Roma, 20 Ago 2022 - "Sono in gioco anche la reputazione e la credibilità internazionali dell'Italia che ha espresso con forza la propria collocazione euroatlantica e che in questo frangente così drammatico si è dimostrato un alleato responsabile ed affidabile il cui ruolo è stato riconosciuto, anche in occasione della grave crisi apertasi con il conflitto in Ucraina. L'Italia, per la sua storia e collocazione geografica, può quindi rappresentare il grimaldello con cui forzare l'atlantismo europeo, indebolendo anche la sua proiezione mediterranea al fine di favorire la crescente presenza strategica russa nel quadrante nordafricano, del Sahel e dei Balcani".
È quanto si legge nella Relazione conclusiva al Parlamento del Copasir sull'attività svolta dal 10 febbraio al 19 agosto 2022.
"Preoccupati dalla pervasività della ingerenza russa, anche le nostre Agenzie di informazione e sicurezza ed il Comitato da diversi mesi stanno monitorando la situazione, nella convinzione che, in tale contesto, risulta indispensabile valutare i rischi per la sicurezza nazionale, legati alla possibile percezione che l'Italia sia maggiormente vulnerabile e permeabile all'influenza russa, anche e soprattutto per effetto delle dinamiche al conflitto in corso di svolgimento". Lo sottolinea il Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica nel paragrafo sull'Italia "Paese Target" della Relazione sull'attività svolta tra il febbraio e l'agosto di quest'anno.
"Tuttavia - continua il testo - a prescindere da questo frangente e da tale contingenza ed anche in una prospettiva di medio-lungo termine collegata specialmente alle imminenti elezioni politiche, il Comitato ha da tempo maturato la piena consapevolezza che l'azione di ingerenza e di influenza è esercitata - sia sui media tradizionali sia sui media e le piattaforme digitali - più in generale anche da attori statuali. Oltre alla Federazione Russa, l'Ufficio per la Propaganda Estera, più comunemente noto come 'Ufficio per l'informazione del Consiglio di Stato della Repubblica popolare cinese', da una decina d'anni investe enormi risorse nella infowarfare per condurre operazioni di guerra informativa a livello globale, anche tramite accordi o rapporti con le stesse agenzie di informazione, i quali, riconducibili al Partito comunista cinese, risultano essere oggettivamente sbilanciati in favore della parte cinese".
Spiega il Copasir, "l'opera di diffusione di false notizie riconducibili alla Federazione Russa risponde ad una strategia già operativa da tempo e che in questi mesi ha trovato ulteriore consolidamento: essa fa capo direttamente alla Presidenza della Federazione e si rivolge al nostro Paese, anche soprattutto nell'ambito dei canali di informazione pubblica e privata attraverso soggetti che vengono ospitati e partecipano ad alcune trasmissioni con l'intento di veicolare la disinformazione e il tentativo di condizionare o comunque inquinare il processo di formazione delle libere opinioni che è un caposaldo delle società democratiche. In alternativa, è stato altresì osservato che la propaganda azionata dal Cremlino si avvale di agenzie di stampa online controllate che pubblicano i propri contenuti in diverse lingue - compreso l'italiano - con decine di milioni di visualizzazioni, nella maggior parte dei casi del pubblico più giovane. Si tratta di siti di propaganda e di disinformazione di cui sono ignoti i sostenitori, le fonti di finanziamento e che non forniscono evidenze sui fatti narrati. I contenuti di questi siti veicolano la disinformazione rimbalzando presso taluni siti italiani, moltiplicando l'onda malevola delle false informazioni".
Questa partecipazione" si articola in tre possibili livelli: autorità aventi un'evidente responsabilità di tipo politico; soggetti russi, non solo appartenenti al mondo giornalistico, aventi forme di collaborazione con le autorità russe; soggetti italiani che si adoperano come agenti di influenza e di disinformazione e che vantano rapporti con canali anche culturali della Federazione Russa".
