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Arrestati due giovani sassaresi in esecuzione di una ordinanza di applicazione della misura cautelare in carcere per un furto a casa di una pensionata sassarese da dove hanno rubato gioielli per oltre 15 mila euro.

Sassari, 23 Apr 2021 - Questa mattina i carabinieri del Nucleo Operativo Radiomobile di Sassari hanno eseguito un’ordinanza di applicazione della misura cautelare della custodia in carcere nei confronti di M.D., di 30 anni e M.N., di 27 anni, entrambi sassaresi, ritenuti responsabili dei reati di furto in abitazione e ricettazione. I due erano già ristretti presso la casa circondariale di Sassari-Bancali per altri procedimenti pendenti.

Lo scorso 8 aprile i due si erano introdotti in un’abitazione in centro, da dove hanno portato via gioielli per un valore complessivo di circa 15000 euro.

L’anziana proprietaria dell’appartamento, una donna di 73 anni, si era allontanata solo pochi minuti per fare la spesa; per i due indagati però questo lasso di tempo era stato sufficiente per introdursi in casa ed assicurarsi un consistente bottino. Poco dopo la pensionato, al suo rientro, aveva trovato i locali domestici in subbuglio e constatato il grave ammanco dei suoi beni.

Quindi subito dopo la denuncia del furto sono stati avviate immediatamente le indagini da parte degli investigatori dell’Arma che ha passato al setaccio gli impianti di videosorveglianza della zona.

La conoscenza del tessuto criminale sassarese da parte degli investigatori, consentiva poi di dare un nome ai volti altrimenti sconosciuti, individuati grazie ad alcune immagini.

L’attività investigativa si svolta nell’arco temporale di un solo giorno, quando a distanza di poche ore dal furto in abitazione è stata eseguita una perquisizione domiciliare nell’appartamento condiviso dai due arrestati.

Il blitz ha avuto l’effetto sperato, consentendo di recuperare praticamente la totalità della refurtiva e di riconsegnarlo alla derubata.

Il quadro probatorio ricostruito dai carabinieri della compagnia di Sassari è stato poi ritenuto solido dalla Procura di Sassari, che avanzava la richiesta di una misura di custodia cautelare in carcere, poi effettivamente concessa dall’ufficio del G.i.p. del tribunale di Sassari. 

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