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Riforme: dalle opposizioni chiusura al presidenzialismo, ma il dialogo può proseguire.

Roma, 10 Magg 2023 - Il primo giro di consultazioni sulle riforme della presidente Giorgia Meloni con i partiti di opposizione si è chiuso ieri sera con la certezza che tutti sono contrari al presidenzialismo. 

"Sì al confronto - dice la segretaria del Pd, Elly Schlein, uscendo dall'ultimo incontro della giornata, riservato ai dem e durato più del previsto - ma se è un confronto vero, non predeterminato. Noi abbiamo chiarito la nostra contrarietà all'elezione diretta del presidente della Repubblica e del presidente del Consiglio. Se l'obiettivo - spiega Schlein - è rafforzare la stabilità e la rappresentanza non ci sottraiamo al confronto. Ciò che invece non vogliamo e l'indebolimento dei pesi e contrappesi previsti dalla Costituzione. E non che si tocchi o si indebolisca la presidenza della Repubblica, nel suo ruolo di garante della Costituzione, super partes. Diciamo no anche al premierato, una forma che indebolirebbe il Parlamento. Abbiamo portato alcune nostre proposte che vanno nella direzione di migliorare stabilità e rappresentanza. Per prima cosa si deve riformare la legge elettorale, basta con i listini bloccati. La seconda questione, guardando al modello tedesco, e l'istituto della sfiducia costruttiva che eviterebbe crisi al buio. La terza è la necessità di limitare la decretazione d'urgenza. C'è poi il tema del rafforzamento degli istituti referendari e delle leggi di iniziativa popolare".

La delegazione del Movimento 5 Stelle, che apre la giornata di incontri guidata dal leader Giuseppe Conte, mette subito in chiaro che non prenderà in considerazione né presidenzialismo né premierato. "Abbiamo condiviso - spiega Conte all'uscita - una diagnosi sul nostro sistema, a partire dalla instabilità degli esecutivi, ma da questo primo incontro non è venuta fuori una condivisione delle soluzioni. Siamo disponibili a un rafforzamento dei poteri del premier ma in un quadro che non mortifichi il confronto parlamentare e che non mortifichi neppure la funzione del presidente della Repubblica, che ha una funzione di garanzia, e ha un ruolo chiave". L'idea di Conte, che non piace però al governo, è quella di una commissione ad hoc sulle riforme: "Siamo disponibili, per quanto riguarda il metodo, al dialogo. Abbiamo proposto una commissione parlamentare, raccomandiamo questa soluzione". Il leader M5S però non rinuncia all'affondo: nel governo c'è, spiega, quella che "ci sembra un'assoluta contraddizione, da un lato vogliono perseguire un progetto di autonomia differenziata spinta, che finisce per svuotare l'autorità di governo di tantissime funzioni, e nello stesso tempo si mira a rafforzare i poteri dell'autorità di governo centrale".

Più fluida la posizione di Azione e Italia Viva: "Siamo disponibili a collaborare per l'ovvia ragione che anche noi abbiamo provato a fare un percorso di riforma. Condividiamo l'esigenza di avere maggiore stabilità del governo ed efficienza dell'apparato complessivo dello Stato", spiega Carlo Calenda al termine dell'incontro. Ma anche il leader di Azione non transige sul Quirinale: "Abbiamo provato a definire il perimetro entro il quale una collaborazione è possibile. Per noi una linea rossa assoluta è la figura di garanzia del presidente della Repubblica, toccarla sarebbe un errore grave". Mentre, aggiunge, "siamo favorevoli all'indicazione del presidente del Consiglio, con l'opzione del sindaco d'Italia o con l'indicazione del presidente del Consiglio. Abbiamo sottolineato che c'è un tema grande che è l'efficienza del Parlamento, oggi viviamo in un monocameralismo di fatto. Noi siamo a favore di una scelta monocamerale e di una distinzione fondamentale delle due Camere". In ogni caso "noi non faremo alcun Aventino, sarebbe illogico e incoerente farlo". E anche Maria Elena Boschi, che ha preso parte all'incontro per Iv, spiega: "Come Italia viva nasciamo per fare le riforme, crediamo nella loro importanza e siamo disponibili a lavorare insieme alla maggioranza e al governo", sul "sindaco d'Italia" e sul "superamento del bicameralismo perfetto".

Ma "l'ipotesi sindaco d'Italia è una follia se non una sciocchezza, nei modi in cui viene raccontata. Creerebbe un dualismo pericoloso tra un presidente del Consiglio eletto direttamente e un presidente della Repubblica eletto dal parlamento", è la posizione, al termine dell'incontro, del segretario di Più Europa, Riccardo Magi. 

Chiusura totale da Alleanza Verdi Sinistra: Fratoianni e Bonelli ribadiscono che la Costituzione "va applicata, non cambiata".

La premier Giorgia Meloni ascolta le proposte e in serata tira le somme: “Ho trovato chiusure sul presidenzialismo, meno sul premierato”, “non siamo innamorati di un sistema nello specifico, c'è anche la possibilità di elaborare un modello italiano”. Al tavolo con le opposizioni Meloni parte dall’analisi delle criticità: "Fortissima instabilità”, repentini cambi di maggioranza, difficoltà a immaginare strategie di lungo periodo, debolezza a livello internazionale. Ed è questa la ragione per la quale – insiste - occorre mettere mano all'assetto istituzionale: “Credo che questa sia la più potente riforma economica che possiamo realizzare”. 

Meloni ha messo sul tavolo i tre modelli possibili di riforme costituzionali (presidenzialismo, semi presidenzialismo o premierato), si è detta disponibile a considerare le proposte in campo e anche lo strumento per arrivarci con un unico paletto, "no a intenti dilatori".

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