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Talebani: macellai dell’Afghanistan. Feriti nella calca all’aeroporto di Kabul. Jalalabad, spari su manifestanti: vittime.

Cagliari, 19 Ago 2021 – I talebani hanno già gettato la maschera, sono tornati e ricominciato ad essere i macellai dell’Afghanistan. Trafficanti e produttori di droghe tra i più grandi al mondo. Specialmente nel campo della produzione ed esportazione dell’Eroina. Quindi non solo mietitori di morte interna ma anche esportatori di morte.

Ieri, in Afghanistan centinaia di giovani sono scesi in piazza a Jalalabad sventolando la bandiera nazionale afgana contro la presa di potere dei talebani. Secondo un'agenzia di stampa afgana, i talebani hanno sparato in aria e poi contro i manifestanti. Due sarebbero le vittime. Manifestazioni anche a Khost e spari contro la popolazione anche all'aeroporto di Kabul, dove una folla di persone si è radunata nella speranza di lasciare il paese. Almeno 17 persone sono rimaste ferite nella calca: lo ha reso noto un funzionario della sicurezza della Nato, secondo quanto riporta Sky News.

Il Fondo Monetario Internazionale sospende i fondi per il paese asiatico in mano ai talebani, anche l'Onu evacua il suo personale. Parte andrà in Kazakistan per poter continuare ad aiutare la popolazione afghana. Intanto membri del congresso Usa chiedono un indagine sul ritiro delle truppe. Biden si difende: non c'era modo di farlo "senza che ne seguisse il caos".

"Nessuna azione ostile finora da parte dei talebani": lo ha detto il capo del Pentagono Lloyd Austin in un briefing con i giornalisti, assicurando che la linea di comunicazione con i talebani "resta aperta". I talebani non stanno interferendo con le operazioni Usa di evacuazione a Kabul: lo ha detto il capo dello stato maggiore congiunto Mark Milley, Gli Usa "stanno lavorando con i talebani" per garantire l'accesso sicuro degli americani all'aeroporto di Kabul, ha dichiarato il capo del Pentagono Lloyd Austin, aggiungendo che gli Usa non hanno ora la capacità di estendere il perimetro dello scalo né di andare a prendere un grande numero di americani fuori dall'aeroporto. - Ci sono circa 4.500 militari Usa a Kabul per difendere le evacuazioni e finora "non ci sono state interazioni ostili con i talebani" ha concluso Lloyd Austin.

"Nel quadro dei contatti internazionali in corso sulla crisi in Afghanistan, il Presidente del Consiglio ha avuto una conversazione telefonica con il Primo Ministro del Regno Unito, Boris Johnson. Nel corso del colloquio sono state approfondite le possibili iniziative delle rispettive Presidenze del G7 e del G20 a favore della stabilità dell’Afghanistan e a difesa dei diritti umani e della libertà fondamentali nel Paese. La conversazione ha anche permesso uno scambio di vedute sulle prospettive in ambito G20 e CoP 26 in materia di lotta al cambiamento climatico". È quanto si apprende da una nota di Palazzo Chigi. Domani alle 14.30, in collegamento dalla Farnesina, il ministro degli Esteri Luigi Di Maio parteciperà alla Ministeriale G7, riunita in formato virtuale, sull'Afghanistan.

"I diritti umani devono essere il centro della nostra politica estera, non la periferia. Ma il modo per farlo non è attraverso dispiegamenti militari senza fine. È con la nostra diplomazia, i nostri strumenti economici, e portando il mondo a unirsi a noi". Così il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, in una dichiarazione diffusa tramite Twitter.

Dopo il primo volo che ha portato in Italia 85 tra ex collaboratori afgani e loro familiari e una cooperante italiana, altri due velivoli C130J sono decollati dal Kuwait alla volta di Kabul per imbarcare altre 103 persone che verranno poi trasportate in Italia con un KC 767 dell'Aeronautica Militare. A comunicarlo è il ministero della Difesa.

Nazioni Unite hanno iniziato ad evacuare il proprio personale dall'Afghanistan, pur ribadendo la propria volontà di "rimanere e operare a sostegno del popolo afgano in un momento di necessità". "Si tratta di una misura temporanea che intende permettere all'Onu di continuare a fornire l'assistenza necessaria riducendo nel contempo i rischi per il personale", ha spiegato il portavoce Stephane Durjarric.

"Centinaia, se non migliaia" di persone hanno protestato a Jalalabad, in Afghanistan, contro l'abolizione della bandiera nazionale afghana, sostituita ovunque dai talebani vittoriosi con la loro. Lo scrive Al Jazeera. Ci sono stati scontri con almeno tre morti e oltre 10 feriti. "Da quando abbiamo visto l'arrivo dei Talebani, tutte le bandiere sono state un po' alla volta rimosse e rimpiazzate dalle loro. Lo abbiamo visto a Kabul. A molta gente questo non piace, ma molti hanno dovuto rassegnarsi. Ma a Jalalabad non si sono rassegnati e qui c'è stata la resistenza di una buona fetta della comunità", scrive Rob McBride dell'emittente qatariota.

