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Guerra in Ucraina: notte di sirene e di bombardamenti sulle principali città ucraine, mentre si spera in un’evoluzione della diplomazia che porti finalmente a negoziati seri.

Ucraina, 21 Mar 2022 - Mentre trascorre una delle notti più dure per l'Ucraina, la parola che in queste ore più di ogni altra si avvicina al significato di speranza è “negoziati”. È una parola che poco si concilia con le esplosioni scatenate dalle forze di occupazione su quasi l'intero paese e con il suono agghiacciante delle sirene che inonda le notti insonni degli ucraini, ma è il termine che può significare fine dei bombardamenti, tregua, corridoi umanitari seri, pace. 

Sui negoziati, ancora una volta online, che si terranno anche oggi, però, si punta talmente tanto poco che lo stesso Zelensky prova a mettere in movimento l'intervento di Israele, magari con un incontro tra le parti a Gerusalemme. Nel contempo il presidente ucraino non perde l'occasione di sbeffeggiare i russi, tramite il consueto appuntamento con il video notturno, “non siete capaci di trovare in Ucraina i nazisti” dice, quei nazisti che avrebbero spinto le forze di Mosca a intervenire. 

In questo contesto la diplomazia internazionale prova a non fermarsi e le forze dell'Occidente serrano le fila. È lo stesso Joe Biden ad accelerare, oggi con una telefonata che farà a Draghi e ai principali leader europei e poi con la presenza in persona al vertice europeo della Nato e con la visita al premier della Polonia. Ma ecco quello che è successo questa notte

"È già il 25° giorno che l'esercito russo sta cercando e non riesce a trovare i nazisti che hanno inventato, dai quali avrebbero voluto proteggere il nostro popolo. Come cercano e non riescono a trovare ucraini che li incontrerebbero con dei fiori. E, soprattutto, l'esercito russo non riesce a trovare la strada di casa. Ecco perché i nostri soldati li aiutano sulla via del giudizio di Dio". Il sarcasmo lugubre è del presidente ucraino, Volodymyr Zelensky.  

L'Ucraina respinge la richiesta della Russia di consegnare Mariupol. La vicepremier Iryna Vereshchuk ha risposto alla Russia affermando che "la resa non è un'opzione".

Suonano di nuovo le sirene antiaeree a Kiev, dopo l'attacco di alcune ore fa che ha distrutto alcune abitazioni e un centro commerciale provocando almeno un morto e quattro feriti, secondo il bilancio del sindaco della città. 

Allarme anti-aereo anche a Leopoli. Nel pieno della notte, all'una e mezza ora locale, le sirene sono tornate a suonare nella principale città dell'ovest ucraino dopo una giornata trascorsa in una relativa calma. Le sirene d'allarme antiaereo stanno suonando in diverse regioni dell'Ucraina: a Khmelnytsky, Rivne, Volin, Ternopil e️ Lubni.  

Gerusalemme sarebbe "il posto giusto per trovare la pace". Lo ha detto il presidente ucraino Volodymyr Zelensky riferendosi ai negoziati con la Russia.

Secondo il quotidiano online Kyiv Independent il social media russo VK (VKontacte, il facebook russo) è stato hackerato e ha inviato ai suoi utenti informazioni sulla guerra della Russia con l'Ucraina, inclusa la forte difficoltà dell'esercito russo e il bombardamento da parte dell'esercito russo delle infrastrutture civili dell'Ucraina.

La Slovenia rimanderà presto i suoi diplomatici a Kiev, afferma il primo ministro Janez Jansa. “Sono volontari. Stiamo lavorando affinché l'Ue faccia lo stesso”.

Svizzera pronta a mediare. Il presidente svizzero, Ignazio Cassis, è atteso oggi al confine tra Ucraina e Polonia: “Spero che le armi tacciano presto - ha detto - la Svizzera è pronta ad ospitare negoziati”. 

Il presidente americano, Joe Biden, si recherà in visita in polonia il 25 marzo, dopo aver partecipato a Bruxelles al vertice della Nato e al Consiglio europeo sull'Ucraina. A Varsavia Biden avrà un incontro bilaterale con il presidente polacco Andrej Duda. 

Joe Biden avrà nelle prossime ore un colloquio telefonico con il presidente francese Emmanuel Macron, il cancelliere tedesco Olaf Scholz, il primo ministro italiano Mario Draghi e il primo ministro britannico Boris Johnson per discutere "di una risposta coordinata all'attacco immotivato e ingiustificato della Russia all'Ucraina". 

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