Roma, 29 Gen 2021 – Nel tardo pomeriggio di ieri si è assistito ad un concerto di presunzione e arroganza che nessuna mai aveva osato. Infatti, Renzi, non per nulla è l’uomo più detestato dagli italiani (nell’ultimo sondaggi il 73 per cento lo detesta). Poi, appena uscito dal colloquio con il presidente della Repubblica una volta giunto davanti al microfono sembra, lui pareva il presidente e dettava le sue condizioni per arrivare ad una soluzione della crisi da lui poi voluta senza nessuna vera motivazione ma con il solo intento molto palese di far fuori l’uomo più apprezzato dagli italiani. E, quindi avere la voce in capitolo, con il suo 2 per cento, sulla scelta del nuovo leader passando sopra la testa dei Cinquestelle che attualmente rappresentano il 32 per cento dei cittadini.
Dopo l’arrogante e inutile toscano, Nicola Zingaretti è apparso scuro in volto ed è stato l'ultimo a rilasciare la dichiarazione dopo l'incontro del Pd con il presidente Mattarella, al termine di una giornata che ha visto delegazioni dei partiti a colloquio con il capo dello Stato, nel secondo giorno di consultazioni (domani, al Colle, saliranno centrodestra e 5S).
Un discorso breve quello del segretario Dem, letto quasi d'un fiato. "Abbiamo manifestato al presidente Mattarella una grande preoccupazione per l'apertura della crisi di governo che continuiamo a considerare un atto irresponsabile in un momento di estrema difficoltà per il Paese" ha detto il segretario Dem. Il Pd ha comunicato di sostenere l'incarico al presidente uscente Giuseppe Conte- che anche nell'ultimo voto di fiducia si è rivelato punto di sintesi ed equilibrio avanzato- "per un governo che possa contare su un'ampia e solida base parlamentare, che sia nel solco della migliore tradizione europeista, che sia in grado di affrontare le emergenze della pandemia e che realizzi con riforme istituzionali quella macchina pubblica in grado di far ripartire il Paese".
"Combattere la pandemia, continuare la campagna vaccinale, attivare il Recovery fund, mettere in sicurezza e rilanciare scuola, università e sistema sanitario, varare una riforma per moderne politiche attive del lavoro e varare riforme che diano efficienza allo Stato a cominciare da una legge elettorale di stampo proporzionale".
"Il Pd si farà carico con lealtà e responsabilità di questa missione per uscire a testa alta da questo momento buio che noi abbiamo contrastato" ha concluso il leader Dem "Auspichiamo una soluzione della crisi in tempi rapidi".
Prima del Pd c'è stata Italia Viva. Mentre è in corso il colloquio tra la delegazione Dem e Mattarella, emerge che Matteo Renzi ha rifiutato il sostegno a un mandato esplorativo a Giuseppe Conte.
"Abbiamo ringraziato il presidente per il lavoro di questi sei anni e per il lavoro che lo attende. Iv ha espresso al presidente la preoccupazione, non già per la crisi politica ma per quella sanitaria, economica ed educativa che il nostro Paese sta vivendo. C'è chi pensa di far credere che la discussione sia tra caratteri, personalità, piccoli risentimenti, niente di più lontano dal vero: non sta né in cielo né in terra. Da mesi chiediamo di discutere di contenuti, soprattutto di quelli su cui non siamo d'accordo". Così il leader di Italia Viva, Matteo Renzi, dopo l'incontro al Quirinale con il presidente Mattarella.
"Il Paese vive la più difficile situazione economica dal dopoguerra, siamo preoccupati dallo sblocco dei licenziamenti, dal rapporto tra popolazione e decessi per Covid tra i più alti al mondo e una difficoltà oggettiva nella gestione della scuola che per noi è la prima preoccupazione. Dobbiamo occuparci della nuova generazione. Abbiamo chiesto di parlarne con quella che era la maggioranza fino a poche settimane fa e abbiamo chiesto risposte all'altezza e non le abbiamo ricevute: alla luce di questo abbiamo chiesto con atto di grande coraggio e nobiltà di lasciare le poltrone".
"La caccia al singolo parlamentare è indecorosa, si è fatto credere che con un voto o due si affrontasse la crisi. Iv è esattamente l'opposto come dimostrano le nostre ministre che si sono dimesse". Questa caccia "fino a oggi non ha prodotto un'altra maggioranza. Chiediamo di fare presto. Siamo pronti a impegnarci se è una maggioranza e se politica, no se raccogliticcia e se populista. Attendiamo di capire nelle prossime ore se la valutazione è voler coinvolgere Iv e nel caso discutere delle idee".
"Andare ad elezioni sarebbe un errore per l'Italia- ha continuato Renzi-, rischiamo di perdere l'appuntamento con il Recovery. Occorre un governo presto e abbiamo dato disponibilità al presidente per individuare le soluzioni più opportune, preferiamo un governo politico che istituzionale ma siamo disponibili anche a un governo istituzionale".
"Abbiamo sentito 'mai più con Iv', 'non più con Iv', poi 'Iv è irresponsabile e inaffidabile'- ha continuato il leader di Iv-. Noi pensiamo sia inaffidabile chi non vuole affrontare adesso la questione dei prossimi anni. Non siamo né inaffidabili né irresponsabili ma molto chiari e diretti: abbiamo sentito parole su di noi al limite dell'insulto. Vogliamo sapere dalle altre forze se ritengono Iv parte o non parte della maggioranza. Rimettiamo la valutazione a chi in queste settimane ha messo veti su noi".
"Il Mes sono 36 miliardi per la sanità, noi pensiamo che vadano presi, Iv è a favore e ci sembra strano che un governo europeista tema il Mes". Al premier Conte "abbiamo detto discutiamo con una lettera ma non hanno voluto discutere".
Conte? "Noi non abbiamo fatto il suo nome, perché siamo in una fase precedente". Le scuse? "La dimensione delle scuse appartiene agli scontri caratteriali. Questo non è il grande fratello. Questa è politica. Qui siamo al Quirinale" ha affermato Renzi, aggiungendo: "L'ho detto anche al presidente del consiglio dimissionario quando l'ho sentito nel pomeriggio. Non c'è nessun problema caratteriale nei suoi confronti. Questa è politica".
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