Cagliari, 16 Lug 2023 - "Terroristi nucleari": dopo Zaporizhzhia, Mosca gioca la carta del rischio atomico per accusare Kiev, questa volta di puntare i propri droni contro le centrali nucleari russe in azioni che potrebbero "portare a un disastro su larga scala" in Europa. L'affondo è della portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, e giunge all'indomani di un presunto attacco con un drone ucraino - non confermato da Kiev - sulla città di Kurchatov, nella regione confinante di Kursk.
Secondo le autorità locali, il raid aveva danneggiato la facciata e le vetrate di un condominio residenziale senza causare vittime. Ma, secondo Zakharova, "il probabile obiettivo della nuova provocazione dell'Ucraina era proprio la centrale nucleare" presente nella città. Un'azione che "testimonia ancora una volta che il regime di Kiev ha intrapreso la strada dell'utilizzo di metodi di terrorismo nucleare", ha tuonato.
"Chiediamo all'Aiea e all'Onu di fare molta attenzione" e "condannare il comportamento irresponsabile di Kiev", ha aggiunto Zakharova.
L'attacco del drone sulla regione di Kursk alza nuovamente l'allarme sullo spettro del nucleare che sin dall'inizio della guerra minaccia l'Ucraina e l'Europa, con i continui timori di un possibile incidente nella centrale di Zaporizhzhia occupata dai russi e tra gli obiettivi della controffensiva di Kiev nel sud del Paese.
Ma mentre si muove a sud, con potenti ma lente nell'avanzata controffensive, Kiev monitora il nord: nonostante non emerga una minaccia imminente, arrivano notizie dell'ingresso in Bielorussia di un imponente convoglio del gruppo paramilitare Wagner formato da almeno 60 veicoli, proveniente dalla Russia.
La segnalazione del gruppo di monitoraggio bielorusso Gayun trova il sostegno del portavoce delle guardie di frontiera ucraine Andriy Demchenko, secondo cui nuovi "gruppi separati" di mercenari sono stati visti arrivare in Bielorussia dal territorio russo.
Con la guerra che prosegue sul terreno, Kiev reclama sempre più sostegno dell'Occidente: anche perché, secondo il New York Times, nelle prime due settimane di controffensiva le forze ucraine hanno perso fino al 20% di armi, compresi equipaggiamenti inviati dagli alleati, come carri armati e veicoli corazzati. Successivamente le perdite sono diminuite a circa il 10% anche grazie al fatto che l'Ucraina ha cambiato tattica, puntando maggiormente su artiglieria e missili a lungo raggio.
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