Cagliari, 17 Mar 2022 - Si offende Putin per le parole di Biden, definite “imperdonabili”. Parole che il presidente Usa aveva usato per definire le azioni di Putin "un oltraggio a tutto il mondo". Non si offende Putin, però, quando propone a Kiev la lista delle condizioni per la tregua. 17 punti per il cessate il fuoco: dalla rinuncia dell'Ucraina a entrare nella Nato per 15 anni fino al riconoscimento di Crimea, Donetsk e Luhanks.
Non si offende Putin nemmeno quando Papa Francesco nella sua preghiera inserisce le lacrime dei bambini ucraini, il dolore della gente di Kiev, la paura dei ragazzini mandati al fronte. Mentre un po’ si offende, Putin, perché sostiene che non sia colpa sua, anche quando gli dicono che ha fatto saltare in aria un intero teatro nel quale avevano trovato riparo gli sfollati e ai lati del quale era stato scritto a caratteri cubitali, ben visibili dall’alto, che lì dentro c’erano civili e bambini.
Questione di carattere, si potrebbe dire se non ci fosse una terribile guerra di mezzo. Una guerra che ogni giorno diventa più cattiva e crudele del giorno precedente e che si avvolge su sé stessa come una tragica spirale di morte. E così, quando sono le armi a parlare, è di armi che si ha bisogno. E l’America risponde presente alla richiesta accorata del popolo ucraino: "Credo che la Nato sia qualcosa di meno essenziale della no-fly zone e della capacità di poterci difendere: ora non si tratta di politica, ma di sopravvivenza" ha spiegato la vicepremier ucraina, Olha Stefanishyna.
"Il nostro Paese vive l'11 settembre da tre settimane", ha detto il presidente ucraino Zelensky accolto da una standing ovation al Congresso Usa, ribadendo la richiesta di una "no-fly zone" che non potrà essere accettata.
Così arriveranno altre armi, accompagnate da fiumi d’inchiostro che hanno descritto fin nei minimi particolari le caratteristiche di tutto il nuovo armamentario pronto per essere consegnato per essere usato contro altri esseri umani. Ma tant’è: “à la guerre comme à la guerre” recita un antico motto francese, risalente al XVII secolo, che oggi ci fa inorridire.
Inorridisce anche il cancelliere tedesco Olaf Scholz che a Berlino ha detto: "Ci sono così tante perdite umane: uomini, donne, bambini, civili, anziani, soldati e soldatesse. Ed è morto un numero spaventoso di soldati russi". È una guerra terribile, che deve essere fermata subito. Per questo ribadisco la mia richiesta al presidente Putin: il conflitto va fermato subito".
Intanto sono almeno 7.000 i soldati russi morti in 21 giorni di guerra in Ucraina. La stima - riportata dal New York Times - è stata elaborata da fonti Usa. I soldati russi rimasti feriti nei combattimenti sono invece oltre 14.000, molti dei quali sono già stati rimpatriati passando dalle basi in Bielorussia.
Sul fronte diplomazia sembra che “resistenza e sanzioni stiano facendo cambiare posizione ai russi". Lo dice Dmytro Kuleba. “La feroce resistenza dell'esercito e del popolo ucraini sul campo e le sanzioni imposte alla Russia, fanno crollare e soffrire l'economia russa. Fattori che hanno costretto la Russia a cambiare leggermente posizione".
Nel frattempo si piange. Sono 13 le vittime civili uccise nella città ucraina di Chernihiv mentre facevano la fila per il pane. Ma la guerra continua e il rischio di un allargamento del conflitto resta sempre elevato. In questo senso va la decisione di dislocare più truppe e mezzi militari nel fianco orientale dell'Alleanza Atlantica, presa dai ministri della difesa dei membri della Nato. “Dobbiamo dare alla nostra politica di difesa collettiva una nuova prospettiva e quindi abbiamo chiesto ai nostri comandi di mettere a punto le diverse opzioni possibili in vista di un rafforzamento in tutti i campi: terra, aria, mare, cibernetica e spazio”.












Comments are closed.