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L’attacco in Ucraina “possibile in qualsiasi momento”. E potrebbe scattare già questa notte se non si trova un accordo. Nel frattempo gli Stati Uniti trasferiscono l’ambasciata, segnale non molto rassicurante.

Cagliari, 15 Feb 2022 - La Russia potrebbe invadere l'Ucraina in qualsiasi momento creando un "pretesto a sorpresa per un attacco". E' quanto sostengono gli Stati Uniti. Ammassati al confine ci sono più di 130.000 soldati e Washington - pur mantenendo aperti i canali diplomatici che finora non sono riusciti ad alleviare la crisi - ha ripetutamente affermato che un'invasione è imminente. Mosca nega qualsiasi piano del genere e accusa l'Occidente di "isteria". Intanto a Kiev è terminato l'incontro tra il cancelliere tedesco Olaf Scholz e il presidente ucraino Zelensky. Domani il capo del governo tedesco sarà al Cremlino a Mosca per incontrare Vladimir Putin.

Alcune truppe russe vicino al confine con l'Ucraina avrebbero iniziato a muoversi in "posizioni da attacco". A riferirlo in serata è l'emittente americana Cbs, che cita un funzionario americano, secondo il quale Mosca ha spostato parte dell'artiglieria a lungo raggio in posizione di tiro.

Gli Stati Uniti non vedono "alcun segnale concreto di de-escalation" al confine russo-ucraino dice nel contempo il portavoce del Dipartimento di Stato, Ned Price.  "E' molto probabile, forse più che mai, che la Russia decida di avviare un'azione militare, perché nuove truppe russe continuano ad arrivare al confine ucraino". "Un'invasione, come abbiamo detto, potrebbe iniziare in qualsiasi momento".

Nelle stesse ore è però il Pentagono che sembra frenare. Il Ministero della Difesa USA non ritiene sia stata "presa la decisione finale" a Mosca dell'attacco all'Ucraina, come ha detto il portavoce John Kirby.  Kirby ha aggiunto comunque che un'invasione russa potrebbe avvenire prima della fine delle Olimpiadi invernali, "forse anche questa settimana.

Altro segnale che alza la tensione: gli Stati Uniti stanno chiudendo l'ambasciata americana a Kiev e "trasferendo temporaneamente" il piccolo numero del personale diplomatico rimasto nel Paese a Leopoli, una città nell'Ucraina occidentale, "a causa della drammatica accelerazione nella formazione delle forze russe". E' quanto ha dichiarato il segretario di Stato Antony Blinken, secondo quanto riporta la Cnn.

"Il prezzo" di un eventuale conflitto militare "sarebbe troppo alto da contemplare", avverte in una conferenza stampa, il segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, dopo le due telefonare avute con i ministri degli esteri di Russia e Ucraina. Questa ipotesi non si può "neanche" prendere in considerazione, ha proseguito, aggiungendo: "il mio messaggio è chiaro: non c'è nessuna alternativa alla diplomazia". "Non c'è spazio per retorica incendiaria", ha sottolineato, invitando a intensificare gli sforzi per una "soluzione pacifica".

Nella girandola di dichiarazioni arriva anche quella del portavoce del Cremlino Dmitry Peskov, che ha assicurato che il presidente russo Vladimir Putin è "disposto a negoziare" e aggiunto che la crisi ucraina è solo una parte delle più ampie preoccupazioni relative alla sicurezza che nutre la Russia.  "Il presidente Putin ha sempre chiesto negoziati e diplomazia", ha detto Peskov alla Cnn. "E l'Ucraina è solo una parte del problema, è una parte del più grande problema delle garanzie di sicurezza per la Russia e ovviamente il presidente Putin è disposto a negoziare".  Il ministro degli Esteri russo Sergey Lavrov ha detto oggi a Putin di aver visto una "possibilità" di dialogo diplomatico con l'Occidente sulle preoccupazioni per la sicurezza della Russia e aveva raccomando che tali sforzi continuino.

Il presidente dell'Ucraina Volodymyr Zelensky è stato informato che l'attacco russo scatterà mercoledì 16 febbraio. Nella stessa data il governo di Kiev ha proclamato la "giornata dell'unità nazionale".

