Press "Enter" to skip to content

Accoglienza tiepida dei capi partito a Cernobbio: Sanzioni, Pnrr, lavoro, clima: a Cernobbio le ricette dei leader.

Cernobbio (Como), 5 Sett 2022 – Accoglienza tiepida, senza grande dimostrazione di apprezzamento, è stata quella degli imprenditori e economisti di mezzo mondo. Ieri a Cernobbio si è aperta la sfida davanti a alla vasta e importante platea, per i leader politici al Forum Ambrosetti di Cernobbio. Al centro del primo confronto della campagna elettorale, e probabilmente l'unico, le ricette per affrontare guerra in Ucraina, il Piano nazionale di recupero e resilienza, il caro energia, l'emergenza ambientale. Dieci minuti a testa davanti alle telecamere, poi domande e risposte a porte chiuse. Sulle rive del Lago di Como non volano gli stracci, nessuno alza i toni, ma le differente prospettive dei principali partiti che si candidano a guidare il paese emergono in maniera molto netta.

Il presunto amico del criminale di guerra e desposta russo, il putiniano italiano che cerca di mettere i bastoni tra le ruote europee ma non ha la forza essendo in netto contrasto con il programma della coalizione di destra, Matteo Salvini, ha destato un certo stupore decidendo di proiettare delle slide, ha tenuto il punto sulla critica, già avanzata ieri, nei confronti delle sanzioni occidentali contro la Federazione Russa. “Le previsioni del Fondo monetario internazionale - ha detto il segretario della lega - dicono che a fine luglio le sanzioni hanno comportato un avanzo commerciale tra export e import di 140 miliardi di dollari cash nelle casse della Federazione Russa. Stima del Fmi a fine anno: 227 miliardi di dollari. Dovevamo mettere in ginocchio un Paese, questi sono i dati economici dell'attuale provvedimento”.

Durissimo Enrico Letta: le parole dell’attuale capo (ma dopo il risultato elettorale sarà fatto fuori per gli scarsi risultati) sono "frasi in libertà e irresponsabili" che "rischiano di fare un danno pesantissimo all'affidabilità dell'Italia e dell'Europa". Giorgia Meloni e Antonio Tajani predicano prudenza. La presidente di Fratelli d'Italia avvisa che "se l'Italia si sfila dagli alleati, per l'Ucraina non cambia niente, per noi moltissimo. Una nazione seria che vuole difendere i suoi interessi deve avere una postura credibile". La leader di FdI ribadisce la sua posizione atlantista e sostiene che la guerra in Ucraina "è la punta dell'iceberg di un conflitto che ha per obiettivo la revisione degli assetti mondiali. Se l'Ucraina cade e l'Occidente perisce - chiarisce - il grande vincitore non sarà solo la Russia ma anche la Cina, e chi è più debole in Occidente, segnatamente l'Europa, rischia di trovarsi sotto l'influenza cinese. Per questo secondo me bisogna combattere questa battaglia".

Il coordinatore di Forza Italia Antonio Tajani condivide il pensiero dell'alleata: le sanzioni alla Russia "sono inevitabili". Salvini le vuole rivedere? "La sua è un'opinione, si può discutere di tutto. Io credo che in questo momento sia giusto avere una forte solidarietà europea". Alla fine è lo stesso Salvini a ricordare che la Lega ha sempre votato tutti i provvedimenti a favore dell'Ucraina, comprese le sanzioni e a ribadire la necessità di attivare “uno scudo europeo come durante il Covid”. Il senatore leghista assicura che con un governo di centrodestra l'Italia "non cambierà collocazione internazionale. Staremo con i Paesi liberi, democratici. Il mio modello non sono il Venezuela, la Russia, la Cina. Io voglio la democrazia e la libertà. La Lega vince e rimarremo alleati dei paesi occidentali. Una cosa chiedo - sottolinea - che per fermare la Russia, non ci rimettano i lavoratori e la salute dei cittadini italiani". 

