Roma, 29 Gen 2022 - I leader di maggioranza hanno chiuso l'intesa per una seconda elezione di Sergio Mattarella. La prima richiesta in qualche modo formale al Presidente della Repubblica è arrivata dal presidente del Consiglio, Mario Draghi: resti per "il bene e la stabilità del Paese", gli avrebbe detto nel colloquio di venti minuti al termine della cerimonia al Quirinale di giuramento del nuovo giudice costituzionale, Filippo Patroni Griffi. I capigruppo della maggioranza sono attesi al Colle alle 15: al momento sono arrivati quelli di Forza Italia, Paolo Barelli e Anna Maria Bernini. Poco prima delle 16, secondo quanto si apprende, una delegazione delle Regioni sarà ricevuta dal Capo dello Stato.
Intanto arriva la settima fumata nera. Il presidente uscente ottiene 387 voti, l’indigesto alla maggioranza dei parlamenti, l'ex magistrato Carlo Nordio arriva solo a 64 voti. Alle 16.30 è prevista la seconda votazione della giornata che sicuramente porterà all’elezione di Mattarella Capo dello Stato uscente che si è trovato di fronte una porta girevole dove nel frattempo si cambia idea.
''Fi sosterrà la rielezione del presidente Mattarella - scrive su Twitter Antonio Tajani, coordinatore nazionale di Fi - Avevamo espresso la necessità di avere un politico al Colle, siamo stati coerenti nelle nostra scelta, fatta nell'interesse superiore del Paese".
"Restituiamo al Parlamento la possibilità di lavorare" dice a sua volta il leader della Lega, Matteo Salvini che aggiunge: "Al posto di dover andare avanti con veti ho ritenuto molto più serio chiedere a Mattarella e Draghi l'impegno e il sacrificio di continuare". "Andiamo a testa alta, abbiamo scelto noi per il bene del Paese. La situazione andava sbloccata e ci siamo presi una grossa responsabilità. Vinceremo le Politiche e governeremo questo Paese" conclude il leader leghista che sta tenendo una serie di incontro con i rappresentanti del suo partito.
"L'intesa raggiunta è un successo per il Paese" fanno sapere fonti Pd. La proposta del segretario Enrico Letta di votare stasera per il secondo mandato di Sergio Mattarella è stata accolta con una standing ovation unanime dall'assemblea dei grandi elettori dem riunita a Montecitorio.
"Per quanto ci riguarda la capacità di giocare di squadra è la ragione vera del successo. Non c'è individualismo, non c'è personalismo. C'è stata una capacità di distribuirci i compito. Ieri mattina, ve lo confesso, ho pensato che siamo un grande partito" ha detto ancora il segretario durante l'assemblea. Più tardi Letta (che stanotte ha sentito telefonicamente Berlusconi, anche per gli auguri di pronta guarigione) - alle 16.15 - terrà una conferenza stampa alla Camera.
"Il Parlamento ha ascoltato il Paese. Si consolida in un momento tanto difficile per il Paese un punto di riferimento saldo per tutte le italiane e gli italiani. Grazie Presidente Mattarella" commenta su Twitter il ministro del Lavoro e capo delegazione dem al governo, Andrea Orlando.
Il Presidente del M5S, Giuseppe Conte ha detto che "voterà Mattarella, figura al di là delle parti, di alto profilo e autorevole". Poi ricorda che il partito ha avuto: "ha avuto sempre una posizione chiara e lineare".
"Mantenere Mattarella al Quirinale e Draghi a Chigi è l'unico modo per lasciare l'Italia al riparo dalle strampalate follie e dalla mancanza di regia politica. Mattarella e Draghi sono due scelte eccellenti, due nomi che garantiscono le Istituzioni. Viva l'Italia". Così su Facebook il leader di Italia viva, Matteo Renzi.
“Ancora una volta il Parlamento dimostra di non essere all’altezza degli italiani che dovrebbe rappresentare. Da domani Fratelli d’Italia moltiplicherà i suoi sforzi per una riforma presidenziale della nostra Repubblica e per ribadire che la sovranità appartiene al popolo, non agli intrighi di Palazzo". Lo dichiara in una nota il presidente di Fratelli d'Italia, Giorgia Meloni.
"Fratelli d'Italia non asseconderà l'ipotesi Mattarella e nella nostra riunione di oggi pomeriggio decideremo che posizione assumere. Stupirebbe che il presidente accettasse dopo aver detto cosi' tante volte no, inoltre il secondo mandato presidenziale non può diventare una prassi e rappresenta una forzatura costituzionale". Così il vicepresidente vicario di Fratelli d'Italia al Senato, Isabella Rauti.
“Io chiedo a tutti i colleghi, al Parlamento di cui ho sempre difeso la centralità nell'ambito delle istituzioni democratiche, di togliere il mio nome da ogni discussione". Lo afferma Pier Ferdinando Casini, in una dichiarazione alla stampa.
Piazza del Quirinale intanto si riempie di troupe televisive e di decine di cittadini che passando si fermano e per vedere il viavai davanti alla presidenza della Repubblica mentre alla camera continuano le votazioni. "Stanno facendo il nuovo Presidente?", chiedono in molti. "Resta lui", spiega qualcuno più informato. Molte le domande ai giornalisti, insieme al mantra di questi ultimi mesi a ogni uscita pubblica di Sergio Mattarella: "Resta, grande Presidente", dicono alcuni turisti. A ogni spostamento delle auto di servizio i curiosi aumentano, mentre le tv trasmettono ormai la diretta fissa dalla piazza.
''Sono molto contento se Mattarella rimarrà al Quirinale, per la sua bravura e onestà intellettuale, questa rielezione ci voleva, i partiti hanno speso troppo tempo su una cosa che era facile e scontata''. Così Domenico Lo Torto commenta la decisione dei leader della maggioranza di votare per un nuovo mandato da presidente della Repubblica per Sergio Mattarella. ''E' meglio che rimanga tutto come era, così anche Draghi rimarrà a fare bene il suo lavoro a palazzo Chigi, un fatto importante per il Pnrr'' aggiunge.
Con la giornata di oggi l'elezione per il presidente della Repubblica del 2022 diventa la quinta elezione più lunga della storia repubblicana. I grandi elettori hanno impiegato più tempo solo per scegliere
Giuseppe Saragat (13 giorni), Giovanni Leone (16 giorni), Sandro Pertini (10 giorni) e Oscar Luigi Scalfaro (12 giorni). Se anche fosse eletto oggi il nuovo inquilino del Quirinale saremmo già al sesto giorno superando per durata l'elezione di Antonio Segni, Giorgio Napolitano, primo e secondo mandato), Sergio Mattarella, Luigi Einaudi, Giovanni Gronchi e le due elezioni lampo di Francesco Cossiga e Carlo Azeglio Ciampi.
Ma incrociando precedenti e cabala, si può ricordare che al settimo e ottavo scrutinio mai nessun presidente è mai stato eletto. Senza attendere le 21 e 23 votazioni che portarono Saragat e Leone al Colle, o le sedici che servirono per individuare Pertini e Scalfaro, chi non fu eletto alla quarta o alla sesta votazione dovette attendere la nona (Segni). Una delle regole della Prima Repubblica, infatti, era che gli strascichi delle candidature tentate e fallite portavano inesorabilmente a un avvitamento, tocca ora ai grandi elettori del 2022 evitare l'avvitamento e sfatare la cabala.












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