche per un periodo di tempo superiore a tre mesi e che abbiano fatto domanda di voto fuori sede che sia stata accettata; - appartenenti alle forze armate o naviganti che dispongono delle autorizzazioni militari necessarie per l'esercizio di voto fuori sede;
- residenti all'estero che abbiano optato per tempo per il voto nel proprio Comune di iscrizione elettorale (che deve essere Roma Capitale);
- residenti in indirizzi fittizi (come, ad esempio, "via Modesta Valenti") ai quali non è possibile provvedere alla spedizione della tessera elettorale proprio per mancanza di un indirizzo specifico.
L'attestato sostitutivo può essere richiesto, online, esclusivamente per se stessi e in nessun modo per terzi.
Ad oggi per avere la cittadinanza italiana le persone maggiorenni nate in un paese esterno all’Unione europea devono risiedere legalmente in Italia per almeno dieci anni. Il quesito propone di cancellare questa norma per tornare a quella precedente, in cui si stabiliva che gli anni di residenza necessari erano cinque. Tutti gli altri requisiti per ottenere la cittadinanza previsti dalla legge del 1992 non sono modificati.
Il quesito chiede l’abrogazione della norma che esclude la responsabilità solidale del committente (cioè chi affida un lavoro in appalto), dell’appaltatore (chi riceve l’incarico di fare il lavoro) e del subappaltatore (chi, in alcuni casi, svolge il lavoro per conto dell’appaltatore) per gli infortuni sul lavoro legati al tipo di attività che svolgono le imprese appaltatrici o subappaltatrici. L’espressione “responsabilità solidale” indica che tutti i soggetti coinvolti (in questo caso committente, appaltatore e subappaltatore) hanno gli stessi obblighi, per esempio di risarcimento, verso chi subisce un danno di cui sono responsabili. Oggi la responsabilità solidale negli appalti non è prevista. Se invece dovesse vincere il sì, in caso di infortunio di un lavoratore dovrebbero risponderne anche il committente.
I cittadini devono decidere se abrogare alcune norme che stabiliscono quand’è che un’azienda può assumere lavoratori con contratti a tempo determinato e a quali condizioni può prolungare e rinnovare questi contratti. Cancellando le norme in vigore dal 2015 si ristabilisce l’obbligo di una “causale” per i contratti a tempo determinato più brevi di dodici mesi, cioè l’obbligo di indicare per quale motivo si usa questo tipo di contratto. Oggi l’obbligo c’è solo per i contratti a tempo determinato che durano dodici mesi o più.
Il quesito due chiede se si vuole eliminare il tetto massimo all’indennità dovuta ai lavoratori per i licenziamenti illegittimi nelle aziende con meno di quindici dipendenti, consentendo al giudice di determinare l’importo senza limiti predefiniti.
Si propone l’abrogazione di uno dei decreti del Jobs act che riguarda il contratto a tempo indeterminato a tutele crescenti introdotto nel 2015. Cancellando il decreto si ristabilisce l’obbligo di reintegro del lavoratore nel suo posto di lavoro in tutti i casi di licenziamento illegittimo, come prevedeva fino al 2015 l’articolo 18 dello statuto dei lavoratori. La questione riguarda i lavoratori assunti dal 2015 in poi in aziende con più di quindici dipendenti.
Comments are closed.