Gaza, 19 Magg 2025 - Sono saliti ad almeno 135 i palestinesi uccisi ieri dai raid aerei dell'esercito israeliano sulla Striscia di Gaza, inclusi almeno 5 giornalisti.
Un nuovo bombardamento ha ucciso tre persone a Deir el-Balah, nella zona centrale dell'enclave palestinese. Hamas ha riferito che tra i morti ci sono almeno 5 giornalisti: Aziz al-Hajjar, Nour Qandil, Abdul Rahman al-Abadlah, Khaled Abu Saif e Ahmed al-Zinati. "Le loro case e le loro tende sono state bombardate all'alba di oggi, provocando il loro martirio, insieme ai loro figli e alle loro famiglie, in un crimine complesso che incarna la brutalità di questa entità fascista", ha affermato il gruppo palestinese, come riporta Al Jazeera.
Netanyahu ha annunciato che Israele "permetterà l'ingresso di una quantità minima di cibo per la popolazione, per prevenire una crisi alimentare che metterebbe a rischio le operazioni volte a sconfiggere Hamas".
Il premier ha sottolineato che "Israele agirà per impedire che Hamas possa controllare la distribuzione degli aiuti umanitari, garantendo che non raggiungano i terroristi". La decisione arriva in un contesto di crescenti pressioni internazionali per porre fine al blocco israeliano sugli aiuti, rifiutato finora da Israele. Nel frattempo, la distribuzione degli aiuti sarà affidata a organizzazioni internazionali come il Programma Alimentare Mondiale e la World Central Kitchen, in attesa dell'attivazione di un “nuovo meccanismo” sostenuto da Stati Uniti e Israele.
"L'immobilismo dei leader europei è complice dello sterminio del popolo palestinese. Oggi la carovana "Gaza oltre il confine" è arrivata al valico di Rafah, che però è rimasto sigillato: nessuno entra e nessuno esce. Non solo non hanno fatto passare noi, ma non entra un chicco di grano né un litro d'acqua, né un farmaco". Lo dichiara da Rafah Laura Boldrini, deputata Pd e Presidente del Comitato permanente della Camera sui diritti umani nel mondo.
"Mentre eravamo sul versante egiziano del valico, abbiamo sentito, per tutto il tempo, il boato delle bombe che continuavano a cadere sulla Striscia sapendo che questo significava altri morti, altra distruzione - racconta Boldrini. Siamo venuti qui per rompere il silenzio sul massacro del popolo palestinese pianificato da Netanyahu e dal suo governo. Un silenzio che è anche dei vertici dell'Ue e di quasi tutti i capi di stato e di governo". "Ma il silenzio è complicità. Tutti devono prendere le distanze, condannare l'operato del governo israeliano e fare tutto il possibile per impedirgli di continuare questo sterminio. Bisogna sospendere l'accordo di associazione tra Ue e Israele, fermare il commercio di armi con Tel-Aviv, mettere le sanzioni a Netanyahu e al suo governo, chiedere il rilascio degli ostaggi nelle mani di Hamas e riconoscere lo Stato di Palestina. L'opinione pubblica chiede a gran voce di fermare Netanyahu e non può restare inascoltata".
Il ministro degli Esteri israeliano Gideon Sa’ar ha telefonato ieri sera al suo omologo italiano Antonio Tajani per discutere il blocco degli accessi umanitari (alimentari e sanitari) a Gaza.
Il ministro Sa’ar ha annunciato al collega italiano che il governo di Israele ha deciso di riaprire gli accessi a Gaza che erano bloccati da più di 70 giorni. Il ministro Tajani ha confermato che l’Italia conta sulla collaborazione del governo di Gerusalemme per rilanciare immediatamente il progetto umanitario “Food for Gaza”. Nella telefonata Tajani ha confermato la vicinanza dell’Italia a Israele, ma ha ripetuto quello che da settimane ha chiesto a Israele, ovvero di proteggere e salvaguardare la popolazione palestinese. Secondo Tajani la risposta di Israele al massacro terroristico del 7 Ottobre è stata “legittima”, ma le operazioni militari vanno “ridotte”. L’obiettivo della liberazione degli ostaggi israeliani ancora detenuti da Hamas va perseguito innanzitutto con il negoziato.
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