Sul Pnrr, Meloni ha affermato che "non può essere un'eresia dire che possa essere perfezionato, è previsto dalle norme. Il problema non sarà rivederlo o sistemarlo ma saranno i ritardi che il governo ci ha lasciato. Il tema deve essere affrontato, non vuol dire stravolgerlo". Opposto il punto di vista di Enrico Letta: "Il Pnrr è la nostra stella polare. Si può discutere, ma diciamo 'no' alle rinegoziazioni. Se ci mettessimo in un confronto con Bruxelles perderemmo soldi e le prospettive per il futuro". Restando in tema europeo, per il segretario del Partito democratico "la credibilità sul futuro e la questione del debito è un problema fondamentale che ci tocca a livello europeo" perché "il nostro debito si reggerà dentro un Europa che si sostiene ed è credibile". Ed è quindi importante, secondo Letta, pensare al “ruolo dell'Italia in Europa. Se non vi hanno convinto le cose che avete ascoltato alla mia destra il voto nei nostri confronti nei collegi uninominali è l'unico”. Le imprese, rimarca, "hanno bisogno di sicurezza, affidabilità e stabilità. La nostra proposta sul fisco è quella di ridurre le tasse sul lavoro".

Temi fiscali in primo piano anche nell'intervento di Giuseppe Conte, secondo il quale occorre invece investire sul taglio cuneo fiscale non solo a favore dei lavoratori ma anche delle imprese: "Siamo per l'abolizione dell'Irap a favore di tutti. Siamo a favore di uno Statuto degli imprenditori - prosegue - che dia chiarezza del diritto, tempi certi e una giustizia certa a chi investe". A una domanda sul reddito di cittadinanza, è netto: "Pensare di abolirlo è una follia, abbiamo salvato dalla povertà un milione di persone durante la pandemia. Il problema non è il reddito ma il lavoro sottopagato, due tre quattro euro lordi l'ora".

In tema di ambiente il presidente del Movimento 5 stelle ritiene si debba “investire nella giusta direzione, in energia pulita, in una vera transizione ecologica. Un ritorno al passato", alle fonti fossili, "significherebbe aumentare soltanto i costi sociali e finanziari e abbracciare la spirale recessiva”.

“Il modello del superbonus è da privilegiare”, aggiunge Conte, "e secondo me il modello della libera circolazione dei crediti di imposta non solo ci consente una grande riduzione di Co2 ma anche un meccanismo per generare quella massiccia liquidità a favore di investimenti ad alto moltiplicatore".

“Non credo nella papessa Greta Thumberg”, ha invece voluto evidenziare Tajani, “noi non abbiamo una visione ideologica dell'ambiente”, ma crediamo "in una azione politica forte per rendere più facile una politica agricola e ambientale. "Sono convinto - aggiunge - che un agricoltore è il miglior difensore dell'ambiente. Dobbiamo fare in modo di lasciare ai nostri figli un ambiente migliore di quello che abbiamo trovato. Quando parliamo di rigenerazione urbana, ad esempio, sposiamo l'ambiente e la politica industriale. L'edilizia lavora ma, riqualificando i centri storici delle città, riduce le emissioni e produce risparmio energetico. Questa è la politica ambientale in cui crediamo".

In sintonia, su questo punto, Carlo Calenda: “C'è il rischio che la politica ambientale ideologica porti alla desertificazione manifatturiera, non si può dire no a nucleare, no a tutto. Mancano 11 termovalorizzatori e tre rigassificatori in Italia e ogni volta è una battaglia". Scuola e sanità, dice poi il segretario di Azione, “sono un disastro in Italia. Dobbiamo prendere immediatamente il Mes sanitario oltre ai soldi del Pnrr". 

"È stato chiamato l'italiano più illustre del mondo - ricorda inoltre Calenda - e poi è stato sfiduciato per ragioni di bassa cucina elettorale, nel momento in cui abbiamo una situazione geopolitica drammatica, l'inflazione, il caro-energia. Il nostro proposito è molto semplice: non tornare al via come al monopoli, ricominciare, con i fascisti, i comunisti, la destra, la sinistra, le promesse che non si realizzano". E possibilmente ritrovarsi a ottobre con Draghi che giura a capo di un nuovo governo: “'Draghi è alla guida del paese, mentre noi giochiamo a racchettoni in campagna elettorale e ogni due minuti gli chiediamo di fare qualcosa, sarebbe saggio' che restasse". La coalizione di centrodestra? “Si sfascerà perché si detestano, è il segreto di Pulcinella”.

More from PRIMO PIANOMore posts in PRIMO PIANO »

Comments are closed.