Roma, 25 Mar 2024 – Giusta da quando si è insediato il governo di estrema destra, guidato dalla camicetta nera, la povertà assoluta di milioni di italiani è aumentata sensibilmente. E in mezzo vi sono bambini, che avendo genitori senza nessun reddito, non hanno niente da mangiare. Infatti, oggi, l’Istat, ha certificato che nel 2023, le famiglie in povertà assoluta si attestano all’8,5% del totale delle famiglie residenti, in lieve rialzo rispetto all’8,3% del 2022 e sul livello più elevato di sempre. Si tratta di oltre 2,2 milioni di famiglie per un totale di 5,7 milioni di persone (quest’ultimo dato è sostanzialmente stabile).
Per povertà assoluta si intende l’impossibilità di sostenere una spesa per acquistare l’insieme di una serie di beni essenziali identificati dall’Istat. Famiglie e persone povere si concentrano soprattutto nel Mezzogiorno con tassi del 10,3% e del 12,7%, in lieve miglioramento sul 2022. Particolarmente preoccupante rimane la condizione dei minori. Quelli che fanno parte di famiglie in povertà assoluta sono 1,3 milioni, un numero sostanzialmente stabile rispetto al 2022. Lo indica l’Istat, aggiungendo però che l’incidenza di povertà assoluta individuale per i minori è pari al 14%, il valore più alto della serie storica dal 2014. Rispetto al 2022, le incidenze di povertà sono stabili tra i giovani di 18-34 anni (11,9%) e tra gli over65 (6,2%), che restano la fascia di popolazione a minore disagio economico.
Infatti “Con il Governo di Giorgia Meloni, è record storico di povertà assoluta in Italia: circa 5,7 milioni di individui. Oggi l’Istat ha pubblicato le stime preliminari per l’anno 2023. Al Nord le persone povere sono quasi 136mila in più rispetto al 2022 mentre l’incidenza di povertà assoluta individuale per i minori è pari al 14%, il valore più alto della serie storica dal 2014. Tali numeri testimoniano il totale fallimento delle politiche di questo governo”, afferma in una nota la capogruppo del M5S in commissione Lavoro alla Camera Valentina Barzotti, che rimarca anche i danni provocato dall’abolizione del reddito di cittadinanza. I dati sulla povertà assoluta sono “drammatici e vergognosi, non degni di un Paese civile”, sottolinea il presidente dell’Unione nazionale consumatori, Massimiliano Dona.
Nel 2023, fa sapere ancora l’Istat, la spesa media mensile delle famiglie residenti in Italia è stata pari a 2.728 euro mensili in valori correnti, in crescita del 3,9% rispetto ai 2.625 euro dell’anno precedente. Tale crescita, tuttavia, risente ancora in larga misura dell’aumento generalizzato dei prezzi (+5,9% la variazione su base annua dell’indice armonizzato dei prezzi al consumo). L’Istat, aggiunge che in termini reali (ossia al netto dell’inflazione), la spesa media si riduce infatti dell’1,8%.
Infine, “I dati sulla povertà assoluta nel 2023 che ci propone oggi l’Istat mostrano due drammatici record relativi al lavoro povero. La povertà assoluta cresce tra le famiglie con persona di riferimento occupata, dal 7,7% del 2022 all’8,2% del 2023, raggiungendo il valore più alto dell’intera serie storica, dal 2014. Fortissimo è in particolare il peggioramento per le famiglie in cui la persona di riferimento è un lavoratore dipendente: sono povere il 9,1% di queste famiglie nel 2023 (contro al già altissimo valore di 8,3% del 2022). Anche in questo caso il valore più alto della serie. Lavoro e povero non devono più stare insieme. Per questo continueremo a batterci per il salario minimo legale”, afferma Maria Cecilia Guerra, responsabile Lavoro nella segreteria nazionale del Pd.











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