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Celebrata oggi a Oristano la ricorrenza della “Virgo Fidelis”, Patrona dell’Arma dei Carabinieri e la concomitante “Giornata dell’Orfano”.

Oristano, 21 Nov 2022 – Questa mattina, a Oristano, alle ore 10.00, presso la Cattedrale di Santa Maria Assunta del capoluogo, è stata celebrata la ricorrenza della “Virgo Fidelis”, Patrona dell’Arma dei Carabinieri e la concomitante “Giornata dell’Orfano”, con la rievocazione della Battaglia di Culqualber (A.O.I) nell’81° anniversario dell’eroico sacrificio del 1° Battaglione Carabinieri e Zaptiè mobilitato.

Alla cerimonia, presieduta dall’Arcivescovo Metropolita di Oristano S.E. Mons. Roberto Carboni erano presenti le massime Autorità della Provincia, oltre ai Carabinieri del Comando Provinciale di Oristano, i rappresentanti dell’Associazione Nazionale Carabinieri ed i familiari dei militari dell’Arma.

La Virgo Fidelis venne proclamata Patrona dell’Arma dei Carabinieri da Papa Pio XII l’11 novembre 1949. Lo stesso Pontefice ne fissò la ricorrenza il 21 novembre di ogni anno, in coincidenza con il ricordo del sacrificio dei Carabinieri di Culqualber. Nel 1949 l’Ordinario Militare Arcivescovo Carlo Alberto Ferrero di Cavallerleone scrisse la preghiera del Carabinieri alla Virgo Fidelis, che è stata letta al termine della cerimonia religiosa.

Il Comandante Provinciale Col. Erasmo Fontana, nel ringraziare i presenti, ha dato lettura dell’ordine del giorno inerente alla decorazione della medaglia d’Oro al Valor Militare alla Bandiera dell’Arma dei Carabinieri, per la Battaglia di Culqualber combattuta dal 1° Battaglione Carabinieri e Zaptiè Mobilitato contro le forze Britanniche, in Africa Orientale, dal 6 agosto al 21 novembre 1941:

“Glorioso veterano di cruenti cimenti bellici, destinato a rinforzare un caposaldo di vitale importanza, vi diventava artefice di epica resistenza. Apprestato saldamente a difesa l'impervio settore affidatogli, per tre mesi affrontava con indomito valore la violenta aggressività di preponderanti agguerrite forze che conteneva e rintuzzava con audaci atti controffensivi contribuendo decisamente alla vigorosa resistenza dell'intero caposaldo, ed infine, dopo aspre giornate di alterne vicende, a segnare, per ultima volta in terra d'Africa, la vittoria delle nostre armi».

“Delineatasi la crisi, deciso al sacrificio supremo, si saldava graniticamente agli spalti difensivi e li contendeva al soverchiante avversario in sanguinosa impari lotta corpo a corpo nella quale comandante e carabinieri, fusi in un solo eroico blocco simbolico delle virtù italiche, immolavano la vita perpetuando le gloriose tradizioni dell'Arma”. Red

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