Teheran, 23 Feb 2023 - Stava tornando a casa da una scuola nella città di Isfahan a circa 450 km a sud di Teheran, quando è stata fermata dalla polizia morale e picchiata perché non indossava il velo in modo corretto.
Si chiama Sara Shirazi ha nove anni e il video straziante in cui piange mentre si asciuga lacrime e sangue è divenuto virale. Quella polizia morale che per un attimo si pensava fosse stata sospesa è invece ricomparsa indignando ancora una volta quella parte di popolo iraniano che vuole la caduta del regime teocratico a guida sciita.
Dopo l'accaduto la famiglia della piccola studentessa sarebbe stata minacciata “se spargerete la voce su quanto accaduto Sara potrebbe fare la stessa fine di Masha Amini”, avrebbe detto la poliziotta che l'ha picchiata.
Il velo è obbligatorio per tutte le donne a partire dai 7 anni di età, una costrizione oramai insopportabile per le iraniane divenute protagoniste da oltre cinque mesi della protesta antigovernativa allargatasi in seguito al resto della società.
La protesta, considerata la più minacciosa per la Rivoluzione dalla sua costituzione nel 1979, sembra ad un punto di stallo ma continua a covare sotto la cenere e si infiamma davanti alle violenze e alla repressione ordinata dalla teocrazia sciita.
Ieri è stato giustiziato Arash Ahmadi, un prigioniero politico militante del gruppo di ribelli curdo Komala considerato da Teheran gruppo terroristico. Accusato dell'omicidio di Hassan Maleki un capo Pasdaran nel 2018 avvenuto nella provincia occidentale di Kermanshah.
Noto anche come Sarkout, foto che lo ritraggono sono virali sui social, "è stato giustiziato questa mattina", ha precisato la televisione di Stato dopo una confessione molto probabilmente estorta sotto tortura.
Komala è un gruppo marxista che cerca l'autonomia per le regioni a popolazione curda dell'Iran settentrionale. Kermanshah, il Kurdistan e l'Azerbaigian occidentale sono teatro di frequenti scontri tra forze iraniane e ribelli curdi.
Tuttavia è dal 44° anniversario della Rivoluzione l'11 febbraio scorso, che il governo ha deciso per una grande amnistia e sta graziando alcuni prigionieri: 20.000 gli arrestati di cui una buona parte è stata liberata.
Tra loro c'è il 19enne Mohammad Boroughani condannato a morte per avere partecipato, armato di coltello, al rogo di un edificio governativo a Pakdasht durante le proteste in corso per Mahsa Amini. Lo riporta Bbc Persian. La Corte suprema dell'Iran ha accolto la richiesta per un nuovo processo, stessa cosa accaduta al celebre cineasta Jafar Panahi liberato qualche giorno fa insieme ad altri intellettuali e dissidenti 'eccellenti'.










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