"In caso di aggressione militare, saremo pronti a sanzioni su vasta scala. Se la Russia violerà nuovamente la sovranità ucraina, sapremo cosa fare", ha detto il cancelliere tedesco nella conferenza stampa congiunta con il presidente Zelensky." "La sovranità e l'integrità territoriale dell'Ucraina non sono negoziabili. Ci aspettiamo dalla Russia chiari segnali di de-escalation, un attacco all'Ucraina avrebbe gravi conseguenze", ha aggiunto, invitando la Russia a "cogliere le offerte di dialogo". Scholz ha sottolineato che l'ingresso dell'Ucraina nella Nato non è in agenda, ma che "la Russia stranamente agisce come se lo fosse".

Scholz ha quindi offerto il sostegno della Germania a Kiev: "La Germania sta con forza al vostro fianco", ha detto, ribadendo che "nessun Paese al mondo ha sostenuto l'Ucraina negli ultimi anni quanto la Germania dal punto di vista finanziario". Poi ha annunciato il pagamento rapido "di altri 150 milioni euro" di prestito.

Zelensky ha sottolineato che la Germania è "uno dei partner chiave dell'Ucraina in Europa" e che i due Paesi condividono "la visione di una soluzione pacifica del conflitto" con la Russia. L'ingresso nella Nato "garantirebbe la nostra sicurezza", ha detto il presidente ucraino.

"Il percorso strategico dell'Ucraina verso l'adesione alla Nato rimane invariato". E' quanto afferma, in un tweet, il ministro degli Esteri ucraino, Dmytro Kuleba, ribadendo gli argomenti già usati nel comunicato con cui il ministero degli Esteri ha corretto il tiro rispetto alle dichiarazioni dell'ambasciatore a Londra che sembravano suggerire che Kiev potesse riconsiderare la richiesta di adesione alla Nato per evitare la guerra con la Russia. Il ministro ricorda che il processo di adesione è "inserito nella nostra Costituzione e nella strategia nazionale di politica estera, ed è sostenuto da una crescente maggioranza degli ucraini". "Spetta solo all'Ucraina ed ai 30 alleati Nato decidere sulla questione dell'adesione", ha concluso.

Sul gasdotto russo-tedesco Nord Stream 2 - che dovrebbe fornire gas russo alla Germania bypassando l'Ucraina ma non ha ancora ricevuto il via libera da Berlino per operare - il presidente ucraino ha detto che "chiaramente si tratta di un'arma geopolitica".

Domenica, nel corso del colloquio con il presidente ucraino, Biden ha riaffermato "l'impegno degli Stati Uniti per la sovranità e l'integrità territoriale dell'Ucraina" e ripetuto che "gli Stati Uniti risponderanno rapidamente e con decisione, insieme ai loro alleati e partner, a qualsiasi ulteriore aggressione russa contro l'Ucraina". I due leader, si legge ancora nella nota della Casa Bianca, hanno comunque convenuto "sull'importanza di continuare a perseguire la diplomazia e la deterrenza in risposta al rafforzamento militare russo ai confini dell'Ucraina".

Gli Stati Uniti si stanno intanto preparando a ritirare tutto il proprio personale da Kiev nelle prossime 24-48 ore, secondo quanto hanno confermato tre fonti a CBS News, senza fornire ulteriori dettagli. Washington ha già ordinato a tutti i dipendenti non essenziali di lasciare l'ambasciata americana a Kiev. I servizi consolari presso la sede diplomatica Usa nella capitale ucraina sarebbero stati sospesi ieri.

"L'Ucraina ha chiesto alla presidenza polacca dell'Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (Osce) di tenere un incontro con la Russia e altri Stati interessati a proposito di insolite attività militari. La riunione sarà convocata martedì secondo il documento di Vienna". Su Twitter, l'annuncio della presidenza polacca dopo che Kiev ha chiesto ieri una riunione entro 48 ore, sottolineando che Mosca non ha risposto alle sue richieste di chiarimenti sulle attività militari nelle zone vicine all'Ucraina e in Crimea.

"Se la Russia è seria quando parla dell'indivisibilità della sicurezza nello spazio dell'Osce, deve adempiere al suo impegno per la trasparenza militare al fine di allentare le tensioni e rafforzare la sicurezza per tutti", ha affermato il ministro degli Esteri ucraino.

