Londra, 5 Lug 2024 – Quattrocentodieci, ben 410 seggi su 650 totali per i Laburisti, e 131 per i Conservatori.
Una solida maggioranza assoluta ed un risultato che raggiunge quasi quello di Tony Blair che ottenne 419 seggi nel 1997. Ma all’epoca per i Conservatori andò meglio. Oggi con 131 seggi conquistati si parla di una sconfitta che può essere rintracciata solo nelle elezioni del XIX secolo - qualcuno avanza una data: il 1832. Il minimo storico fu nel 1906 con 156 seggi. E’ una valanga che porta il cambiamento a Downing Street dopo 14 anni di governo dei Tories.
Un partito laburista certamente molto diverso e più moderato, rispetto a quello radicale di Corbyn, che espulso dal partito si è candidato come indipendente. Oggi in mattinata Rishi Sunak rassegnerà le proprie dimissioni alla Corona - e immediatamente dopo il leader dei laburisti, Keir Starmer, riceverà da Re Carlo III l’incarico per formare il nuovo governo.
Dallo spoglio che si sta effettuando parrebbero perdere il proprio seggio anche ministri importanti del Governo di Sunak. Il Cancelliere dello scacchiere Jeremy Hunt è tra i diversi ministri del governo conservatore britannico che, secondo gli exit poll, perderanno il loro seggio: è il Tory di più alto profilo destinato a rimanere escluso, con i Lib-dem che sembrano destinati a conquistare il suo seggio nel collegio di Godalming & Ash. Grant Shapps, ministro della Difesa, e Johnny Mercer, minisatro dei veterani, potrebbero anche perdere nei rispettivi collegi. In bilico, secondo gli exit poll, pure Mark Harper (Trasporti), Mel Stride (Lavoro e pensioni), Steve Barclay (Ambiente) e Penny Mordaunt (leader dei Comuni).
Per quanto riguarda gli altri partiti, i Liberaldemocratici di Ed Davey avrebbero 61 seggi, Reform Uk di Nigel Farage 13, i Nazionalisti scozzesi 10, il Partito gallese 4 e i Verdi 2.
Il Partito laburista britannico ha ottenuto così una vittoria schiacciante nelle elezioni e i britannici hanno punito il partito conservatore, dopo 14 anni di sconvolgimenti economici e politici. Il leader laburista di centrosinistra Keir Starmer dovrà affrontare un elettorato stanco e impaziente di cambiare, in un contesto di malessere economico, di crescente sfiducia nelle istituzioni e con un tessuto sociale in grave difficoltà. La storica sconfitta dei conservatori lascia il partito impoverito e indebolito e probabilmente si scatenerà una competizione per sostituire il leader e ormai ex primo ministro Rishi Sunak.
Il risultato anticipato dagli exit pool sembra poi contrastare con i recenti spostamenti elettorali verso destra in Europa, comprese Francia e Italia, là dove si trovano molte di quelle stesse correnti populiste presenti in Gran Bretagna. Il leader sovranista Nigel Farage ha sconvolto la campagna elettorale con la frase anti-immigrazione del suo partito “ridateci indietro il nostro Paese” e quell’appello che era indirizzato alla pancia del Paese ha indebolito ulteriormente i conservatori, che già si trovavano ad affrontare prospettive sfavorevoli. Non aveva mai portato nessun eletto in Parlamento. Puntava ad un paio di deputati ma riuscirà ad avere una pattuglia di 13 eletti. Il segno della volontà di cambiamento dei britannici sta quindi anche nei risultati dei partiti antisistema, segno della rabbia crescente nei confronti del sistema politico tradizionale. Succede per Farage, come detto. Ma anche per i più moderati centristi Liberal Democratici che crescono sottraendo voti proprio al partito di Sunak.
Il risultato di ieri sarebbe il più basso risultato raggiunto dai Conservatori nella loro storia di quasi due secoli. L'ex leader conservatore William Hague ha affermato che è “un risultato catastrofico in termini storici per il Partito”. Tuttavia, i politici laburisti, abituati ad anni di delusioni, restano cauti, in attesa dei risultati definitivi che arriveranno in mattinata. “Gli exit poll sono incoraggianti, ma ovviamente non sono i risultati definitivi”, ha detto a Sky News la vice leader Angela Rayner.
