Bitti (Nu), 20 Magg 2025 - Nelle prime di questa mattina, a Orune, i Carabinieri della Compagnia di Bitti e del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Nuoro, coadiuvati da personale dello Squadrone Eliportato Cacciatori di Sardegna, hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip del Tribunale di Nuoro, su richiesta della locale Procura della Repubblica, nei confronti di un orunese, indagato per l’omicidio di Luca Goddi, avvenuto ad Orune il 4 agosto del 2023. Contemporaneamente sono state deferite in stato di libertà altre 4 persone accusate, a vario titolo, di concorso in omicidio e detenzione e porto abusivo di armi da fuoco.
Il provvedimento restrittivo è stato emesso a conclusione di una complessa indagine sviluppata attraverso indagini tecniche e tradizionali, i cui esiti hanno permesso di attribuire la paternità dell’omicidio a P. C., 54enne orunese, che il pomeriggio del 4 agosto 2023, utilizzando una pistola calibro 9x19, aveva sparato 4 colpi contro Luca Goddi colpendolo al capo e ad una spalla mentre era seduto al posto di guida della sua Volkswagen Golf, ferma nel corso Repubblica di Orune; d’individuare il soggetto che, verosimilmente, aveva aiutato P.C. a darsi alla fuga nei momenti immediatamente seguenti l’omicidio e, infine, deferire in stato di libertà, in concorso con P.C., altre 4 persone per porto abusivo di arma da fuoco.
L’omicidio avvenne intorno alle 18.30 del 4 agosto 2023, di fronte a molti potenziali testimoni che affollavano i bar del corso di Orune ma che per le ragioni più varie nessun contributo hanno offerto alle indagini che sono state portate avanti partendo da un meticoloso sopralluogo sulla scena del crimine, dall’esame scrupoloso delle telecamere pubbliche e private presenti nell’area e dei tabulati del traffico telefonico transitato nelle celle che servono la zona ed, infine, intercettazioni, attività che hanno consentito di fugare ogni dubbio sull’identità dell’autore dell’omicidio.
Comunque bisogna sottolineare come gli indagati di oggi debbano essere, comunque, considerati innocenti sino all’emissione di una sentenza definitiva di condanna, ragione per la quale le indagini proseguiranno anche alla ricerca di elementi probatori favorevoli agli stessi.
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