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L’instabile Biden in Michigan afferma ancora una volta non rendendosi conto di favorire l’antidemocratico Trump: “Correrò e vincerò”. Meta si schiera e lascia libero sfogo a Trump.

Cagliari, 13 Lug 2024 - "Trump lavora per le grandi aziende farmaceutiche e petrolifere, io lavoro per gli americani". Joe Biden insiste e ribadisce di essere l'unico e solo candidato democratico alla Casa Bianca. "Correrò e vincerò nel 2024", ha detto il presidente americano a un evento elettorale in Michigan incitando la folla. "Siete con me? Fermiamo Donald Trump?", ha gridato sembrando molto energico e determinato.

"La stampa mi ha attaccato in questi giorni perché sbaglio qualche nome, a Trump invece le fanno passare tutte" ha detto il presidente accusando i reporter di non "ricordare" che il tycoon "ha scambiato Nancy Pelosi con Nikki Haley". Eppure, nonostante il tentativo di rassicurare gli americani e il suo partito con un'ora di conferenza stampa e pur essendo apparso più in forma rispetto alla debacle televisiva, l'81enne presidente ha continuato a commettere gaffe e strafalcioni che hanno allarmato i dem a tal punto che si sono mobilitati due big dell'Asinello, Barack Obama e Nancy Pelosi che si sarebbero scambiati una serie di telefonate per discutere del futuro.

D'altra parte, nonostante Biden abbia assicurato di voler "placare" le paure dei dem a Capitol Hill sono già 20 ormai, tutti deputati e un senatore, coloro che hanno mollato il commander-in-chief chiedendogli un passo indietro per il bene degli Stati Uniti. Mentre un gruppo di super donatori ha annunciato il congelamento di ben 90 milioni finché il presidente resta in corsa. Secondo quanto rivelato dal New York Times, 'Future Forward' è stato consacrato dalla campagna di Biden come il principale comitato elettorale per la raccolta fondi nelle prime fasi della corsa al 2024, e ha già annunciato di aver investito ben 250 milioni di dollari in pubblicità televisive e online che cominceranno a essere trasmesse alla fine della Convention dem il mese prossimo. E' chiaro che la mancanza di fondi potrebbe essere il colpo di grazia per il commander-in-chief.

Inoltre, uno dei segni che l'incontro di circa un'ora con i reporter non è andato come Biden sperava è stato l'incontro a notte fonde alla Casa Bianca con il leader dei democratici alla Camera, Hakeem Jeffries, che secondo la Cnn lo avrebbe scaricato.

Lui, invece, in conferenza stampa non ha fatto altro che ripetere di voler finire il lavoro iniziato e di essere "l'unico" in grado dibattere Donald Trump nonché "l'unico qualificato per fare il presidente", rivendicando di essere l'unico dotato di una macchina elettorale in grado di vincere. "Sarebbe troppo difficile per chiunque cominciare da zero", ha risposto a chi gli chiedeva di Kamala Harris alla quale comunque ha dato una sorta di benedizione qualora dovesse scendere in campo definendola "qualificata per essere presidente".  

Una possibilità che si comincia a fare strada considerato anche il sondaggio flash lanciato ai donatori dem: "Accetteresti Kamala Harris come candidata Democratica?" chiedendo appunto di valutare la possibile candidatura dell'attuale vicepresidente. Un messaggio arrivato via telefono al quale i donatori avranno tempo fino a mezzanotte per rispondere.

Secondo l'ex inquilino della Casa Bianca Donald Trump la vice presidente degli Stati Uniti Kamala Harris è una sfidante ''più facile da vincere rispetto a Joe Biden'', così almeno ha dichiarato intervenendo a un programma radiofonico e aggiungendo ''non pensiamo troppo in termini di alternative finché non se ne va".

Kamala Harris è, almeno sulla carta, la predestinata a raccogliere il testimone di Joe Biden nel caso in cui il presidente cedesse alle pressioni e decidesse di ritirarsi dalla corsa alla Casa Bianca. Ma la panchina dei democratici è molto più lunga e include i popolari governatori della California e del Michigan, Gavin Newsom e Gretchen Whitmer, che guardano però al 2028 e difficilmente potrebbero decidere di bruciare le loro chance in una eventuale mini-primaria accelerata. 

Nella rosa dei possibili sostituiti figurano anche il ministro dei Trasporti Pete Buttigieg e i governatori della Pennsylvania e dell'Illinoi, Josh Shapiro e JBPrtizker.

A far fibrillare ulteriormente la campagna elettorale Usa è la decisione di Meta che ha annunciato di voler rimuovere alcune restrizioni sugli account Facebook e Instagram dell'ex Presidente degli Stati Uniti Donald Trump. La società di social media ha sospeso a tempo indeterminato gli account di Trump in seguito alle sue lodi alle persone che assaltarono il Campidoglio degli Stati Uniti il 6 gennaio 2021. 

La società ha poi ripristinato i suoi account all'inizio del 2023, affermando che avrebbe monitorato i post di Trump per ulteriori violazioni che avrebbero potuto comportare un'altra sospensione da un mese a due anni. Trump non sarà più soggetto a ulteriori controlli, afferma Meta. "Nel valutare la nostra responsabilità nel consentire l'espressione politica, crediamo che il popolo americano debba essere in grado di ascoltare i candidati alla Presidenza sullo stesso livello", afferma Meta in un post del blog aggiornato.   

Nel 2021, Trump venne bandito anche da Twitter, ora chiamato X. Il miliardario Elon Musk ha ripristinato l'account poco dopo aver acquisito l'azienda nel 2022, anche se da allora Trump ha pubblicato su X solo una volta

E proprio da Elon Musk sarebbe arrivata una "una somma considerevole" a un gruppo politico che lavora per far eleggere Donald Trump alla Casa Bianca, riferisce l'agenzia di stampa americana Bloomberg.   Si tratta di un comitato d'azione politica (pac) chiamato America e che sarà tenuto a rivelare la sua lista di donatori il 15 luglio, secondo fonti citate dalla Bloomberg.

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