Oggi, in un'intervista alla BBc, l'ambasciatore ucraino a Londra, Vadim Pristaiko, ha parlato della possibilità che Kiev possa rinunciare all'intenzione di aderire alla Nato, se questo contribuisse a evitare la guerra. Rispondendo a una domanda su un possibile cambio della posizione ucraina rispetto all'adesione alla Nato, Prystaiko ha detto che sì, ''potremmo'' cambiare la nostra posizione. ''Soprattutto se saremo minacciati, ricattati e spinti a farlo", ha detto. L'ambasciatore ha subito dopo fatto marcia indietro e ha assicurato che le ambizioni atlantiche del suo Paese rimangono intatte. E' un "fraintendimento", ha chiarito. "Dobbiamo semplicemente trovare una soluzione entro domani", ha commentato, facendo riferimento al giorno in cui Washington prevede l'attacco di Mosca. "Non siamo membri della Nato in questo momento e per evitare la guerra siamo pronti a molte concessioni ed è quello che stiamo facendo nelle nostre conversazioni con i russi", ha continuato. "Non ha nulla a che fare con la Nato, che è sancita dalla Costituzione", ha aggiunto.

Per il Cremlino la rinuncia, "formalizzata in qualche modo", dell'Ucraina ad aderire alla Nato "potrebbe contribuire considerevolmente a formulare una risposta più significativa alle preoccupazioni di Mosca", ha detto il portavoce della presidenza russa, Dmitri Peskov.

Il primo ministro britannico Boris Johnson ha affermato che la situazione in Ucraina è "molto, molto pericolosa" e ha invitato il presidente russo Vladimir Putin a fare un passo indietro dall'"orlo del precipizio". Johnson ha in programma un'accelerata sul fronte diplomatico per cercare di scongiurare l'attacco russo all'Ucraina. Lo ha fatto sapere Downing Street, sottolineando che la crisi è giunta a "un punto critico. "Tutte le informazioni in nostro possesso - si legge in una nota del governo britannico- suggeriscono che la Russia potrebbe pianificare un'invasione dell'Ucraina in qualsiasi momento. E ciò avrebbe conseguenze disastrose sia per l'Ucraina che per la Russia. Ma c'è ancora spazio per la riduzione dell'escalation e la diplomazia e il premier continuerà a lavorare instancabilmente a fianco dei nostri alleati per convincere la Russia a fare un passo indietro".

Johnson ha in programma di "ricevere molto presto" il presidente americano Joe Biden e non esclude anche un colloquio con il presidente russo Vladimir Putin, come ha detto lui stesso rispondendo ai giornalisti a margine di una visita oggi in Scozia, pur senza precisare i dettagli di questi possibili vertici, né se si riferisca a incontri di persona o a distanza.  "Io intendo fare tutto ciò che posso - ha detto - per aiutare il processo diplomatico". Ha quindi aggiunto di ritenere "molto importante" una possibile "conversazione" ulteriore con Putin, ma che Londra non intende "svendere il diritto del popolo ucraino" a chiedere una futura adesione di Kiev alla Nato.

Il ministro degli Esteri Luigi Di Maio partirà domani per una missione in Ucraina e poi in Russia, nel tentativo di dare sostanza all'impegno dell'Italia per favorire una soluzione diplomatica e sostenibile alla crisi.

"Come Italia siamo determinati a passare a Mosca messaggi chiari, fermi, unitari in stretto coordinamento con i nostri partner e alleati dell'Unione europea, Nato, Osce, che scoraggino qualsiasi aggressione o escalation", ha detto oggi Di Maio, dopo il suo incontro con il vice primo ministro e ministro degli esteri del Qatar. "Al contempo manteniamo il nostro impegno per favorire una soluzione diplomatica e sostenibile anche nel quadro degli Accordi di Minsk e del Formato Normandia", ha aggiunto Di Maio, ricordando che l'Italia continua a "monitorare con preoccupazione" gli sviluppi al confine tra Ucraina e Russia. "Ho informato il ministro Al Thani della nostra decisione, sabato, di invitare i connazionali a lasciare l'Ucraina con voli commerciali e ridurre pienamente il personale non essenziale della nostra ambasciata a Kiev", ha precisato Di Maio.

I Paesi del G7 sono pronti a infliggere sanzioni alla Russia dall'impatto "enorme e immediato" nel caso di un'aggressione ai danni dell'Ucraina. E' quanto si legge in una nota congiunta dei ministri delle Finanze del G7. "L'attuale dispiegamento militare russo ai confini dell'Ucraina è causa di grave preoccupazione", si legge, "noi, i ministri delle Finanze del G7, sottolineiamo la nostra prontezza ad agire con rapidità e decisione per sostenere l'economia ucraina, sostenendo inoltre gli attuali sforzi per identificare con urgenza una strada diplomatica verso la de-escalation".  "Siamo uniti nella nostra determinazione a proteggere la sovranità e l'integrità territoriale, così come la stabilità economica e finanziaria, dell'Ucraina", prosegue il comunicato, "il G7, insieme alle istituzioni finanziarie internazionali e in particolare il Fondo Monetario Internazionale tramite il suo 'Stand-by Arrangement del 2020, stanno fornendo un sostegno finanziario significativo all'Ucraina".

