Kiev, 20 Feb 2023 - L'allarme antiaereo è scattato stanotte nelle regioni ucraine di Zaporizhzhia, Dnipro e Kharkiv. Lo rendo noto il portale ufficiale di allerta antiaerea del pPese, citato dai media locali. Secondo le stesse fonti, dopo circa 4 ore l'allarme è rientrato. Al momento non si hanno notizie di bombardamenti avvenuti nelle regioni ucraine interessate dall'allerta. Due missili russi hanno invece colpito ieri sera una zona industriale della città di Kramatorsk, nella regione di Donetsk. Si registrano danni ma nessuna vittima, secondo il sindaco Oleksandr Honcharenko citato dai media locali.
In un'intervista alla Cnn, l'ambasciatrice statunitense alle Nazioni Unite Linda Thomas-Greenfield ha affermato che "si oltrepasserebbe la linea rossa" se la Cina fornisse aiuti letali alla Russia. "Accogliamo con favore l'annuncio cinese che vogliono la pace perché è quello che vogliamo sempre perseguire in situazioni come questa", ha detto. "Ma dobbiamo anche essere chiari sul fatto che se ci sono pensieri e sforzi da parte dei cinesi e di altri per fornire un supporto letale ai russi nel loro brutale attacco contro l'Ucraina, ciò è inaccettabile", ha aggiunto. Il 18 febbraio il segretario di Stato americano Antony Blinken ha dichiarato che Washington teme che Pechino stia valutando la possibilità di fornire a Mosca "supporto letale", come armi.
La Transnistria, una minima parte della Moldavia, guidata con il pugno di ferro da una famiglia di trafficanti d’armi e altri e protetti da Putin come fa con Ramzan Kadyrov capo dei sicari del dittatore russo, deve essere smilitarizzata, ha detto il neoeletto primo ministro moldavo Dorin Recean e le truppe russe dovrebbero essere cacciate dalla Transnistria, dopodiché gli abitanti della regione dovrebbero essere integrati economicamente e socialmente.
Nel frattempo il Cremlino turno alla vecchia canzone. Che in Ucraina vi è un regime nazista. E tra questo, Mosca si sta preparando anche ad un'offensiva mediatica rispolverando le accuse di ‘nazismo’ contro i vertici ucraini.
Il capo del Comitato investigativo russo, Aleksandr Bastrykin, ha infatti dichiarato in un'intervista all'agenzia di stampa Tass che sarebbero state raccolte prove del coinvolgimento dei vertici militari e politici dell'Ucraina nel genocidio della popolazione russofona del Donbass e che quasi 700 militari ucraini, di cui circa 120 sono comandanti e leader delle forze armate ucraine e del Ministero della Difesa sono stati accusati dell'uso di mezzi e metodi di guerra proibiti.










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