L'ex presidente afghano Ashraf Ghani ha rilasciato una dichiarazione nella serata di mercoledì: "Sono negli Emirati, tornerò presto, in corso consultazioni per il mio ritorno". Sono "senza fondamento" le accuse secondo cui avrebbe lasciato il Paese portando via con sé decine di milioni di dollari ha detto Ghani in un video messaggio alla nazione dopo la conferma del suo arrivo negli Emirati, assicurando di aver lasciato il Paese "a mani vuote". "Sono stato costretto a lasciare l'Afghanistan", era l'unico modo per evitare uno spargimento di sangue e che "Kabul diventasse un nuovo Yemen o una nuova Siria" ha aggiunto secondo quanto riporta al-AJazeera. Ha aggiunto di aver lasciato il Paese perché costretto dalla sua sicurezza, lasciando le proprie proprietà e "documenti confidenziali".

Il presidente afghano in esilio, Ashraf Ghani, ha dichiarato di essere favorevole ai colloqui in corso tra i talebani e l'ex presidente Hamid Karzai e altri funzionari di Kabul. Ghani ha parlato dagli Emirati Arabi Uniti, dove è fuggito nel corso dell'avanzata degli estremisti islamici su Kabul. Ashraf Ghani, che ha lasciato la presidenza afghana domenica con l'arrivo dei Talebani a Kabul, è dunque negli Emirati Arabi Uniti come precedentemente riportato dalla Cnn che aveva ricevuto conferma con una nota del ministero degli Esteri emirato. Il dicastero precisa che "gli Emirati hanno accolto Ashraf Ghani e la sua famiglia nel Paese per motivi umanitari". L'ambasciata afghana in Tagikistan aveva inoltrato stamane la richiesta all'Interpol per l'arresto del presidente Ashraf Ghani, fuggito dopo l'entrata dei talebani a Kabul, di Hamdallah Moheb e Fazl Mahmoud Fazli. L'accusa è sottrazione di fondi pubblici, scrive Tolonews. Ashraf Ghani, secondo quanto sostiene l'ambasciatore dell'Afghanistan in Tagikistan, citato da Dushanbe da vari media internazionali tra cui la Bbc, avrebbe lasciato il Paese portando con sé l'equivalente di 169 milioni di dollari sottratti alle casse dello Stato. Il diplomatico ha accusato Ghani d'aver compiuto un atto di "tradimento della patria".

L'instabilità in Afghanistan porterà probabilmente ad un'accresciuta pressione migratoria, ci stiamo preparando quindi per tutti gli scenari". Lo ha detto la commissaria europea agli Affari interni, Ylva Johansson, durante la riunione in video conferenza dei ministri dell'Interno dell'Ue, sottolineando come "non si debba aspettare che le persone arrivino alle frontiere esterne dell'Ue: non è questa la soluzione". Secondo la commissaria, "dovremmo impedire alle gente di dirigersi verso l'Ue attraverso rotte non sicure, irregolari e incontrollate gestite dai trafficanti". "Non dobbiamo aspettare che le persone arrivino alle frontiere esterne dell'Ue. Questa non è una soluzione. Dovremmo impedire alle persone di dirigersi verso l'Unione europea attraverso rotte insicure, irregolari e incontrollate gestite da trafficanti". Così la commissaria Ue, Ylva Johansson, durante la videoconferenza straordinaria dei ministri dell'Interno. "Allo stesso tempo, non possiamo abbandonare le persone in pericolo immediato in Afghanistan. Dovremmo lavorare a stretto contatto con i Paesi della regione ed essere pronti a fornire loro l'assistenza umanitaria e allo sviluppo necessaria".  "Ho invitato gli Stati membri a intensificare il loro impegno sul reinsediamento, ad aumentare le quote per aiutare coloro che necessitano di protezione internazionale e ad offrire percorsi legali complementari". Così la commissaria Ue, Ylva Johansson. "Per me - ha detto - è molto chiaro che le donne e le ragazze afgane si trovano in una situazione particolarmente pericolosa: dare la priorità al reinsediamento rispetto ai percorsi irregolari ha anche una chiara dimensione di genere. La Commissione è pronta ad aiutare nel coordinamento tra gli Stati e fornire il necessario sostegno finanziario aggiuntivo".

A livello interno, si cerca una transizione pacifica e il tentativo di mediazione è nelle mani dell'ex presidente Hamid Karzai - rimasto a Kabul - che ha creato, insieme al vicepresidente Abdullah Abdullah e all'ex capo dei mujaheddin, Hekmatyar, un gruppo di coordinamento per trattare con Amur Khan Mutaqi, il comandante talebano. Un G7 virtuale è stato convocato per la prossima settimana dal presidente Usa Joe Biden e dal premier britannico Boris Johnson per concordare una strategia comune di fronte al caos in Afghanistan. Gli Stati Uniti minacciano sanzioni se mancherà il rispetto dei diritti umani e civili ma restano aperti al dialogo con i talebani. L'intelligence, secondo i media, avvisò dei pericoli. Tre commissioni a guida dem chiedono un'indagine al Senato. Il Canada annuncia che non riconosce il governo talebano. Per Cina e Russia, invece, ci sono segnali positivi. La Cina sollecita i talebani a unirsi nel dialogo a tutte le fazioni in Afghanistan per costruire un regime "aperto e inclusivo" e mettere in atto una politica interna ed estera "moderata e stabile" che protegga istituzioni e cittadini stranieri nel Paese. Ha dichiarato il portavoce del ministero degli Esteri, Zhao Lijian, in risposta alle dichiarazioni della prima conferenza stampa tenuta ieri dagli insorti al potere a Kabul. 

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