"Dal 2014 a oggi il sostegno economico complessivo bilaterale e multilaterale ha superato i 48 miliardi di dollari", si legge ancora, "sulla base della nostra assistenza dal 2014, continueremo a coordinarci in modo stretto per assicurare che l'Ucraina riceva il sostegno economico necessario ad agevolare gli attuali sforzi di riforma delle autorità sotto un programma dell'Fmi, sostenuto inoltre da altre istituzioni finanziarie e partner nello sviluppo, ed è su un percorso economico e fiscale sostenibile".   

"La nostra priorità immediata è sostenere gli sforzi per una de-escalation della situazione", continuano i ministri del G7, "ad ogni modo, ribadiamo che ogni ulteriore aggressione militare russa contro l'Ucraina sarà affrontata con una risposta rapida, coordinata e robusta. Siamo pronti a imporre collettivamente sanzioni economiche e finanziarie che avranno conseguenze enormi e immediate sull'economia russa".  "Continueremo a monitorare la situazione molto da vicino e restiamo pronti ad agire in una maniera fortemente coordinata e con brevissimo preavviso con ulteriore sostegno economico e finanziario all'Ucraina", conclude la nota.

La Commissione Europea "sta lavorando un pacchetto vasto, robusto e ampio di sanzioni economiche e finanziarie che introdurremo rapidamente nei confronti della Russia, se commetterà qualsiasi atto di aggressione nei confronti dell'Ucraina". Lo ribadisce la vice portavoce capo dell'esecutivo Ue Dana Spinant, durante il briefing con la stampa a Bruxelles. "Non ne discutiamo in pubblico i dettagli - aggiunge - ma siamo molto avanti nella preparazione di questo pacchetto di sanzioni", che verranno "attuate rapidamente" se necessario, conclude Spinant.

Oltre al lavoro di preparazione sul fronte delle possibili sanzioni nel caso di un'ulteriore escalation della situazione in Ucraina la Commissione si sta preparando anche all'ipotesi che ci possa essere una crisi legata a un intenso flusso di migranti e rifugiati dall'area.

La Russia non ha ricevuto risposte dirette alle sue proposte sulle garanzie di sicurezza poiché l'Occidente preferisce concentrarsi su questioni secondarie, ma il presidente russo Vladimir Putin continuerà a insistere sul fatto che le idee di Mosca non vengano ignorate: lo ha detto oggi a Sputnik il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov.

"Putin è molto coerente nel suo approccio ai nostri, beh, voglio dire, partner, ma, sfortunatamente, ora sono più avversari che partner. È diretto quando fa domande e si aspetta risposte dirette. E, proprio come nel 2007, ha sollevato direttamente delle domande, anche nel 2022 ha sollevato direttamente domande nelle bozze dei due documenti che sono stati consegnati a Washington e alla Nato. Non abbiamo avuto risposte dirette", ha affermato Peskov.

Il portavoce russo ha quindi precisato che la Russia vede tentativi di concentrarsi su questioni secondarie nei negoziati sulla sicurezza. "Inoltre, notiamo un tentativo di concentrarsi su dettagli secondari e un tentativo di evitare qualsiasi comprensione delle questioni che sono di fondamentale importanza per noi"

Secondo quanto ha annunciato il ministro della Difesa di Kiev, Oleksii Reznikov, il Paese ha ricevuto via aereo dalla Lituania una fornitura di sistemi missilistici terra-aria Stinger e munizioni. Dagli Usa finora, con 17 aerei, sono state consegnate quasi 1.500 tonnellate di munizioni. Secondo funzionari militari l'Ucraina ha rafforzato in modo significativo il suo esercito con l'aiuto degli alleati, in particolare dotando le forze armate di sistemi anticarro americani e britannici e droni turchi.

Secondo il centro studi difesa Kiev, al 12 febbraio, il numero totale di truppe russe lungo i confini dell'Ucraina, comprese quelle in Bielorussia e nei territori occupati dell'Ucraina orientale e della Crimea, è di 87 gruppi tattici, circa "147.000 militari, compreso il personale aereo e navale". ."Queste truppe sono dotate delle armi e dei veicoli appropriati, nonché di unità di supporto logistico e medico. Tuttavia, finora non ci sono segnali che dispongano dei rinforzi aggiuntivi necessari per un'offensiva su larga scala", aggiunge l'analisi degli esperti.

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