Kiev, 17 Apr 2022- È stata una notte di attese. Tutte concentrate nel sud, a Mariupol, sempre più la Stalingrado d'Ucraina. La Russia sembra sempre essere sul punto di catturare la città, o quel che ne resta dopo settimane di bombardamenti e combattimenti sul terreno, ma non riesce a stanare gli ultimi mille, duemila o chissà quanti sono i difensori della città. Un misto di soldati ucraini, mercenari stranieri e i famigerati membri del reggimento Azov sono asserragliati tra le torri d'acciaio contorto dell'ex acciaieria Azovstal.
Questa notte il comando russo ha lanciato un ultimatum ai combatttenti ucraini: "di cessare le ostilità e deporre le armi entro le 6 di questa mattina ora di Mosca (le 5 in Italia), per avere salva la vita. Lo ha detto il generale Mikhail Mizintsev, capo del centro di gestione della difesa nazionale della Russia, che comanda l'assedio della città portuale sul Mar d'Azov."
Non è il primo ultimatum, i precedenti sono stati totalmente ignorati dagli ucraini, ed è curioso che arrivi a meno di 24 ore dalla dichiarazione, risultata completamente falsa, che Mariupol era caduta. Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha detto ieri che la situazione è "difficile" e ha avvertito che se Mariupol sarà trovata ad aver subito atrocità sulla scala di quelle scoperte a Bucha e altre città, potrebbe essere la fine di qualsiasi negoziato con la Russia.
I russi avrebbero intercettato le comunicazioni radio (367 solo nelle ultime 24 ore) in cui i resistenti lamenterebbero una situazione disperata all'interno dell'acciaieria, dove sarebbero ormai esaurite le riserve di cibo e acqua. Sempre i russi sostengono che: "I marines e i combattenti del reggimento Azov assediati nell'acciaieria Azovstal hanno chiesto al governo ucraino il permesso di arrendersi, che è stato però loro negato e in risposta sono minacciati di esecuzioni".
Il prossimo round di sanzioni Ue contro la Russia (il sesto) prenderà di mira il petrolio e le banche, in particolare Sberbank. La presidente della Commissione europea Ursula Von Der Leyen ha dichiarato al quotidiano tedesco Bild Am Sonntag che le sanzioni previste dovrebbero includere la più grande banca russa, già presa di mira da Stati uniti e Regno Unito: "Sberbank che rappresenta il 37% del settore bancario russo. E naturalmente ci sono le questioni energetiche" ha detto Von Der Leyen, spiegando che "la priorità assoluta è ridurre le entrate di Putin". Esigenza che per ora rimane sullo sfondo, di sanzioni al gas russo si parlerà, forse, dopo le elezioni francesi.
Dopo Fortune anche Bloomberg fa sapere che, secondo alcune fonti, il miliardario russo Roman Abramovich si è recato a Kiev nel tentativo di far riprendere i colloqui di pace tra Russia e Ucraina. Un portavoce del magnate ha smentito che si trovi in questo momento in Ucraina. Abramovich, che un legame di lunga data con Vladimir Putin, ha agito come mediatore sin dall'inizio della guerra su richiesta del presidente ucraino Volodymyr Zelensky.











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