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Letta: rottura con M5s “Irreversibile”. La mancata fiducia a Draghi è stato un suicidio collettivo della politica.

Roma. 24 Lug 2022 - "Quello che si è compiuto in questa settimana è stato un suicidio collettivo della politica, che ne esce molto ammaccata". A commentare così la fine anticipata della legislatura è il segretario Pd, Enrico Letta, a Mezz'Ora in Più su Rai3.

La rottura con i 5 stelle "in queste elezioni è irreversibile, lo abbiamo detto, lo avevo detto prima". Così il segretario del Pd, Enrico Letta, a Mezz'ora in più, su Rai tre.  "Avevo detto a Conte se prendete una decisione di questo tipo questa sarà la conseguenza e siamo lineari con questa scelta".

“La scelta è chiara, o noi o Meloni, due Italie profondamente diverse”, spiega Enrico Letta a Repubblica, e citando le ultime parole di Berlinguer dice che quella del Pd sarà 'una campagna casa per casa, strada per strada'. Per una lista aperta ed espansiva, le proposte contano più della coalizione, e nel solco del governo Draghi. Parlando con tutti, anche con i ministri ex Fi: “Lo dico anche a chi a casa mia storce il naso”. L'agenda Draghi punto di partenza, ma andando più avanti su lavoro, giustizia sociale, lotta alle disuguaglianze e diritti. Ma con i 5S il percorso è interrotto: il 20 luglio è stato punto di non ritorno. . "è l'Italia di chi vuole stare in Europa contro quella di chi vuole i nazionalismi", dice nell'intervista a Repubblica. "Se vince Meloni mi aspetto Pillon ministro della famiglia e passi indietro su tutto, un'Italia che fa scappare i giovani". Le Feste dell'unità saranno una chiama per i volontari: "ne metteremo insieme 100 mila", spiega il segretario, "ad agosto saremo in tutte le città semideserte, nelle periferie, per parlare con chi in vacanza non è potuto andare". Il nuovo progetto politico si chiama "Italia 27, la data di fine legislatura": si tratta di "una lista aperta ed espansiva, democratici e progressisti", "nel solco condiviso dalle forze che hanno dato la fiducia al governo Draghi". Ma l'agenda Draghi sarà solo un punto di partenza, precisa Letta, e non il programma di coalizione. "Nel governo di unità nazionale - spiega il segretario dem - c'era anche la Lega e dunque nel programma non c'erano misure che noi avremmo voluto, come per esempio lo Ius scholae. Noi vogliamo andare molto più avanti, sul lavoro, sulla giustizia sociale, sulla lotta alle disuguaglianze e sui diritti". Per quanto riguarda le alleanze, Letta dichiara di non voler tracciare confini, e spiega di voler dialogare con Calenda, Renzi, Di Maio e Speranza. E anche con i ministri usciti da Forza Italia che "meritano apprezzamento". Niente spazio invece per i cinquestelle: "il percorso comune si è interrotto il 20 luglio e non può riprendere, è stato un punto di non ritorno", afferma il leader dem: "avevo avvertito Conte che non votare la prima fiducia sarebbe stato lo sparo di Sarajevo".

A stretto giro di posta Conte risponde: "Il Pd è arrogante. I progressisti siamo noi", dice il leader del M5S Giuseppe Conte, intervistato da 'La Stampa'. Per il presidente pentastellato l'accusa di tradimento "è un'infamia" ma "non mi fa male. Credo piuttosto - dice - che sia la spia di un certo modo di fare politica che non è il mio. Come Movimento siamo sempre stati lineari e coerenti". Conte nega di aver affossato il governo Draghi: "Il primo colpo di questa crisi l'ha sparato chi ha inserito nel decreto sugli aiuti una norma sull'inceneritore di Roma sapendo perfettamente di mettere due dita negli occhi al Movimento e di attaccare le nostre battaglie decennali per l'ambiente, la transizione energetica e l'economia circolare". E a chi gli fa notare che il "campo largo" non esiste più, risponde: "L'ho sempre detto. Non si può pensare di definire con arroganza un perimetro di gioco e stabilire arbitrariamente chi vi è ammesso. Ho sempre invitato a considerare la necessità di misurarsi con l'agenda sociale e ambientale che serve all'Italia. E da lì non mi muovo".

Infine, la polemica tra Conte e Letta si conclude con la vittoria del'eurodeputata del Pd Caterina Chinnici che ha vinto le primarie per la scelta del candidato progressista alla presidenza della Regione Sicilia. Seconda, Barbara Floridia del M5s che assicura: “Il movimento c'è e partecipa”. Terzo Fava (Centopassi): aiuteremo a battere la destra. Intanto, a Roma, Conte attacca Letta e accusa Draghi di avere “tradito” l'agenda sociale del movimento. A destra, il nome di Tajani si oppone a quello della Meloni. Salvini, alla festa della Lega a Domodossola, convoca i militanti a Pontida per il 18 settembre, confessa la “fatica” di stare al governo con Lamorgese e Speranza e promette, in caso di vittoria alle elezioni, decreti sicurezza e flat tax.

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