La Gran Bretagna ha attraversato una serie di anni turbolenti. Il lavoro dei conservatori ha lasciato molti elettori pessimisti riguardo al futuro del Paese. L’uscita del Regno Unito dall’Europa seguita dalla pandemia di Covid-19 e dall’invasione dell’Ucraina da parte della Russia, hanno colpito l’economia, mentre le polemiche sulle feste in violazione del lockdown organizzate dall’allora primo ministro Boris Johnson e dal suo staff, hanno causato una rabbia diffusa. Il successore di Johnson, Liz Truss, ha scosso ulteriormente l’economia con un pacchetto di drastici tagli fiscali ma la sua premiership è durata solo 49 giorni. L’aumento della povertà e i tagli alla spesa dei servizi statali hanno portato molti britannici a immaginare il cambiamento. La tendenza a votare per lo schieramento a cui tradizionalmente si vota è dunque stata superata dalle preoccupazioni più immediate sull’economia, sulle infrastrutture fatiscenti e sul servizio sanitario nazionale.
Il partito laburista ha vinto anche per il sostegno di ampie fasce della comunità imprenditoriale e quello di giornali tradizionalmente conservatori, tra cui il Sun di proprietà di Rupert Murdoch, tabloid che ha elogiato Starmer per “aver riportato il suo partito su linee maggiormente centriste nella politica britannica”. Il new labour, infatti, ha fatto piazza pulita di quei politici su posizioni più radicali, come l’ex leader Jeremy Corbyn e, con Starmer, ha addirittura elogiato come esempio della volontà di ripresa del Regno, Margareth Tatcher che è stata Premier negli anni ’80 e lady di ferro dei Conservatori. Un’operazione se vogliamo simile a quella che compì, nel 1997, lo stesso Tony Blair che divenne premier trasformando un partito di ispirazione socialista in una socialdemocrazia più vicina al centrismo.
L'ex candidato laburista Douglas Beattie, autore del libro “Perché il Labour vince e perché perde”, ha detto che Starmer, “probabilmente è in sintonia con l’umore di un Paese che in questo momento vuole recuperare la sua serenità”. I conservatori, nel frattempo, sono stati afflitti da gaffe. La campagna è decollata con un inizio infausto quando la pioggia ha inzuppato Sunak (nella foto) mentre annunciava le elezioni anticipate fuori Downing Street.
Un rischio che, nella giornata di oggi, i laburisti non vogliono correre. Infatti sono previste forti piogge a Londra e il nuovo premier, il laburista Sturmer, dopo aver ricevuto l’incarico da Re Carlo III dovrebbe parlare in conferenza stampa proprio davanti al 10 di Downing Street. Lo staff laburista sta tentando di cambiare quel protocollo per evitare che il nuovo Premier si ritrovi zuppo come il suo predecessore.
Ma i guai di Sunak, durante la campagna elettorale, sono stati anche altri. E’ tornato a casa troppo presto dalle commemorazioni in Francia per l'ottantesimo anniversario dell'invasione del D-Day. Infine diversi conservatori vicini a Sunak sono indagati per il sospetto di avere utilizzato informazioni privilegiate per piazzare scommesse sulla data delle elezioni prima che le stesse venissero annunciate. Il leader conservatore ha lottato per scrollarsi di dosso la contaminazione del caos politico e della cattiva gestione che si è raccolto attorno al partito ma non c’è riuscito.
Il problema complessivo a cui il governo dei labour si troverà davanti è la mancanza di fiducia crescente dei britannici che non riguarda solo il partito al governo, ma i politici in generale. Valgono le parole di un elettore intervistato durante il voto dai colleghi dell’Associated Press: "Non so chi sia quel candidato che davvero lavorerà per me", ha detto Michelle Bird, lavoratore portuale di Southampton, sulla costa meridionale dell’Inghilterra, che era indeciso se votare laburista o conservatore. “Non so se votare il diavolo che conosco o il diavolo che non conosco.”
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