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Guerra in Ucraina, le forze russe stanno avanzando nell’Ucraina orientale; a Severodonetsk si combatte nelle strade.

Kiev, 31 Magg 2022 - Nel Donbas, e nel suo bacino minerario, le forze russe continuano ad avanzare. La tecnica usata è quella più antica: fare terra bruciata, bombardare sempre, giorno e notte.  Severodonetsk, e la vicina Lyssychansk, sono città chiave del Donbass ancora sotto il controllo ucraino, e infatti Severodonetsk assomiglia sempre di più a Mariupol, ma senza l'acciaieria Azovstal con i suoi labirinti sotterranei. La città non sarebbe ancora totalmente circondata, ma potrebbe essere solo questione di ore, se non di pochi giorni. "La situazione è quanto di più complicato possa esserci, l'intera regione di Lugansk è ora un territorio continuamente bombardato da tutti i tipi di armi di cui dispone l'esercito russo. Si tratta di bombe aeree, artiglieria e carri armati. Tutto", ha denunciato su Telegram il governatore della regione, Sergei Gaidai ed ha aggiunto che la strada da Severodonetsk a Lyssychansk, e poi a Bakhmut più a sud, è troppo "pericolosa" per consentire l'evacuazione dei civili e il trasporto degli aiuti umanitari.

Nel nord del Paese, a Kharkiv, le forze russe continuano a concentrare i loro sforzi per impedire che una controffensiva ucraina raggiunga il confine tra Kharkiv e Belgorod, mentre a Kherson, il contrattacco ucraino non è avanzato ulteriormente nelle ultime 48 ore, ma ha interrotto le operazioni russe.

Da settimane Kiev chiede all'Occidente la fornitura di armi pesanti per contrastare l'offensiva russa, tra cui aerei lanciarazzi multipli e sistemi missilistici in grado di colpire le retrovie dell'avanzata russa, di interromperne le linee di rifornimento. Vorrebbe dire esportare la guerra direttamente in territorio russo. Un rischio di troppo per il Presidente degli Stati Uniti Joe Biden che ieri ha dichiarato ai giornalisti che gli Stati Uniti "non invieranno all'Ucraina sistemi missilistici in grado di raggiungere la Russia". Medvedev ha apprezzato pubblicamente.

A Kiev non hanno motivo di essere soddisfatti dal loro principale alleato, ma possono consolarsi con una inaspettata unità di intenti europea. I 27 Stati membri dell'UE sono finalmente riusciti a concordare un embargo, anche se solo graduale, del petrolio russo. Inizialmente riguarderà quello trasportato via nave, che comunque rappresenta i due terzi degli acquisti europei di oro nero russo. Per quello trasportato via oleodotto è stata negoziata un'esenzione temporanea per evitare il veto di Budapest, Bratislava e Praga.

Un vero successo per Viktor Orban, che esce vincitore nello scontro con la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, che può festeggiare: "L'Ungheria è esente dall'embargo petrolifero!". Così il premier ungherese in un post su Facebook, plaudendo all'eccezione prevista per i paesi senza sbocco al mare

"Questo taglierà un'enorme fonte di finanziamento per la macchina da guerra della Russia", ha twittato il presidente del Consiglio europeo Charles Michel. L'estensione dell'embargo alle forniture degli oleodotti sarà discussa "al più presto" e, in totale, il 90% delle esportazioni di petrolio russo verso l'UE sarà interrotto entro la fine dell'anno, ha dichiarato la Presidente della Commissione.

Il sesto pacchetto di sanzioni dell'UE comprende anche l'esclusione di tre banche russe dal sistema finanziario internazionale Swift, tra cui Sberbank, la più grande banca del Paese ed è stata approvata l'erogazione di 9 miliardi di euro al governo ucraino per coprire il fabbisogno immediato di liquidità necessaria a far ripartire l'economia.

Nel frattempo, in mezzo al blocco delle esportazioni di grano ucraino, il presidente russo Vladimir Putin ha detto ieri al suo omologo turco Recep Tayyip Erdogan che la Russia è pronta a lavorare con la Turchia sulla libera circolazione delle merci attraverso il Mar Nero, compresa "l'esportazione di grano dai porti ucraini", previo sminamento dei porti. Si tratta di una proposta irricevibile per Kiev che suona all'incirca come: " vi lasciamo portare via grano e frumento, ma solo se ci lasciate aperta la porta di casa".

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