"Il Comitato parlamentare per la Sicurezza della Repubblica ha nella seduta odierna approvato alla unanimità la Relazione conclusiva al Parlamento con alcune indicazioni significative su urgenti interventi legislativi per rendere più efficace l'attività a tutela della sicurezza nazionale". A dirlo il presidente del Copasir, senatore Adolfo Urso. "La relazione tra l'altro - continua - rende conto anche delle due indagini del Comitato che non si sono concluse per lo scioglimento anticipato: la relazione sulle modalità di attuazione della desecretazione degli atti per una migliore conservazione e accessibilità dei documenti e quella sulle forme di disinformazione e di ingerenza straniere, anche con riferimento alle minacce ibride e di natura cibernetica. Anche in questi casi il Comitato fornisce alcune indicazioni al Parlamento".
La Relazione è in tutto composta da 12 capitoli che riguardano i principali dossier affrontati dal Comitato: la sicurezza nazionale nel settore economico, la sfida dei sistemi autoritari alle democrazie occidentali, l'avanguardia della guerra ibrida: la macchina di disinformazione, la propaganda, il condizionamento e le ingerenze straniere, la guerra della Russia in Ucraina e la sfida della Cina all'Occidente, il Mediterraneo allargato priorità nazionale, i nuovi domini bellici: cyberspazio e aerospazio, la governance della sicurezza, l'azione di controllo messa in campo dal Comitato e infine l'ultimo capitolo con le indicazioni al Parlamento. Su questo punto, come spiega il presidente Urso, "il Comitato ha indicato al Parlamento tre ambiti di intervento".
Il primo ambito su cui il Comitato punta l'attenzione è "l'esigenza di alcune puntuali modifiche all'impianto della legge n. 124 del 2007, al fine di garantire una piena funzionalità del Comitato nel periodo ricompreso tra lo scioglimento delle Camere e l'avvio della nuova legislatura.
Un secondo aspetto riguarda la necessità di "una più efficace proiezione e presenza dei nostri apparati di sicurezza sul fronte esterno sia in ragione dell'evoluzione degli assetti geopolitici sia in considerazione del quadro delle minacce, delle interferenze ed ingerenze di carattere ostile che, in una dimensione sempre più ibrida e asimmetrica, possono ledere i nostri interessi strategici".
Il terzo punto suggerito al Parlamento, riguarda gli strumenti per accrescere il grado di protezione di reti e sistemi, ma anche la stessa capacità di contrasto e risposta verso aggressioni pianificate e compiute da attori ostili. Nella Relazione si sottolinea come nel cosiddetto Decreto aiuti-bis (decreto-legge 9 agosto 2022, n. 115), all'articolo 37, siano state inserite alcune rilevanti norme su tale materia, però, chiarisce il presidente Urso, "nell'ambito delle potestà riconosciute al presidente del consiglio dei ministri sono definite le disposizioni per adottare misure di intelligence di difesa, anche proattiva, nello spazio cibernetico, nelle situazioni di crisi e di emergenza, a tutela della sicurezza nazionale, previa cooperazione con il Ministero della difesa. Sul lato del controllo, il Comitato sarebbe informato delle misure di intelligence di contrasto attivate, ad operazioni concluse e relazionerebbe le Camere, dopo due anni dall'entrata in vigore di questa normativa, sulla sua efficacia".
"Nel contrasto alla disinformazione emerge un chiaro deficit e ritardo del nostro Paese rispetto ad impegni, strumenti, strategie e misure che da diverso tempo sono già operativi tanto nel contesto internazionale quanto in quello dell'Unione europea e di alcuni Paesi del Vecchio Continente". A denunciarlo è il Copasir. "Tale evidenza, purtroppo non ancora maturata all'interno del nostro Paese è stata confermata anche durante le missioni svolte da una delegazione del Comitato a Washington e a Bruxelles che hanno consentito un utile confronto con le esperienze praticate in quei contesti dove si registra una consolidata consapevolezza del livello di rischi connesso alla diffusione pianificata di false notizie per condizionare i processi elettorali, sociali ed economici".










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