Cagliari, 4 Giu 2025 – La II commissione (Istruzione, cultura, lavoro e formazione professionale), presieduta da Camilla (Pd), ha proseguito le audizioni sulla predisposizione di una proposta di legge-quadro regionale in materia di istruzione.
Scuole paritarie - I rappresentanti delle scuole paritarie di Fidae Sardegna, Federazione opere educative e Fism hanno apprezzato l’iniziativa legislativa e hanno illustrato le maggiori problematiche riscontrate dalle scuole paritarie, che, come hanno sottolineato, sono scuole pubbliche non statali, che svolgono un ruolo importante all’interno del sistema educativo, contribuendo alla sopravvivenza del sistema scolastico pubblico. In molti piccoli centri, hanno sottolineato, sono l’unico accesso all’istruzione e sono fondamentali per il contrasto allo spopolamento. Tra le maggiori criticità evidenziate alla Commissione: il sottofinanziamento, le problematiche legate al sostegno degli alunni con disabilità, i cui costi sono spesso coperti direttamente dalla scuola per garantire la tutela dei più fragili, ma anche l’accesso ai finanziamenti regionali per il rinnovamento delle strutture scolastiche e l’assenza delle scuole paritarie dai tavoli di concertazione e quindi dai processi decisionali. I rappresentanti di Fidae Sardegna, Federazione opere educative e Fism hanno confermato la massima disponibilità a collaborare e a rispondere a qualsiasi convocazione per contribuire attivamente al dibattito legislativo. L’obiettivo, hanno detto, dopo la legge 62 del 2000, è arrivare a una vera parità in cui alle famiglie sia realmente garantita la libertà di scelta educativa, che ancora non tutti hanno a causa dei costi aggiuntivi da sostenere.
Comitato Educatori, educatrici e pedagogiste e pedagogisti - La Commissione ha, poi, sentito i rappresentanti del Comitato diritti Educatori e educatrici professionali e pedagogisti della Sardegna, i quali hanno sottolineato la necessità di una prevenzione educativa all’interno delle scuole, a partire dalla scuola dell’infanzia. I recenti fatti di cronaca, le baby gang, il bullismo, il cyber bullismo, hanno detto, parlano di un’emergenza educativa che è necessario affrontare: bisogna intervenire subito, ognuno con la propria competenza. Per questo motivo, hanno proseguito, è necessario prevedere in tutte le scuole le figure dell’educatore e del pedagogista che portino avanti, di concerto con i docenti, un lavoro sulla consapevolezza educativa per aiutare i ragazzi e le ragazze a superare le proprie fragilità, a migliorare le loro relazioni e a capire in che modo possono contribuire al miglioramento della società, contrastando anche l’abbandono scolastico. Una sfida importante, hanno detto, un investimento sul sociale che nei Paesi del Nord Europa ha già portato i suoi risultati. La Regione Calabria, ha spiegato Roberta Colizzi, pedagogista, ha appena approvato una legge per l’introduzione degli educatori e dei pedagogisti nelle scuole. Secondo Andrea Selis, educatore socio pedagogico, bisogna inserire in modo stabile le due figure e non lavorare soltanto sui progetti perché non danno continuità.
Educazione digitale - La Commissione ha, poi, sentito Gavino Puggioni, fondatore di Logout Livenow, agenzia che si occupa di educazione digitale e digital detox, che ha parlato della necessità di introdurre l’educazione digitale nelle scuole “per migliorare la vita dei ragazzi tramite un utilizzo più consapevole e responsabile della tecnologia che valorizzi i lati positivi e limiti quelli negativi”. L’intervento riguarderebbe quattro punti fondamentali: “l’educazione digitale come asse trasversale nel percorso scolastico, la formazione di chi educa (insegnanti e famiglie), l’istituzione di patti educativi digitali e creare le linee guida regionali per l’uso consapevole dell’intelligenza artificiale nelle scuole (già fatto dalla Regione Friuli Venezia Giulia)”. Secondo i dati dell’Istituto superiore della Sanità, riferiti alla fascia di età 11-17 anni, forniti da Puggioni alla Commissione, in Italia “circa 99mila ragazzi tra gli 11 e i 13 anni hanno mostrato comportamenti a rischio di dipendenza dai social media, oltre 478mila adolescenti, pari al 12% della popolazione 11-17 anni, risultano a rischio per disturbo da gioco su internet, con picchi significativi nelle Isole (18%), 65mila casi registrati di ritiro sociale (Hikikomori), con una percentuale dell’8,7% nella fascia 11-13 nelle Isole”. Ma non solo. Citando una ricerca dell’Università Bicocca di Milano, Puggioni ha evidenziato che l’uso precoce dei social media è collegato a un peggioramento del rendimento scolastico, soprattutto in italiano e matematica. Oltre al Friuli Venezia Giulia, anche l’Emilia Romagna e le Marche stanno puntando sull’educazione digitale, riconoscendo, hanno detto, la centralità del tema e le sue implicazioni sulla salute delle ragazze e dei ragazzi.
La presidente Soru e la Commissione hanno ascoltato con grande attenzione i contributi forniti dagli auditi, che saranno utili per la redazione della proposta di legge-quadro.
Il Parlamentino ha sentito in audizione anche il rappresentante del sindacato Anief, che fornirà a breve le proprie proposte alla Commissione.
Durante la seduta sono intervenuti la vice presidente Maria Francesca Masala (FdI) e Gianluca Mandas (M5S). Com
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