Cagliari, 16 Magg 2025 - Sono le imprese non sarde ad aggiudicarsi ancora gli appalti più sostanziosi in Sardegna. Nel periodo tra il 2020 e il 2024 il 63% delle gare di importo superiore a 1 milione è stato appannaggio di imprese del Continente o anche non italiane. Sul fronte della spesa, lo squilibrio a favore di imprese non sarde è ancora più rilevante arrivando addirittura all’83%.
È quanto attesta l’ultimo report della Cna Sardegna che analizza le gare aggiudicate tra il 2017 e il 2024, per lavori di importo superiore a un milione che riguardano il territorio regionale. In base alla ricerca, l’importo medio delle gare aggiudicate a imprese sarde, nel campione in osservazione riferito ai soli lavori di importo superiore a un milione, è pari a 4,5 milioni, contro gli oltre 12 che in media riguardano i contratti assegnati a imprese provenienti da altre regioni.
Quanto agli sconti praticati dalle imprese, la ricerca attesta che nei lavori aggiudicati a imprese sarde (mediamente più piccoli), le imprese aggiudicatarie hanno praticato un ribasso medio di poco superiore al 20%, a fronte di una percentuale che supera di poco il 18% tra le imprese provenienti da altre regioni, impegnate quindi in lavori di importo più rilevante.
“Quello che emerge dal nostro report – commentano Francesco Porcu e Antonello Mascia, rispettivamente segretario regionale della Cna Sardegna e presidente di Cna Costruzioni - è una maggiore presenza di imprese extra regionali nel mercato dei lavori più grandi e una concorrenza, nell’ambito del mercato appannaggio delle imprese sarde, più rigida, come indica una percentuale media di ribasso più alta rispetto a quella praticata dai competitors nazionali ed esteri, che si aggiudicano progetti economicamente più importanti. Come in passato il rischio – continuano Porcu e Mascia - è quello di attraversare periodi congiunturali favorevoli, (Pnrr) contrassegnati da un’elevata mole di investimenti, che però non producono un consolidamento del tessuto produttivo isolano che continuerà a conservare gli elementi di debolezza strutturale conosciuti da tempo. È urgente - concludono i vertici di Cna Costruzioni – una politica industriale per il settore che orienti il modello dell’offerta verso forme più strutturate che assecondino e favoriscano il tessuto produttivo isolano, attraverso l’istituzione e l’utilizzo di strumenti che incentivino le aggregazioni, premino la formazione, l’innovazione, i processi di consolidamento e di qualificazione dei soggetti imprenditoriali”.
In un mercato regionale dei lavori pubblici che in questi anni sta attraversando una importante fase espansiva, sostenendo le prospettive di investimenti settoriali in crescita fino al 2024 e su livelli sostenuti di spesa anche nel 2025, è importante fare alcune valutazioni sull’impatto che questa onda crescente ha sulle imprese locali. A tal fine il Centro studi della Cna Sardegna ha monitorato le gare aggiudicate tra il 2017 e il 2024, per lavori di importo superiore a un milione che riguardano il territorio regionale. Sono state eliminate le aggiudicazioni di gare per lavori che riguardano, oltre la regione, altri territori. Gli otto anni sono stati divisi in due quadrienni, al fine di evidenziare, ove possibile, comportamenti significativamente differenti.
Complessivamente, si tratta di 813 aggiudicazioni di gare di importo superiore a 1 milione, di cui 296 censite nel quadriennio 2017-2020 e 517 in quello successivo.
Il primo risultato che emerge dal report è che in entrambi i periodi risulta maggioritario il numero di imprese “non domestiche” che si aggiudicano lavori di importo superiore a 1 milione, con una percentuale che, già importante nel primo quadriennio, quando raggiungeva il 60%, sale al 63% nel periodo più recente. Sul fronte della spesa, lo squilibrio a favore di imprese che arrivano dal continente, o anche da fuori Italia, è ancora più rilevante, attestandosi sul 78% complessivamente tra il 2017 e il 2020, e salendo all’83% nel quadriennio successivo.
Un secondo risultato riguarda le dimensioni dei contratti: l’importo medio delle gare aggiudicate a imprese sarde, nel campione in osservazione riferito ai soli lavori di importo superiore a un milione, è pari a 4,5 milioni, contro gli oltre 12 che in media riguardano i contratti assegnati a imprese provenienti da altre regioni.
Per quanto riguarda poi lo sconto praticato dalle imprese, nei lavori aggiudicati a imprese sarde, quindi mediamente più piccoli, le imprese aggiudicatarie hanno praticato un ribasso medio di poco superiore al 20%, a fronte di una percentuale che supera di poco il 18% tra le imprese provenienti da alte regioni, impegnate quindi in lavori di importo più rilevante, che richiedono requisiti più stringenti e che normalmente incorporano maggiori elementi di rischio nonché di complessità. Fattori che possono non trovare adeguate caratteristiche nelle piccole imprese regionali.
Un’ultima informazione rilevata riguarda la provenienza delle imprese che si aggiudicano grandi lavori in regione. Tra i vari territori nazionali di provenienza, le imprese laziali sono le più numerose, rappresentando il 23% del numero di aggiudicazioni a favore di imprese non sarde nel periodo in osservazione; seguono le campane con il 12,5% e sugli stessi livelli le siciliane, mentre si collocano sotto il 10% le imprese lombarde. Queste ultime guidano, invece, la classifica economica, risultando aggiudicatarie di oltre il 20% del valore complessivo dei bandi di gara di importo superiore a un milione affidati, tra il 2017 e il 2024, a imprese fuori regione; seguono le laziali con poco meno del 16%, e quelle localizzate in Emilia-Romagna, con meno del 10% del valore complessivo. Com
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